L’esito dell’atteso match di boxe non fa che alimentare la polemica sulla sua opportunità. La presidente del consiglio polemizza col Cio: «Atleti che hanno caratteristiche genetiche maschili, non devono essere ammessi alle gare femminili»
È durato appena 36 secondi il match di Angela Carini contro Imane Khelif nella categoria 66 kg del torneo di boxe alle Olimpiadi di Parigi 2024. L'azzurra si è ritirata al primo round, consegnando la vittoria alla pugile algerina, che avanza così ai quarti di finale. La pugile campana si è inginocchiata al centro del ring in lacrime.
L’attenzione sul match era altissima per via della polemica sulla disparità della competizione. L’algerina Khelif era stata squalificata un anno fa ai Mondiali per l'elevato livello di testosterone. Sui giornali di destra si è parlato in modo inappropriato di atleta transgender, ma Khelif è una donna con iperandrogenismo e tuttavia secondo il Cio aveva i requisiti per partecipare alla competizione.
«Non me la sono più sentita di combattere dopo il primo minuto – ha spiegato Carini – . Ho iniziato a sentire un dolore forte al naso, non è da me arrendermi, è proprio perché non ci riuscivo, ho detto basta e messo fine al match». L'azzurra ha glissato sulle polemiche per l'ammissione ai Giochi della sua avversaria: «Io non sono nessuno per giudicare o prendere una decisione, se questa ragazza è qui ci sarà un motivo, io sono salita sul ring e ho combattuto nonostante le mille polemiche che ci sono state».
A prendere le difese di Khelif è il Comitato olimpico algerino (Coa) che condanna gli «attacchi maligni e immorali diretti contro la nostra illustre atleta, Imane Khelif, da parte di alcuni media stranieri».
Destra all’attacco
Parole distensive che non placano però la polemica.
Cavalcata innanzitutto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Sono anni che cerco di spiegare che alcune tesi portate all'estremo rischiano di impattare soprattutto sui diritti delle donne». «Io penso che atleti che hanno caratteristiche genetiche maschili, non debbano essere ammessi alle gare femminili – ha aggiunto Meloni – E non perché si voglia discriminare qualcuno, ma per tutelare il diritto delle atlete a poter competere ad armi pari».
«Il Cio – ha aggiunto Meloni – cambiò il regolamento nel 2021 su questa materia, noi presentammo una mozione per segnalare le conseguenze che questo poteva avere. È un fatto che con i livelli di testosterone presenti nel sangue dell'atleta algerina, la gara è una gara che già non sembra equa in partenza», dice Meloni: «Penso si debba fare attenzione a discriminare nel tentativo di non discriminare».
Anche il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini è intervenuto sui social: «Vergogna a quei burocrati che hanno permesso un match che evidentemente non era ad armi pari».
La ministra per la famiglia Eugenia Roccella esprime «tutta la nostra solidarietà ad Angela Carini, vittima di un'ideologia che colpisce lei e con lei tutte le donne. Oggi è una pagina nera per le donne, è una pagina nera per lo sport, e anche per la verità. Una verità che ancora questa mattina in tanti hanno provato a mascherare, affermando che Imane Khelif sarebbe "sempre stata donna”, in quanto “intersex”».
Il presidente del Senato Ignazio La Russa la invita in Senato: «Il pianto inconsolabile di Angela ci colpisce, ma il suo ritiro le fa onore. L'aspetto in Senato per abbracciarla», scrive su Facebook.
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