Questa, commentano, «È una vera mobilitazione». Dopo l’avvicendamento dei commissari, terzo settore e società civile chiedono trasparenza e di partecipare. Per questo hanno costituito un coordinamento tematico per un diffuso controllo democratico rispetto alle scelte operate nella gestione della sanità
- Di fronte al caos della Calabria, zona rossa per il rischio Covid-19, società civile, organizzazioni e terzo settore hanno dato vita a un comitato di vigilanza indipendente sulla gestione della pandemia nella regione.
- Con il licenziamento del commissario Cotticelli sabato hanno scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza: «Servono competenze e trasparenza, subito!».
- Propongono un diffuso controllo democratico rispetto alle scelte operate dalla gestione commissariale della sanità calabrese e di avere un loro rappresentante che partecipi alle decisioni.
Di fronte al caos della Calabria, zona rossa per il rischio Covid-19, società civile, organizzazioni e terzo settore hanno dato vita a un comitato di vigilanza indipendente sulla gestione della pandemia nella regione. Sabato hanno scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza: «Servono competenze e trasparenza, subito!».
I rappresentanti della Consulta regionale del Terzo Settore della Calabria insieme ai rappresentanti di numerose organizzazioni della società civile, «motivati dalla drammaticità del momento», si legge nella lettera, hanno annunciato così la costituzione di un coordinamento tematico per un diffuso controllo democratico rispetto alle scelte operate dalla gestione commissariale della sanità calabrese.
L’ex commissario della Calabria, Saverio Cotticelli, non sapeva neanche di avere un piano Covid-19. In attesa che diventi operativo il nuovo commissario già sommerso dalle polemiche, Giuseppe Zuccatelli e mentre si valuta il nome di Gino Strada – il fondatore di Emergency- come subcomissario, la società civile ha messo dei paletti.
Migliaia di firme
In un momento così difficile per l'emergenza in corso, si legge nel documento che ha raccolto migliaia di firme, chiedono «che sia chiara la catena di comando, e a chi chiedere conto, come rete della società civile, del mancato raggiungimento degli obiettivi tesi a contrastare la pandemia con le necessarie misure in materia di tracciamento, ospedali covid, potenziamento delle terapie intensive, terapie semintensive, covid hotel».
Questa, commentano, «è una vera mobilitazione». La tutela della salute, aggiungono, deve essere orientata dai cittadini e dagli operatori sanitari «e non dalle lobby le quali, nonostante i tanti anni di commissariamento, non sono venute meno nel controllo dei meccanismi di spesa causa della malasanità».
Le associazioni ricordano che aspettano una risposta alle proposte del documento di «Comunità competente» sottoscritto da molte associazioni della società civile calabrese e chiedono di avere un loro rappresentante per un confronto continuo rispetto le scelte operate.
Problema trasparenza
Adesso serve trasparenza rimarcano. Il percorso urgente per ricostruire la sanità pubblica nella regione «deve essere accompagnato in parallelo da una piattaforma informatica aperta a tutti i cittadini, dove accedere in maniera trasparente ai dati, e dove condividere problematiche e proposte, per una assistenza sanitaria democratica».
La sanità calabrese non deve più «privilegiare interessi forti e clientelari, lasciando puntualmente indietro chi ha maggiore bisogno di cura e assistenza».
Il gruppo chiede infine allo stato un nuovo impulso alla medicina territoriale con un potenziamento del ruolo dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, degli specialisti ambulatoriali interni e degli infermieri di comunità.
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