- Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts), in un’intervista al Corriere della Sera commenta la necessità di riaprire le scuole.
- A suo dire, «se nelle festività avremo momenti analoghi a quelli vissuti in estate, avremo una generazione di liceali che andrà all'esame di Stato a giugno avendo perso il contatto fisico con l'universo scolastico. È un danno incommensurabile».
- «Mi pare evidente», continua, «che non ci si renda conto del disastro che si sta consumando nelle giovani generazioni, il devastante impatto sulla sfera psichica e sociale non è evidente immediatamente, ma lo sarà nel lungo periodo».
«Le scuole devono, non possono ma devono, restare aperte». Così Agostino Miozzo, responsabile del Cts, al Corriere della Sera. «Il 7 gennaio è giovedì, quindi ci sarà un probabile slittamento a lunedì 11. In ogni caso l'indicazione di riapertura a gennaio non è garantita, visto che non abbiamo alcuna certezza sullo sviluppo della pandemia. E poi c'è Natale di mezzo», aggiunge.
A suo dire, «se nelle festività avremo momenti analoghi a quelli vissuti nell'estate appena trascorsa, l'evoluzione dell'epidemia porterà a dati simili o addirittura peggiori di quelli attuali. Significa che le scuole rischiano di restare chiuse altre settimane. Avremo una generazione di liceali che andrà all'esame di Stato a giugno avendo perso il contatto fisico con l'universo scolastico per quasi un anno. È un danno incommensurabile».
«I dati», segnala Miozzo, «ci dicono che i contagi in età scolastica non sono significativamente diversi da quelli di altre classi di età e non abbiamo evidenze per capire se siano avvenuti a scuola o fuori. Vorrei ricordare che il 4 marzo scorso il Cts chiese al governo di chiudere le scuole seguendo le indicazioni della comunità scientifica internazionale, ma all'epoca non avevamo le regole attuali. E poi non sottovalutiamo il ruolo degli insegnanti».
Che vuol dire? «Sono gli unici a poter far comprendere ai ragazzi il rischio potenziale che rappresentano per i congiunti. È un tema formativo, un messaggio particolarmente difficile da dare», ha aggiunto Miozzo.
«Forse bisognerebbe rileggere quello che avevamo suggerito proprio per far sì che le scuole aperte non avessero particolare impatto sulla curva», sottolinea il responsabile del Cts. «Mi pare evidente», continua, «che non ci si renda conto del disastro che si sta consumando nelle giovani generazioni, il devastante impatto sulla sfera psichica e sociale non è evidente immediatamente, ma lo sarà nel lungo periodo».
Sarete favorevoli all'apertura di negozi e ristoranti? «Esamineremo il potenziale rischio epidemiologico, ma si tratta di decisioni politiche ed economiche», chiarisce Miozzo. E sul divieto di spostamento tra le Regioni risponde: «La mobilità è un elemento di grande criticità. Diremo sì soltanto se ci sarà una curva davvero in discesa.
Se non saremo rigorosi nei controlli e nelle sanzioni, anche severe, avremo la stessa fotografia di questa estate e delle scorse settimane quando abbiamo visto l'assalto al grande magazzino con i prodotti in offerta», conclude il responsabile del Cts.
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