Secondo l’accusa avrebbe favorito un suo pupillo per il posto da professore di seconda fascia. Lui si difende, dicendo che era tutto regolare. Il dibattimento si apre a metà dicembre
È stato rinviato a giudizio l’infettivologo Massimo Galli, ex primario dell’ospedale Luigi Sacco di Milano e fra i protagonisti delle fasi più drammatiche della pandemia. Il caso è quello che vi avevamo raccontato anche su Domani e riguarda uno dei filoni dell’inchiesta milanese sui presunti concorsi pilotati per posti da professore e ricercatore alla Facoltà di medicina alla Statale di Milano.
Per Galli l’accusa è di falso e per un’imputazione alternativa tra turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Insieme a lui dovrà rispondere delle accuse anche Agostino Riva, suo ex collaboratore, poi risultato vincitore del concorso. Il dibattimento inizierà il 13 dicembre.
Due professori universitari hanno invece deciso di patteggiare una pena inferiore a sei mesi, convertita in una sanzione pecuniaria di poco più di 8mila euro. Per loro l’accusa era solo di falso perché avrebbero sottoscritto un verbale nell’ambito della procedura di selezione.
La difesa
Il concorso sotto la lente degli inquirenti è del 2020 e si riferisce a un ruolo di professore di seconda fascia in malattie cutanee, infettive e dell’apparato dirigente. Secondo l’accusa, Galli sarebbe intervenuto sul verbale di valutazione dei candidati, facendosi guidare – sempre secondo l’accusa – dallo stesso Riva nell’indicazione dei punteggi.
Galli, che è innocente fino a prova contraria, ha rilasciato dichiarazioni davanti al giudice per rivendicare la correttezza del suo operato e per rivendicare la correttezza del suo operato. Anche la persona che era risultata penalizzata dal concorso aveva in passato espresso «massima stima» per Galli.
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