Fiavet-Confcommercio ha emesso un comunicato in cui rinnova la denuncia nei confronti del fenomeno del secondary ticketing per i biglietti del Parco archeologico Anfiteatro Flavio, che comprende tra gli altri siti quello del Colosseo. L’Antitrust ha avviato un’istruttoria per «pratiche commerciali scorrette» l’11 settembre
La Fiavet-Confcommercio continua a denunciare l’impossibilità per i turisti di reperire i biglietti per le visite al Parco archeologico Anfiteatro Flavio che comprende Colosseo, Foro Romano, Colle Palatino e Fori Imperiali.
«Uno dei monumenti più importanti al mondo, gestito in questo modo, mette Roma e l’Italia in una cattivissima luce nei confronti del turismo» – afferma il presidente Giuseppe Ciminnisi – « è attualmente impossibile per un’agenzia di viaggi o un tour operator ottenere un codice prenotazione».
L’istruttoria dell’Agcm
L’11 settembre l’Antitrust aveva avviato ufficialmente un procedimento istruttorio «per le pratiche commerciali scorrette» di Coopculture – il rivenditore ufficiale dei ticket del Parco – e le piattaforme online che li vendono a prezzi maggiorati sui loro siti: Musement S.p.A., GetYourGuide, Tiqets International e Viator. Tutti i soggetti coinvolti hanno venti giorni per fornire all’autorità gli elementi utili ai fini dell’indagine.
Nello specifico da novembre 2022 CoopCulture, in qualità di rivenditore ufficiale, «sembra non aver predisposto sistemi idonei a evitare l’accaparramento dei biglietti messi in vendita da parte di rivenditori alternativi, con il conseguente esaurimento dei biglietti sul proprio sito immediatamente dopo l’emissione» – scrive l’Agcm – mentre i rivenditori non ufficiali avrebbero «sistematicamente effettuato acquisti massivi dei biglietti in questione attraverso l’utilizzo di sistemi automatici, per poi rivenderli a prezzi significativamente maggiorati, condizionando i consumatori e imponendo loro di acquistare i ticket insieme a servizi ulteriori quali tour turistici e servizi di guide turistiche». Questo escamotage è stato adottato dalle piattaforme perché la legge vieta la rivendita del singolo biglietto a un prezzo più elevato.
La questione non è nuova. Già a luglio l’Agcm si era attivata per raccogliere informazioni mentre Fiavet-Confcommercio e altre associazioni di categoria – tra cui l’associazione guide turistiche abilitate (Agta) – lamentavano il problema dalla scorsa primavera.
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