Il nome dell’ex vicepresidente della regione Piemonte compare nella lista dei ministri di Forza Italia stilata da Silvio Berlusconi. Nel 2014 fu rifiutato come candidato alle regionali da Giorgia Meloni
Dalla storica sede della destra di via della Scrofa 39, dove Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni si sono incontrati per riconciliarsi, esce il nome di un altro possibile ministro. Gilberto Pichetto Fratin, fedelissimo del leader di Forza Italia, dal ministero dello Sviluppo economico potrebbe traslocare alla Transizione ecologica.
Dal febbraio 2021 è sottosegretario, con titolo di “viceministro”, del dicastero guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti. Nome noto della politica piemontese, alle elezioni del 25 settembre è stato eletto alla Camera dei deputati come capolista nel collegio plurinominale di Chieri – Moncalieri. Nel 2019 era tra i firmatari per il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari.
Gli esordi
Nato in provincia di Biella, in un comune di 400 anime, l’attività di Pichetto Fratin, 68 anni, inizia dalla politica di paese. Da laureando in economia e commercio entra nel consiglio comunale di Gifflenga, minuscola frazione del biellese con un centinaio di abitanti.
Nel 1985 è eletto assessore e vicesindaco di Biella e mantiene le cariche per nove anni. Agganciato al treno della neonata Forza Italia, nel 1995 esordisce nel consiglio regionale del Piemonte e due anni più tardi ottiene l’assessorato a Industria, Artigianato e Commercio.
Il salto in Parlamento
Il successo della coalizione di centrodestra alle politiche del 2008 porta all’elezione di 147 senatori del Popolo della Libertà. Tra questi Pichetto Fratin, che per incompatibilità deve dimettersi dalle cariche regionali, ma che nel 2010 torna comunque ad avere un posto nella giunta, come assessore al Bilancio. Tre anni più tardi è vicepresidente nel suo Piemonte.
A inizio 2014 Silvio Berlusconi lo vuole coordinatore regionale del partito. Il patrocinio del cavaliere sembrerebbe assicurargli il ruolo di candidato unico del centrodestra alle regionali del maggio di quell’anno, ma la posizione gli sfuma tra le dita a causa del rifiuto di Fratelli d’Italia – all’epoca intorno al 3 percento dei voti a livello nazionale – che sceglie la corsa solitaria con Guido Crosetto.
Oggi Crosetto è la prima scelta di FdI per il Mise e il partito di Giorgia Meloni vale il 26 percento, mentre Gilberto Pichetto Fratin resta uomo fidato di Berlusconi e il suo nome potrebbe comparire nella prossima squadra di governo, come ha confermato lo stesso Berlusconi.
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