Le trasformazioni del futuro saranno guidate esclusivamente da interessi commerciali e politici che favoriscono pratiche che aumentano le disuguaglianze sociali e fanno vivere a più persone precarietà ed esclusione? Oltre 3.000 studiosi provenienti da oltre 100 paesi ne discuteranno, dal 4 al 6 luglio, a “Crossroads for Organizations: Time, Space and People”, la conferenza che si terrà presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca
Le discipline scientifiche non sono semplicemente una raccolta di metodi e teorie; esse promuovono anche una consapevolezza su quali nuove domande valga interrogarsi perché come affermava Peter Drucker – uno dei pensatori più influenti in materia di teoria e pratica del management: «Il pericolo più grande in epoca di turbolenza non è la turbolenza in sé, ma agire con la logica di ieri».
Le grandi sfide sociali e ambientali del presente e del futuro rappresentano uno stimolo in tal senso, catalizzando gli sforzi di vari settori di ricerca.
Le grandi sfide includono i cambiamenti climatici e i loro effetti devastanti sull’ambiente, l’impatto della digitalizzazione su vari aspetti della vita, compresi il lavoro, la privacy e la sicurezza; e le diverse forme di discriminazioni e disuguaglianze.
Le grandi sfide sono sempre più spesso utilizzate come quadro di riferimento per indirizzare la ricerca e le politiche verso obiettivi di alto impatto e rilevanza globale. Queste richiedono un approccio concertato da parte di governi, organizzazioni, ricercatori e cittadini per essere affrontate in modo efficace. In quanto problemi altamente complessi e significativi, richiedono soluzioni innovative e coordinate da parte di diverse discipline.
Gli studi organizzativi
Fra di esse, il settore di ricerca che si occupa della teoria e lo studio delle organizzazioni, talvolta indicato come studi organizzativi, negli ultimi anni sta prestando una rinnovata e intensificata attenzione alle grandi sfide sociali.
Gli studi organizzativi combinano concetti e ricerche provenienti dall’antropologia, comunicazione, psicologia e altre scienze sociali per studiare come individui, gruppi e organizzazioni interagiscono e collaborano.
Sebbene una buona parte dell’attenzione sia rivolta alle situazioni in cui i membri si sono uniti per perseguire attività commerciali, il termine “organizzazione” è sufficientemente ampio da includere non solo le imprese a scopo di lucro ma tutte le associazioni, istituzioni, e altri gruppi che sono stati formati e sono operativi per uno scopo specifico.
Tra i principali argomenti indagati dagli studi organizzativi, vi sono le teorie riguardanti gli scopi delle organizzazioni; come le organizzazioni creano valore per i membri dell’organizzazione e per la società nel suo complesso; descrizioni dei vari stakeholder interni ed esterni di un’organizzazione, inclusa una revisione dei loro contributi e aspettative; gli elementi fondamentali della gestione organizzativa, inclusi struttura, cultura, progettazione e fattori ambientali; una descrizione di alcuni dei principali determinanti dell’efficacia organizzativa e i metodi per misurare l’efficacia.
Elementi umani
Piuttosto che concentrarsi semplicemente sugli aspetti tecnici della gestione di un’organizzazione, gli studi organizzativi si occupano dunque anche degli elementi umani, tra cui come migliorare la soddisfazione lavorativa, creare una cultura del lavoro sana; migliorare la e promuovere la diversità e l'inclusione sul posto di lavoro. Ma perché fra le scienze economico-sociali, e in particolare gli studi organizzativi rappresentano ora uno strumento di indagine e allo stesso tempo di orientamento prezioso?
Se da un lato, le organizzazioni impresa sono spesso parte di ciò che dà origine alle grandi sfide, ad esempio quando si impegnano in pratiche che alimentano gli aspetti “oscuri” e problematici della trasformazione digitale che crea nuovi lavori ma non quanti quelli che va a sostituire, dall’altro lato le organizzazioni possono aiutare ad affrontare tali sfide, ad esempio promuovendo innovazioni responsabili che mitigano i cambiamenti climatici e l’inclusione sociale.
Il compito delle scienze socioeconomiche e in particolare degli studi organizzativi oggi è dunque di indagare quali elementi rappresentano gli snodi cruciali per le organizzazioni del presente e del prossimo futuro. Le trasformazioni del futuro saranno guidate esclusivamente da interessi commerciali e politici che favoriscono pratiche che aumentano le disuguaglianze sociali e fanno vivere a più persone precarietà ed esclusione, non sentendosi in grado di delineare un futuro per sé e le proprie famiglie? Oppure, le organizzazioni basate sul mercato potranno svolgere un ruolo importante nell’affrontare le grandi sfide sociali, stimolando processi di trasformazione per migliorare il benessere sociale?
È quindi urgente che gli studiosi di organizzazioni prendano posizione criticamente reindirizzando la discussione in corso verso una seria considerazione delle responsabilità sociali e societarie delle organizzazioni e cercando soluzioni alternative che possano meglio incontrare le aspettative delle persone – che sono allo stesso tempo forza lavoro, clienti, utenti e cittadini – per un impatto positivo sulle loro vite.
Opportunità di confronto e di discussione sarà dunque “Crossroads for Organizations: Time, Space and People”, conferenza cui parteciperanno oltre 3.000 studiosi provenienti da oltre 100 paesi, che si terrà presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, dal 4 al 6 luglio, promossa da Egos – European Group for Organisational Studies – l’associazione accademica di studi organizzativi.
Adriano Solidoro, docente e ricercatore di studi organizzativi presso il Dipartimento di scienze economiche aziendali e diritto per l’economia, Università degli studi di Milano-Bicocca e organizzatore della 40esima edizione di Egos Colloquium.
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