Almeno quattordici ragazze sono state aggredite e molestate da diversi gruppi di ragazzi in tre diversi momenti. La polizia sta lavorando per identificare tutti gli aggressori: per ora ci sono 12 indagati e due fermati
Proseguono le indagini sulle aggressioni e le molestie sessuali avvenute la notte di Capodanno a Milano nei confronti di almeno nove ragazze. Mercoledì mattina la procura di Milano ha disposto il fermo per due persone che, secondo il procuratore milanese facente funzione Riccardo Targetti, avrebbero compiuto «pesanti violenze sessuali, quasi complete, accompagnate da rapine di cellulari e borsette». Intanto sono emerse cinque nuove vittime, tutte ventenni. Due di loro hanno presentato denuncia.
Cosa è successo la sera del 31 dicembre
La sera di Capodanno a Milano almeno quattordici ragazze sono state aggredite in piazza Duomo poco dopo la mezzanotte, da diversi gruppi di ragazzi che hanno iniziato ad accerchiarle e molestarle. In un primo momento sembrava che le vittime fossero nove, ma man mano che procedono le indagini ne emergono di nuove: un gruppo di cinque amiche, una studentessa di 19 anni assieme a un’amica, due ragazze tedesche, una giovane di Genova e una di Vicenza.
Le ragazze venivano circondate e strattonate, poi trascinate nella calca, dove subivano violenze senza che il resto della piazza potesse rendersi conto di cosa stava succedendo. Alcune sono state derubate, tutte molestate, ad alcune sono stati strappati o tolti i vestiti, e molte presentavano escoriazioni o lesioni al termine dell’aggressione.
La polizia sta lavorando per ricostruire la dinamica delle aggressioni, ma per ora sembra che non ci fosse un disegno premeditato concordato dai diversi gruppi di ragazzi che hanno compiuto le violenze.
Le testimonianze e le denunce
Tutte le ragazze che hanno testimoniato negli scorsi giorni hanno parlato di esperienze simili: «era uno schifo», «non so dire quante mani avessi addosso», «urlavo, colpivo, e loro ridevano».
La prima a denunciare è stata la studentessa di 19 anni, salvata dall’intervento degli agenti in tenuta anti sommossa che hanno disperso gli aggressori.
«Siamo state travolte da 40, 50 ragazzi – ha raccontato l’amica che era con lei – ci hanno toccate, ci spingevano e ci passavano da un ragazzo all’altro». Un terzo amico si è rotto un dito nel tentativo di difenderle, riuscendo a tirare fuori dalla calca solo una delle due. L’altra è stata sollevata da terra e portata all’interno dell’enorme gruppo di ragazzi.
«Ho urlato cercando la mia amica – ha spiegato l’altra giovane – sono salita su un muretto per individuarla ma l’ho persa di vista». Quando sono arrivate le forze dell’ordine, ha detto, lei «era lì che cercava di coprirsi con il giubbino, non aveva più indumenti addosso. Era rannicchiata per terra piena di lividi, i pantaloni abbassati alle caviglie».
Hanno denunciato – a Mannheim, in Germania – anche le due ragazze tedesche che un video mostra in preda al panico mentre la folla di aggressori le pressa sulle transenne della piazza.
«Vedevano che piangevo, li supplicavo di fermarsi ma non si fermavano, ridevano –ha raccontato una di loro –. Ho pensato “mio Dio stanno per stuprarmi”».
«Non riesco ancora a dormire – ha spiegato l’amica –. Mi sveglio nel mezzo della notte tremando. È successo così in fretta... All’improvviso c’erano decine di persone addosso a noi e non capivo chi stesse facendo che cosa. Volevamo scappare, ma c’era troppa gente. A un certo punto ho sentito mani dappertutto, anche dentro il reggiseno che mi è stato praticamente strappato».
Venerdì hanno denunciato anche una ragazza della provincia di Genova che si trovava a Milano con il fidanzato – e che ha raccontato agli investigatori di essere stata palpeggiata mentre si trovava in Duomo – e una giovane in provincia di Vicenza. Gli investigatori stanno vagliando anche i racconti delle ragazze intervistate nei giorni scorsi dalla Rai, che al momento pare non abbiano ancora formalizzato una denuncia.
Gli indagati e i perquisiti
Per ora la polizia ha identificato 18 giovani come presunti autori delle molestie, residenti tra Milano e Torino. Due sono ospiti di una comunità per minorenni, nove residenti a Torino in zona Barriera di Milano, uno a Rozzano e uno nella Bergamasca. Sono ragazzi tra i 15 e i 21 anni, 15 maggiorenni e tre minorenni, tutti di origine straniera.
Sono stati rintracciati attraverso software di riconoscimento facciale, incrociando video delle telecamere di sicurezza e immagini postate sui social con il database della polizia che cataloga chi ha precedenti penali.
Nella mattina di martedì la squadra mobile ha perquisito tutti i 18 ragazzi, indagandone 12. I reati contestati loro sono violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni aggravate. Per quanto riguarda i due giovani fermati mercoledì mattina, uno a Milano e uno a Torino, hanno rispettivamente 21 e 18 anni.
Il primo, Abdallah Bouguedra, è nato a Torino, mentre il secondo, Mahmoud Ibrahim, è nato in Egitto e vive a Milano col padre. I due sarebbero coinvolti in almeno due aggressioni.
Sono stati riconosciuti nei video raccolti dalla polizia grazie agli indumenti che indossavano: Ibrahim aveva un giubbotto verde e la felpa con il cappuccio giallo, mentre Bouguedra ha i capelli tinti di biondo e portava un giubbotto rosso.
Secondo la procura, i due giovani hanno agito ingannando le vittime, attirandole con la scusa di fare apprezzamenti non richiesti o di chiedere loro un contatto, e poi le hanno aggredite. Ora si trovano entrambi in carcere, uno a San Vittore e uno a Torino, ma entrambi si proclamano innocenti. I genitori li definiscono come dei «bravi ragazzi».
Mentre proseguono le indagini, il comune di Milano ha annunciato che si costituirà parte civile in un eventuale processo. Inoltre, il sindaco Beppe Sala ha chiesto scusa alle ragazze a nome della città.
«Porterò in giunta nei prossimi giorni una delibera per assumere 500 vigili. Serve più gente sul territorio», ha detto Sala. «La tecnologia che abbiamo ci ha aiutato a individuare i colpevoli, ma serve qualcosa che al momento, non retroattivamente, faccia in modo che certi episodi non avvengano più».
© Riproduzione riservata