Interventi per 440 milioni sull’edilizia e sulle infrastrutture pubbliche, tra scuole, rete idrica e fognaria. Altri 20 milioni sull’edilizia privata, per velocizzare «la verifica della vulnerabilità e un rapido adeguamento sismico». E la nomina di un commissario straordinario entro quindici giorni: una figura tecnica non ancora individuata che lavorerà d’intesa con la regione Campania e il dipartimento della Protezione civile.

Lo prevede il decreto legge sui Campi Flegrei approvato lunedì in Consiglio dei ministri, a oltre un mese dalla scossa di magnitudo 4.4 del 20 maggio. Nella legge c’è il divieto di nuove costruzioni per abitazione civile – sono quindi esclusi stabilimenti, opifici e luoghi di lavoro. «Per il futuro il governo si riserva il diritto di ripianificare dal punto di vista urbanistico le aree più a rischio», ha detto il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci.

Accuse a regione e comuni

Nella conferenza stampa con il ministro del Sud, Raffaele Fitto, Musumeci ha puntato il dito contro le amministrazioni flegree e quella regionale per i rischi sismici nell’area. Istituzioni che si erano già punzecchiate nei mesi scorsi, anche se finora i toni erano stati più morbidi. «Il governo sta dando più di quanto non abbia il dovere di dare. Emergono gravissime responsabilità, remote e meno remote, omissive e commissive, che coinvolgono tutti gli enti», ha detto il ministro.

«Negli anni è stato autorizzato uno sviluppo urbanistico irragionevole, caotico e disordinato. Chi doveva vigilare non lo ha fatto». Un attacco di inedita durezza contro i comuni della zona, da Bacoli a Pozzuoli, e contro la regione di Vincenzo De Luca, che arriva dopo mesi di tensioni tra la premier Meloni e il governatore campano e dopo il via libera all’autonomia differenziata.

Le nuove norme erano molto attese dai sindaci dei comuni esposti al rischio bradisismo. Primi cittadini che, sentiti da Domani, scelgono il basso profilo sull’attacco del ministro: «Delle sue parole ho apprezzato che, per la prima volta, si parla di provvedimenti organici in materia», dice Gigi Manzoni, sindaco di Pozzuoli. Non ha invece commentato, almeno per ora, un De Luca stranamente silente.

Annunciato dal governo per fine maggio, il decreto si aggiunge a quello pubblicato lo scorso ottobre, che prevedeva uno stanziamento di 55 milioni di euro. Ma stavolta la genesi è stata più complessa, con Musumeci che nei giorni scorsi aveva confessato difficoltà a reperire i fondi. Un altro messaggio molto netto, stavolta indirizzato al suo stesso governo.

«In tutto abbiamo stanziato 440 milioni per interventi pubblici e devo ringraziare il collega Fitto per aver trovato le risorse dal Fondo di sviluppo e coesione», ha detto oggi il ministro. «Circa 200 milioni vengono dalla quota Fsc destinata a interventi infrastrutturali nei Campi Flegrei. In sostanza, si stanziano risorse sottraendole a fondi già previsti per i nostri territori», osserva però Manzoni.

Il destino degli sfollati

Il decreto prevede anche contributi per i privati che sono stati costretti a lasciare le loro case, dichiarate inagibili. Si tratta di oltre mille persone oggetto di un’ordinanza di sgombero e messa in sicurezza degli edifici. Per loro ci sono 400 euro al mese a persona e fino a 900 euro per i nuclei numerosi, con altre integrazioni per gli over 65. In ogni caso, il governo «non tirerà fuori un solo quattrino per le case abusive o le seconde case».

Gli sfollati riceveranno quindi un contributo, ma trovare un’altra abitazione non sarà facile. «La soluzione non tiene conto dello stato del mercato dei fitti: nonostante la crisi bradisismica gli importi richiesti sono elevati», ha denunciato il movimento Pozzuoli Ora. A ciò si aggiunge la necessità di prendere appartamenti già ammobiliati, dato che dalle case inagibili non si possono recuperare mobili.

«Resta però il problema di chi a breve affronterà un nuovo cambio: 64 nuclei familiari che dopo il sisma di maggio sono stati sistemati in alberghi convenzionati e che dal 30 giugno dovranno trovarsi un altro alloggio», aggiunge Manzoni. La convenzione, ottenuta tramite un accordo tra regione Campania e Federalberghi, non è stata infatti rinnovata; la stagione estiva è iniziata e gli albergatori non vogliono mancare l’appuntamento con i turisti.

Nel frattempo, la popolazione si prepara a una nuova esercitazione, rinviata al 25 e 26 giugno a causa della scossa di maggio, la più forte degli ultimi quarant’anni. La simulazione coinvolgerà centinaia di tecnici e funzionari e riguarderà i comuni di Bacoli, Pozzuoli e alcuni quartieri di Napoli, con l’allontanamento di parte dei cittadini e una verifica delle aree di attesa.

A ottobre sarà poi il turno di un altro test di evacuazione pensato per l’eruzione del vulcano. In questo caso sarà impiegato il sistema It-Alert, già testato in tutta Italia nei mesi scorsi. «Ma le esercitazioni si dovevano fare almeno tre volte all’anno nei passati ottant’anni», ha lamentato un Musumeci a briglia sciolta.

© Riproduzione riservata