Milone denuncia nuovi furti dei prelati nella curia che il papa non ha ripulito
Pope Francis during a Mass on All Souls' Day for bishops and cardinals who died in 2022, in St. Peter's Basilica at the Vatican Nov. 2, 2022. Photo by: Stefano Spaziani/picture-alliance/dpa/AP Images
Mattia Ferraresi ed Emiliano Fittipaldi
10 novembre 2022 • 12:14Aggiornato, 11 novembre 2022 • 09:18
L’ex revisore generale vaticano, Libero Milone, da anni in tensione con i vertici della della segreteria di Stato per le opache circostanze intorno alle sue dimissioni nel 2017, ha deciso di passare alla guerra giudiziaria.
Assieme al suo collaboratore Ferruccio Panicco, Milone ha depositato al tribunale vaticano una citazione contro il segretario di Stato, Pietro Parolin, e contro l’ufficio del revisore generale, guidato da Alessandro Cassinis, chiedendo un risarcimento di 10 milioni di euro.
Panicco, malato di tumore, sostiene che la Santa sede si è rifiutata di restituirgli i documenti medici personali che conservava nel suo ufficio quando è stato stato perquisito, nel giugno 2017, cosa che avrebbe ritardato di almeno 12 mesi le cure.
FOTO Pope Francis during a Mass on All Souls' Day for bishops and cardinals who died in 2022, in St. Peter's Basilica at the Vatican Nov. 2, 2022. Photo by: Stefano Spaziani/picture-alliance/dpa/AP Images