- Il contratto di adesione porta la data del 17 aprile, il giorno prima dell’annuncio che ha generato il grande caos nel calcio europeo. I 12 soci fondatori (15 potenziali) annunciano di farlo per i tifosi, ma senza averli mai consultati.
- Il complesso schema societario prevede una società principale con sede in Spagna e due ripartizioni in Lussemburgo: una media company e una società per lo sviluppo commerciale. Ciascun club fondatore è socio paritario.
- Pieno di petizioni di principio, il documento messo online è anche ampiamente lacunoso. Le parti mancanti sono numerose e fra le disponibili manca quella relativa alle eventuali clausole e penali per il recesso, di cui tanto si parla da settimane.
Nella prima mattina di oggi il sito spagnolo El Confidencial ha pubblicato in esclusiva una bozza dell'accordo sottoscritto fra i 12 club che hanno aderito alla Superlega. Un documento di 45 pagine in duplice versione, inglese e spagnola, con tanto di fogli della firma individuale dei 12 legali rappresentanti dei club. Testo di lettura interessante, con qualche indicazione di massima sullo svolgimento della futura competizione e una serie di petizioni di principio a proposito della pretesa missione sociale e solidaristica che i soci fondatori si intesterebbero.
Ma anche un testo parziale, e scorrendolo si nota bene. A un dato momento si salta dal punto 5 al punto 8, quindi dal punto 9 al punto 30 e dal 30 al 43. Mancano giusto passaggi importanti, come quelli relativi alle penali in caso di recesso. Se quelle penali esistono, fissate in clausole messe per iscritto, lo sa solo chi dispone del documento integrale.
Quel 17 aprile
Il documento porta la data in calce del 17 aprile, dunque il sabato che ha preceduto il giorno del grande caos (va ricordato che l'annuncio della nuova competizione è stato dato la notte fra domenica 18 e lunedì 19 aprile), e reca l'intestazione di Clifford Chance LLP, boutique globale dei servizi legali con sedi anche a Milano e Roma.
Il testo si apre con l’enunciazione di una competizione creata «a beneficio dei tifosi» (che però non sono stati minimamente consultati) cui si «offre l'opportunità di veder competere i migliori club e i migliori calciatori del mondo» per tutta la stagione. Si promette inoltre di «iniettare denaro a tutti i livelli del sistema attraverso i contributi di solidarietà». Insomma, la formula «showbiz + conservatorismo compassionevole» con una spruzzata di trickle-down theory che ci si aspettava. Confermata la struttura a 20 squadre con massimo 15 club fondatori.
I club fondatori possiedono una quota paritaria della European Super League Company. Viene anche esternato che i club fondatori hanno intenzione di proseguire con la partecipazione ai campionati nazionali ma si riservano di scegliere se prendere parti alle competizioni domestiche a eliminazione diretta (coppe nazionali e coppe di lega), evidentemente ritenute sacrificabili. Da notare che fra le competizioni nazionali vengono comprese anche quelle francesi e tedesche. Evidentemente non era andata persa la speranza di recuperare soci fondatori da quelle parti.
Un passaggio cruciale è al punto C paragrafo IV dell’articolo 1: i club fondatori auspicano il riconoscimento da parte di Fifa e Uefa, ma hanno intenzione di andare avanti comunque. In ogni caso la Superlega sarà la sola manifestazione “pan-europea” cui parteciperanno. E al paragrafo V si parla di una dotazione da 3,525 miliardi di euro garantita dal finanziatore (JP Morgan) attraverso una struttura societaria con sede a Lussemburgo.
Montaggio dello schema societario
Al punto 4 viene illustrato il montaggio dello schema societario: una società a partecipazione paritaria con sede legale in Spagna e uffici a Barcellona e Madrid, mentre in Lussemburgo vengono basate la media company e la società di sviluppo commerciale.
Da lì in poi si apre la lista delle petizioni di principio: dalla buona fede all'integrità, dal rispetto per le differenze alla tolleranza zero verso la corruzione. Viene specificato che le partite della stagione regolare si giochino il martedì e il mercoledì (dunque in piena concorrenza con la Champions League o ciò che ne sarebbe rimasto) e che la finale si disputi di sabato. E fra gli allegati c'è anche uno statuto dei tifosi che pretende di assicurare loro una serie di servizi e tutele: rimborsi per trasferte, stock garantito di biglietti, 50 per cento di ingressi a prezzo calmierato.
Tutto rimasto sulla carta, almeno fin qui. Per adesso c'è soltanto un conflitto aperto tra Uefa e i tre residui club fondatori (Barcellona, Juventus e Real Madrid), già approdato in sede di Corte di giustizia dell’Unione europea per iniziativa del giudice madrileno Martin Ruiz de Lara. Lo stesso articolo di El Confidencial parla di una possibile «nuova sentenza Bosman». Di sicuro il caso creerà un precedente molto pesante. Lo stesso sito spagnolo sostiene che nessuno dei soci fondatori avrebbe formalmente compiuto il recesso dall’accordo. Non resta che aspettare e vedere.
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