Nell’anno dell’emergenza sanitaria da Covid-19, la raccolta differenziata di carta e cartone si conferma una pratica consolidata. Secondo il rapporto del Consorzio nazionale nel 2020 sono stati differenziati quasi 3,5 milioni di tonnellate di materiale cellulosico con un aumento della qualità
Nell’anno dell’emergenza sanitaria da Covid-19, delle molteplici restrizioni a essa legate, dell’aumento dell’e-commerce e del delivery la raccolta differenziata di carta e cartone si conferma una pratica consolidata. È quanto rileva il Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica (Comieco), nel suo ventesimo rapporto sulla raccolta differenziata e riciclo di carta e cartone in Italia.
Con una resa pro-capite media di 57,2 chili per abitante all’anno, nel 2020 sono stati differenziati complessivamente quasi 3,5 milioni di tonnellate di materiale cellulosico, con un lieve decremento dello 0,6 per cento sull’ultimo anno, effetto diretto delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, pari a circa 22mila tonnellate. Una flessione che non riguarda il sud che, con 34mila tonnellate di carta e cartone raccolte in più rispetto al 2019, continua il suo percorso di crescita, superando le 900mila tonnellate complessive.
Carlo Montalbetti, direttore generale Comieco, dichiara che «i numeri del rapporto confermano la centralità della raccolta differenziata come abitudine quotidiana, anche in uno scenario profondamente mutato, a partire dalla riduzione della produzione dei rifiuti che ha avuto una flessione prevedibile con la pandemia. Ciò nonostante, le raccolte differenziate hanno tenuto, in particolare quella di carta e cartone», che a differenza del calo sulla produzione di altri rifiuti, pari al 3 per cento, e sulle raccolte differenziate complessive, scese del 2,5 per cento, scende di pochissimo. L’unico dato a essere in controtendenza è il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici arrivato all’87 per cento, registrando un aumento di sei punti percentuali rispetto al 2019.
Questo trend, frutto anche delle nuove abitudini di vita e di consumo legate al ricorso allo smart working, all’assenza di turisti e alla chiusura di esercizi commerciali e della ristorazione, emerge con maggior forza nelle grandi città come Milano, Torino e Firenze. In queste realtà la produzione complessiva di rifiuti urbani diminuisce dell’8,2 per cento, come pure la raccolta differenziata complessiva, giù dell’8,5 per cento, ma la frazione carta e cartone meno delle altre, con un 3,5 per cento in meno. Questo significa che l’attenzione per i rifiuti cellulosici, anche in un contesto in cui se ne producono meno, resta alta.
Raggiunti gli obiettivi europei fissati al 2030
Dal rapporto Comieco emerge un ulteriore risultato positivo: il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici ha raggiunto l’87,3 per cento, ossia una percentuale che con dieci anni di anticipo proietta l’Italia verso gli obiettivi europei fissati al 2030 e la conferma ai primi posti in Europa per i volumi di carta e cartone avviati a riciclo e del tasso di riciclo. Un risultato importante frutto di un sistema industriale essenziale per il territorio nazionale che ha continuato a garantire la piena operatività anche nei mesi più complicati del 2020, dovuti alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria.
Uno dei poli industriali italiani più importanti per il riciclo della carta ha sede in Veneto e conta 9 cartiere, che complessivamente utilizzano circa il 15 per cento della carta e del cartone raccolti dai comuni italiani, e 25 impianti di gestione della raccolta differenziata di carta e cartone.
L’accordo sulla carta
Il 1° maggio 2020 è entrato in vigore un nuovo accordo che vede coinvolti, fino al 2024, Anci e Conai. L’intesa riguarda la filiera della carta e offre la possibilità di modulare il rapporto con Comieco in modo da massimizzare i ricavi sul riciclo della carta. Uno dei motivi che ha portato all’accordo l’andamento discontinuo dei prezzi nel corso dell’anno, come effetto della pandemia, che hanno portato molte amministrazioni comunali a scegliere di tornare ad affidare al Consorzio quote di materiale prima gestite fuori dalla convenzione. Questo, a sua volta, ha portato il Consorzio, nel 2020, a gestire circa 400mila tonnellate in più di rifiuti rispetto al 2019, con un aumento del 19,3 per cento, corrispondenti a 20 milioni di euro in più erogati ai comuni nel giro di un anno, gestendo complessivamente l’avvio a riciclo 2,43 milioni di tonnellate di carta e cartone, ossia il 69,6 per cento della raccolta comunale nazionale.
Il forte gap tra nord e sud
Il nord migliora, il sud peggiora, anche sulla raccolta differenziata. Il rapporto infatti conferma che il Mezzogiorno ha risentito meno gli effetti delle restrizioni, proseguendo il trend di crescita nei volumi raccolti (4 per cento in più), distinguendosi per essere l’unica macroarea in positivo del paese, mentre tra Centro e Nord si registra, complessivamente, un calo di oltre 56mila tonnellate di rifiuti, effetto diretto dei mesi di fermo.
Il Sud, dunque, cresce nella raccolta con 34mila tonnellate in più con una resa pro-capite media che si attesta sui 43 chili prodotti per abitante, mentre c’è ancora molto da fare sotto il profilo qualitativo dei conferimenti. In termini di volumi, la crescita di quest’area è trainata dalla Campania con 10.703 tonnellate in più, seguita dalla Calabria, con 6.281 tonnellate in più e Sicilia, con 4.611 tonnellate in più. La regione migliorata in termini di qualità della raccolta è il Molise, in testa alla classifica.
Nel centro si è registrato, invece, un calo del 2,8 per cento, pari a 23mila tonnellate in meno rispetto al 2019. In particolare, la Toscana ha registrato un calo di 14mila tonnellate, nonostante si confermi capofila della macroarea per raccolta pro-capite (77,4 chilogrammi per abitante all’anno) e cuore pulsante del riciclo di carta e cartone in Italia, incide per oltre la metà sul decremento dell’area.
Il Nord ha perso oltre 33mila tonnellate rispetto al 2019, con l’1,8 per cento in meno.
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