«Luca Casarini era sottoposto a controllo con un’arma di spionaggio. Chi ha interesse a usare un metodo del genere contro un attivista?». Gli avvocati Fabio Lanfranca e Serena Romano, che difendono il cofondatore della ong Mediterranea Saving Humans, hanno depositato la prima denuncia per il caso Paragon. L’esposto è stato presentato alla Procura di Palermo, l’ipotesi di reato è accesso abusivo a sistema telematico, l’obiettivo è capire chi ha utilizzato lo spyware Graphite contro Casarini. Il procuratore capo Maurizio De Lucia e i colleghi sono chiamati a indagare su una storia dai contorni molto ambigui, inquietanti per il tipo di vittime prese di mira: un software spia usato per infilarsi nei cellulari di giornalisti ed attivisti.

A giorni dovrebbe presentare un esposto simile anche il direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato, che è stato il primo ad annunciare pubblicamente di essere stato vittima di Graphite. In tutto i numeri spiati attraverso il software prodotto dalla israeliana Paragon Solutions sono 90 (queste almeno quelle infettate tramite Whatsapp, ha detto Meta), anche se finora solo quattro persone sono venute allo scoperto. Oltre a Cancellato e Casarini, ci sono l’armatore e attivista di Mediterranea Saving Humans, Beppe Caccia, e l’attivista libico Husam El Gomati, che da anni pubblica notizie e documenti sulle lotte di potere in Libia. Come per Casarini, anche per gli altri vale la stessa domanda: chi aveva interesse a spiarli?

«Vogliamo sapere chi ha utilizzato il software contro Luca Casarini e se sono state rispettate le garanzie di cui dovrebbe godere ogni cittadino», dicono a Domani i legali Lanfranca e Romano. Un giornalista o un attivista, così come qualsiasi altro cittadino, possono essere intercettati dalle forze di polizia solo se un giudice ha dato il permesso di farlo. «Dubitiamo che in questo caso si tratti di intercettazioni effettuate dalla polizia giudiziaria», dicono gli avvocati di Casarini, «perché l’inchiesta in cui è stato coinvolto Casarini è finita da tempo e negli atti che sono stati depositati non c’è traccia dell’uso di spyware». Il cofondatore dell’ong, creata per soccorrere persone nel Mediterraneo, è stato indagato dalla procura di Ragusa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: gli viene contestato il trasbordo su una nave dell’ong Mediterranea, di 27 migranti salvati poco prima da un mercantile danese.

Servizi esterni e interni

Oltre alla polizia giudiziaria, anche i servizi italiani, Aise e Aisi, possono effettuare intercettazioni. Come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, proprio in questa direzione portano i fatti finora emersi nella vicenda del software usato per spiare Cancellato, Casarini, Caccia ed El Gomati.

A Domani risulta che Graphite fosse in uso fino a poco tempo fa all’Aise, mentre non è chiaro se lo stesso valga per l’Aisi. In linea teorica, l’interesse dei servizi esteri (Aise) potrebbe essere spiegabile per Casarini, Caccia ed El Gomati: tutti e tre hanno a che fare con Paesi stranieri come la Libia e la Tunisia. Più difficile invece comprendere il possibile interesse dell’Aise per Cancellato: Fanpage.it non si è mai occupato in modo approfondito di questioni sensibili relativi all’immigrazione, mentre ha pubblicato inchieste sui partiti italiani, l’ultima delle quali – a giugno dell’anno scorso – realizzata sotto copertura e incentrata sull’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, Gioventù Nazionale. Inoltre, da quanto risulta, non esistono rapporti pregressi tra Casarini e il direttore di Fanpage.it.

Quindi se di servizi si tratta, nel caso di Cancellato tutti gli indizi portano in direzione dell’Aisi, che si occupa di ciò che accade dentro i confini nazionali. Se così fosse la domanda a questo punto è una: quanti altri sono i giornalisti spiati?

Trojan in subappalto

Se è vero che i servizi segreti possono intercettare legalmente un cittadino, è anche vero che devono rispettare dei limiti. Le cosiddette intercettazioni preventive possono essere richieste dai direttori di Aisi ed Aise, su delega del capo del governo, per motivi di sicurezza interna ed estera, contro le minacce di organizzazioni criminali e terroriste. Devono essere autorizzate dal procuratore generale di Roma, dal 2024 è Giuseppe Amato.

Come ha ricordato su queste pagine l’avvocato Cataldo Intrieri, le intercettazioni restano segrete, gli interessati non ne hanno conoscenza e in teoria dovrebbero essere distrutte una volta finita l’indagine. Questa è la teoria, che si accompagna a quanto ha sempre detto Paragon Solutions: la società israeliana, fondata dall’ex premier laburista Ehud Barak e da ex ufficiali del Mossad, da pochi mesi passata sotto il controllo del fondo americano AE Industrial Partners per 900 milioni di dollari, dichiara di vendere il suo spyware solo ad enti governativi degli Usa e dei suoi alleati.

Come dimostra la cronaca, il mercato degli spyware è però ormai diventato grande e confuso, e tra i clienti dei grandi produttori di software spia ci sono anche tanti soggetti privati. La recente inchiesta della Procura di Milano ha svelato che la società d’investigazioni Equalize nella sua attività utilizzava anche spyware per intercettare bersagli indicati dai suoi clienti. Non era Graphite, in questo caso secondo gli investigatori il software utilizzato si chiamava Teramind, ma la sostanza non cambia: intercettare non è mai stato così facile.

La denuncia presentata da Casarini punta a scoprire se in questo caso le cose sono state fatte legalmente. Gli effetti potrebbero essere anche politici: dopo lo scoppio dello scandalo, la premier Giorgia Meloni ha assicurato infatti che in questa storia governo e servizi non c’entrano.

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