Dolce o salato, cibi pronti o piatti elaborati: ognuno ha bisogno di qualcosa di diverso per sentirsi confortato. Dalla pizza alla Sachertorte, fino al tonno in scatola. La regola è una sola: il gusto deve avere il sapore di casa.

Pizza

Quando sono nata, in un ospedale di Napoli, mio padre è corso a comprare una pizza per mia madre che aveva appena partorito. Il pizzaiolo, per contribuire alla nostra gioia, la ha preparata a forma di cuore. Era scritto nel mio destino: è la pizza, il cibo che più mi rincuora. Mi piace con l’impasto elastico ma non gommoso, e con la mozzarella di bufala che fila. Mi piace perché la pizza è speciale ma è per tutti, è democratica. Perché ricorda le sue origini napoletane ma è internazionale. Perché la sola idea di addentarla mette allegria.

Francesca De Benedetti


Pasta con le polpettine

Le polpette sono piatto tipico in tutto il mondo. La variante di Patti Marina (ME), e nello specifico di casa mia, tramandata da nonna a mamma (e malauguratamente ferma lì), è un abbraccio culinario per tristezza, felicità e fame. In questa versione, vanno con la pasta.

L’impasto di carne si mescola con grana e pangrattato. Le palline di grandezza small (polpettine) vengono soffritte e cotte in brodo. A parte vengono bolliti gli spaghetti, da saltare poi con il brodo delle polpettine. L’impiattamento ricorda gli spaghetti di Lilli e il vagabondo (Disney). Formaggio sopra a piacere.

Vanessa Ricciardi


Käsespätzle

Crescere con il piede in due scarpe (o in due culture, nel caso specifico), comporta un legame forte con singoli odori e sapori che teniamo a portata di ricordo quando siamo lontani da una delle due case. Per me, quel pensiero consolatorio è il sapore dei Käsespätzle, gli gnocchetti di pasta all’uovo che si mangiano sia come contorno che come piatto principale, gratinato al formaggio e arricchito con pancetta e porri. La leggenda vuole che fosse un pasto frequente del mio genitore 1 quando ero ancora un feto, ma resta il fatto che, per me, nulla è casa quanto i Käsespätzle.

Lisa Di Giuseppe


Nutella

Ok, questo non è un contenuto sponsorizzato. È un endorsement spassionato: il mio giudizio sugli hotel varia a seconda della sua presenza o meno al buffet della colazione; conduco class action contro le gelaterie che espongono questo gusto usando dozzinali creme alla nocciola, ingannando il consumatore che al primo boccone prova una sensazione di sconfitta; aspetto (con immutata fiducia) uno zaino griffato Nutella della raccolta punti del 2005. Mi chiedo perché il signor Ferrero non mi abbia ancora assunto come testimonial. Nell’attesa, datemene un altro cucchiaino.

Carmelo Leo


Alici fritte

«Non si puliscono le alici», recita un cartello esposto sul banco di pesce nel mio quartiere. Devo dire che quel cartello non mi è mai piaciuto perché pulirle è una procedura lunga, fastidiosa, ma ne vale la pena. Non c'è pesce, più delle alici, che riesca a conciliare valori nutritivi, qualità, freschezza e sollievo del palato. Lo chiamavano pesce povero perché era la rimanenza dei mercati, nella cucina dei ricchi non trovava spazio, ma non sapevano quello che si perdevano. Oggi non è più così: al forno, con la pasta, ci sono anche i derivati come la colatura, ma le alici fritte restano insuperabili.

Nello Trocchia


Tonno in scatola

Quando torni a casa dopo un lungo viaggio e non hai niente in frigo. Quando hai quasi finito lo stipendio e vuoi risparmiare. Quando sei solo e semplicemente non vuoi alzarti dal divano per cucinare, nella dispensa o in qualche scaffale troverai sempre una scatoletta di tonno all’olio d’oliva pronta a salvarti. Che sia un pranzo con una pasta sugo e tonno, una merenda con un toast tonno e pomodoro o una cena a base di insalata non c’è nulla di più veloce e sinonimo di affidabilità. Nel momento del bisogno c’è sempre.

Chiedetelo agli studenti fuori sede o a chi, come me, spesso è pigro in cucina.

Youssef Hassan Holgado


Torta di amaretti

Avrei tanti modi di argomentare che la torta di amaretti che faceva mia nonna Nora è una torta perfetta. Per la consistenza, soffice, ma con un pochino di crosticina. Per il sapore, con la dolcezza degli amaretti perfettamente bilanciata dall’intensità del cioccolato fondente e dal profumo della grappa. Per la versatilità, dato che si mangia volentieri tanto a colazione quanto come dessert. Ma la verità è che è il mio comfort food perché ce la faceva trovare ogni volta che la andavamo a trovare, e non conosco tanti modi migliori di una torta per dire a qualcuno che gli vuoi bene.

Maria Tornielli


Sacher

John Shore è un ricercatore americano. Sul finire degli anni Ottanta, ha scritto un libro per aiutare chi soffriva di ansia per la tecnologia.

Lo ha chiamato L’algoritmo Sachertorte: la sua teoria è che, in fondo, anche le cose complicate si possano semplificare. La programmazione funziona come la ricetta per la Sacher di sua zia: un insieme ordinato di passaggi, che porta a un risultato inaspettato. Nella Sacher c’è l’atmosfera di un impero al tramonto, la Vienna di metà Ottocento, i salotti e le loro contraddizioni. Incredibile che tutto questo riviva semplicemente seguendo una ricetta, come se fosse una porta cosmica sulla storia.

Daniele Erler

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