Il ministro degli Esteri Di Maio ha annunciato la liberazione dell’ex velista e produttore televisivo italiano, rinchiuso da oltre 20 anni in un carcere americano con l’accusa di omicidio. Lui si è sempre professato innocente: negli anni, della sua vicenda si sono interessati ministri e programmi tv
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha annunciato nel pomeriggio di oggi che Chico Forti tornerà in Italia dagli Usa dopo che il governatore della Florida ha accolto la sua istanza di avvalersi dei benefici previsti dalla Convenzione di Strasburgo e di essere trasferito nel suo paese. Ma chi è Chico Forti e perché in questi anni si è parlato moltissimo di lui? Nato a Trento l’8 febbraio 1959, Forti è un ormai ex velista e produttore televisivo che negli anni Novanta si è trasferito negli Stati Uniti, a Miami, dove ha fatto fortuna e si è creato una famiglia. La sua situazione è però drasticamente cambiata il 15 febbraio 1998, giorno in cui Chico Forti è stato arrestato per l’omicidio di Dale Pike, figlio di Anthony Pike, dal quale il velista italiano stava acquistando il Pikes Hotel, una discoteca molto nota all’epoca.
Pur professandosi da sempre innocente, Chico Forti è stato condannato – dopo un processo durato appena 24 giorni – all'ergastolo senza condizionale, con l'accusa di omicidio perché ritenuto colpevole «oltre ogni ragionevole dubbio». Da allora, è rimasto rinchiuso nel Dade Correctional Institution di Florida City, un carcere di massima sicurezza nelle vicinanze di Miami. Nel frattempo in Italia – anche grazie al programma di Italia 1 Le Iene, che ha indagato approfonditamente riaccendendo i riflettori sulla sua vicenda giudiziaria – si è creato un movimento di opinione che invoca giustizia per Chico Forti.
Il processo
Chico Forti, al secolo Enrico, negli anni Novanta sembrava essere il classico cittadino italiano che aveva trovato fortuna oltreoceano. A Miami, tra l'altro, aveva incontrato la sua compagna, dalla quale ha avuto 3 figli. La sentenza, però, ha spazzato via la sua vecchia vita, dando inizio a un calvario giudiziario che sembra oggi avere finalmente una fine.
I giudici americani hanno accusato Chico Forti di “felony murder”, ovvero di un omicidio compiuto in esecuzione di un altro reato. Nel caso specifico, Forti avrebbe ucciso Dale Pike in esecuzione di una truffa verso di lui e suo padre. Secondo la difesa dell’ex velista, però, è stato lui a essere truffato da Pike e il padre. Al punto che, prima della condanna per omicidio, Forti è stato assolto da otto capi d’accusa riguardanti la frode.
Inoltre, la difesa di Chico insiste sugli errori commessi dalla polizia nella fase delle indagini: negligenze e approssimazioni che avrebbero poi orientato il giudizio della corte. Nemmeno il giudizio di condanna, secondo Forti, è riuscito a dimostrare il movente dell’omicidio.
Gli appelli per la sua liberazione
In tutti questi anni l’Italia non è riuscita a ottenere una revisione del processo, che negli Stati Uniti è ammessa solo in caso emergano prove nuove, non considerate durante l’udienza che ha portato alla condanna. Anche i familiari della vittima hanno chiesto la revisione del processo: sia il padre di Dale Pike, Tony, che il figlio Anthony.
Negli anni, si sono impegnati per la sua liberazione vari ministri: da Frattini a Emma Bonino, passando per Giulio Maria Terzi di Sant’Agata. Nessuno, però, è riuscito a ottenere risultati soddisfacenti. Anche la famiglia di Forti non è rimasta a guardare: ha portato avanti una lunga battaglia legale contro la giustizia americana, mentre lo zio di Forti, Gianni, ha anche fatto un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
© Riproduzione riservata