Il Regno Unito è stato il primo paese in Europa che si è trovato ad affrontare, nella lotta contro il coronavirus, la nuova variante Delta, più contagiosa e parzialmente in grado di superare la protezione garantita dai vaccini. Oggi il paese è un osservato speciale: Delta infatti sta diventando prevalente anche oltre la Manica e quello che sta accadendo sull’isola presto potrebbe accadere nel resto del continente

Trasmissabilità ed effetti

La variante Delta è stata identificata per la prima volta in India lo scorso ottobre e ha iniziato a diffondersi nel Regno Unito a partire da gennaio. La variante presenta una serie di mutazione della cosiddetta proteina “spike”, la “chiave” utilizzata dal virus per penetrare nelle cellule dell’ospite.

Grazie a questa mutazione, il virus riesce in parte a evadere l’immunità garantita da una precedente infezione da un altro ceppo di coronavirus. Un primo studio sulla variante Delta effettuato a maggio ha mostrato come queste mutazioni consentissero alla variante di infettare le persone il 50 per cento più efficacemente della variante Alpha, la cosiddetta inglese.

La variante Delta si trasmette il doppio più velocemente dell’originale coronavirus e, a oggi, è la più veloce variante mai registrata. Anche per questo, a maggio l’Organizzazione mondiale della sanità ha promosso Delta da “variante sotto indagine” (Vuc) a “variant of concern” (Voc), o “variante che desta preoccupazione”.

Gli effetti

La variante è ritenuta responsabile della seconda ondata dell’epidemia in India, che ha causato decine di milioni di contagi e probabilmente diverse centinaia di migliaia di morti (il bilancio ufficiale è di 400mila morti, ma si ritiene che il numero reale sia molto più alto).

Nel Regno Unito la variante è ritenuta responsabile di quella che oggi viene ufficialmente definita una terza ondata, l’aumento vertiginoso di casi registrati nell’ultimo mese. Iniziata tra la fine di maggio e i primi di giugno, l’ondata ha visto raddoppiare i casi ogni settimana per tutto il mese di giugno. Erano tremila al giorno all’inizio del mese, passati a seimila alla fine della prima settimana. Oggi i nuovi casi registrati sono circa 30mila al giorno.

Di fronte al rapido incremento dei casi, il governo ha rinviato la fine di tutte le restrizioni anti Covid dal 21 giugno al 19 luglio. Nonostante il rapido incremento dei casi, la nuova data della riapertura definitiva è stata però confermata proprio questa settimana. La diffusione rapida della variante ha sorpreso molti che ritenevano l’elevato tasso di vaccinazioni anti Covid sufficiente per proteggere il paese da un terza ondata.

A oggi, più di un britannico su due ha ricevuto entrambe le dosi di vaccino. Anche se il vaccino non ha bloccato del tutto la trasmissione del contagio, ne ha ridotto considerevolmente l’impatto. Confrontando i dati dei contagi e dei ricoveri in ospedale degli ultimi giorni con quelli di gennaio, risulta che a parità di contagi, il numero di ospedalizzazioni è quasi dimezzato, segno che i vaccini rimangono efficaci nel prevenire le conseguenze più serie della malattia anche in caso di contagio con variante Delta.

Sebbene l’aumento dei casi sia paragonabile alle scorse ondate pandemiche, i dati sulle ospedalizzazioni e sui decessi non rendono ancora così visibile l’inizio della terza ondata. Il motivo è sia l’effetto dei vaccini, sia il ritardo tipico di questi dati (la curva dei decessi e delle ospedalizzazioni è ritardata rispetto a quella dei nuovi contagi).

Varianti di varianti

A giugno, una nuova mutazione di Delta ha iniziato a essere individuata. Ribattezzata “variante nepalese” o “Delta plus”, la comunità scientifica è ancora divisa sul considerarla una variante separata dall’originale. Un altro membro della famiglia è la variante Kappa. Identificata in India nel mese di dicembre, ha caratteristiche simili alla Delta, anche se è abbastanza diversa da giustificare una nuova denominazione.

Al momento Kappa sembra essere diffusa soprattutto in India. Ha fatto la sua comparsa in decine di paesi al mondo, ma sembra per il momento diffondersi meno rapidamente di Delta.

Variante e vaccini

Gli studi sul campo hanno cercato e cercano di stimare quanto i vaccini siano efficaci contro il diffondersi di Delta. Secondo uno studio effettuato dall’Agenzia governativa inglese sulla salute, la doppia dose di vaccino Pfizer dà una copertura pari al 96 per cento rispetto al rischio di ospedalizzazione. Sempre nella stessa ricerca, anche le due dosi di vaccino AstraZeneca aiutano il 92 per cento contro l’ospedalizzazione. Analizzando dati canadesi, un secondo studio ha evidenziato come il vaccino Pfizer fosse efficace all’87 per cento nel prevenire l’infezione con la variante Delta.

Questa settimana, sebbene su dati ancora preliminari e sottolineandone l’incertezza della stima, le autorità israeliane hanno pubblicato il risultato di uno studio che dimostra come il vaccino Pfizer sia meno efficace nel prevenire le infezioni da variante Delta (solo il 64 per cento). Infine, a partire da giugno, una serie di studi ha ipotizzato che Delta possa essere non solo più contagiosa, ma anche causare una malattia più grave.

Il Regno Unito resta osservato speciale in questo periodo per capire come saranno le prossime settimane anche per l’Italia e gli altri paesi europei. Ma guardando ai dati e agli studi disponibili fino a oggi una cosa è ancora più evidente: l’importanza di continuare a vaccinare la popolazione il più velocemente possibile.

 

© Riproduzione riservata