La cuccagna è un provvedimento che prima aveva un nome famigerato, Tabella H, un documento regionale che contiene elargizioni di soldi pubblici a destra e a manca. In quel testo ogni consigliere regionale siciliano può inserire un contributo a questa o quella realtà associativa. A spulciare i contributi di quest’anno, spunta lo stanziamento di 100mila euro a un’associazione culturale, Progetto Teatrando.

E, insieme al maxi emendamento, quei fondi raccontano le mani sulla cultura di Fratelli d’Italia, dalla commissione regionale passando per l’assessorato fino al governo nazionale. Il provvedimento regionale, in nome della promozione turistica, destina 8 milioni di euro a una ottantina di associazioni dove “l’amichettismo” è bipartisan, il tutto attraverso elargizioni discrezionali.

Da Sortino a Catania

Iniziamo da Sortino, piccolo comune di 8mila abitanti in provincia di Siracusa, dove ha sede proprio l’associazione Progetto Teatrando, territorio feudo di Carlo Auteri, numero due del partito meloniano nell’assemblea siciliana, fedelissimo di Manlio Messina, il vicecapogruppo alla Camera di FdI vicino alla presidente del Consiglio Meloni, già assessore allo Spettacolo nel governo regionale guidato da Nello Musumeci.

E cosa c’entra Auteri con Teatrando? L’associazione si trova, secondo la documentazione ufficiale, in via Aldo Moro a Sortino. È lo stesso indirizzo della famiglia dell’esponente del partito di Meloni, dove l’onorevole ha anche risieduto in passato. Del resto, l’esponente di FdI in Sicilia ha fondato nel 2008 l’associazione, insieme al suo socio storico Mario Fraello.

Auteri, da legale rappresentante, aveva chiesto anche fondi alla regione per più anni fino a che ha lasciato il suo incarico, come ci racconta al telefono non prima di infilare una ridda di insulti. «Siete degli ignoranti, vi ho già querelato e siete degli sciacalli (per un precedente articolo sui fondi all’associazione Abc, ndr)», ha esordito Auteri. L’onorevole sostiene che la sede dell’associazione sia a Catania da anni e il tutto è in aggiornamento, ma negli atti ufficiali la sede legale ci porta nel suo feudo elettorale. «All’associazione “Progetto Teatrando” di Sortino, per la realizzazione di attività artistiche presso il Teatro Musco di Catania» va un «importo di 100mila euro», si legge all’articolo due del documento regionale.

«Comunque non figuro più all’interno dell’associazione. Ho sostenuto la società per salvare uno dei teatri più importanti del Novecento, il teatro Angelo Musco di Catania in cui non ho assolutamente alcun ruolo, il direttore artistico è Francesca Ferro», ha argomentato Auteri. Ma Progetto Teatrando è una sua creatura, come è scritto nero su bianco nell’atto costitutivo: «Ho fondato l’associazione 25 anni fa e non sono al suo interno da 12 anni. Ora la gestisce Tommaso Patania, che mi ha aiutato a diffondere la cultura in Sicilia. Io faccio teatro, faccio cultura. Non è che perché sono in politica non faccio più la mia professione. Questa è la verità: il sostegno al teatro Musco è disciplinato dalla legge. Se avessi avuto un ruolo sarebbe inopportuno sostenere il teatro».

L’attenzione per il Musco

Auteri ha sempre rivendicato la propria attenzione nei confronti del teatro catanese. Qualche anno fa, nel 2021, è stata completata la ristrutturazione, e il rilancio proprio con la firma della coppia di imprenditori Auteri e Fraello, che hanno presenziato all’inaugurazione di quella stagione.

Il nome del big siciliano di FdI, come raccontato da Domani, ricorre anche nell’intreccio tra associazione Abc e la società di produzione Abc, due realtà distinte ma che anche in questo caso condividono lo stesso indirizzo come sede a Sortino, in viale Mario Giardino. L’associazione ha ricevuto dei fondi regionali. «Sono stati erogati attraverso il Furs», ha detto Auteri sul punto. Qualche anno dopo, la società di produzione, fondata da Fraello (che risulta ancora amministratore), ha fatto una donazione di 20mila euro al partito di Giorgia Meloni. Tutto legittimo, certo. Ma è l’ennesimo intreccio tra politica e affari culturali. «La scoperta di questi fatti mi ha spinto a presentare un atto ispettivo formale per chiedere se l’assessorato e soprattutto il presidente della regione ne fossero a conoscenza. Siamo davanti a una questione morale e di confini di opportunità abbondantemente superati. Io mai mi sognerei di fare avere un contributo di 100mila euro a una associazione la cui sede legale è a casa di mia madre. I cittadini devono sapere, ho il dovere di denunciare il sistema senza filtri», dichiara l’onorevole Ismaele La Vardera, vicepresidente della commissione antimafia e anticorruzione al Parlamento siciliano.

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