- Marcello Minenna, ex direttore dell’agenzia delle Dogane, oggi indagato per corruzione, era diventato un plenipotenziario della terza agenzia fiscale e, nel periodo di regno, si era occupato anche di Ludoil, l’azienda di Donato Ammaturo, l’imprenditore ed editore dell’Espresso dallo scorso maggio.
- L’impero petrolifero di Ammaturo ha accolto di recente un manager molto vicino a Massimo D’Alema: si tratta di Rodolfo Errore, nominato amministratore delegato di Luce Spa, fino al 2021 presidente di Sace, la società assicurativa finanziaria, controllata dal ministero dell’Economia.
- Minenna, nei suoi cinque anni alla testa delle dogane, ha assunto decisioni contestate.
Marcello Minenna, ex direttore dell’Agenzia delle dogane, oggi indagato per corruzione, era diventato un plenipotenziario della terza agenzia fiscale e, durante il suo “regno”, si era occupato anche di Ludoil, l’azienda petrolifera dell’imprenditore Donato Ammaturo, dallo scorso maggio editore dell’Espresso grazie all’acquisizione del 49 per cento delle quote vendutegli da Danilo Iervolino.
Il controllo sull’Agenzia di Minenna era totale. Come ha documentato un video pubblicato dal nostro quotidiano, aveva anche chiesto ai suoi collaboratori di riferire ogni notizia in merito a indagini giudiziarie o richiesta d’informazioni da parte delle procure.
Nei suoi cinque anni alla guida delle dogane ha assunto decisioni contestate, alcune anche oggetto d’indagine penale. Domani ne può rivelare una che non è d’interesse investigativo, non è citata nell’inchiesta della procura di Forlì sul sistema di potere di Minenna, ma è meritevole di attenzione per i soggetti coinvolti.
Il primo dicembre 2020 l’economista ha assunto un altro incarico interno all’agenzia, quello di direttore interregionale ad interim per la Campania e la Calabria, e tra le prime delicate decisioni assunte, c’è quella riguardante Ludoil. È sua la firma sotto un documento di vitale importanza per il colosso petrolifero, di proprietà del magnate nolano Ammaturo.
Rodolfo Errore
Il colosso imprenditoriale di Ammaturo ha accolto di recente un manager molto vicino a Massimo D’Alema. Si tratta di Rodolfo Errore, nominato amministratore delegato di Luce spa (la holding green del gruppo), fino al 2021 presidente di Sace, società assicurativa finanziaria controllata dal ministero dell’Economia.
Ludoil, di cui Errore è direttore generale, tra il 2020 e il 2021, ha ottenuto da Sace, all’epoca ancora presieduta da Errore, garanzie su prestiti bancari per un totale di circa 35 milioni.
La società pubblica, nel periodo dell’emergenza pandemica, ha assunto un ruolo di primo piano nella concessione di garanzie statali alle aziende più grandi, non solo a Ludoil, e tutto, chiaramente, in modo trasparente e regolare. Errore era stato nominato dall’allora ministro Roberto Gualtieri, oggi sindaco di Roma anche lui considerato vicino a D’Alema. Il manager è stato anche senior advisor in Ernst & Young, il colosso globale delle consulenze. Con EY ha collaborato anche l’ex presidente del Consiglio D’Alema.
Ma torniamo alla firma di Minenna. Perché quel provvedimento interessava tanto alla galassia di Ammaturo? Ludoil ha, attraverso società controllate, diversi depositi di prodotti energetici in regime di deposito fiscale. In pratica sono autorizzati a detenere i prodotti in sospensione di imposta ma, in caso di necessità, lo stato può attingere da quelle riserve.
Ludoil, come gruppo, ha unicamente il deposito di Nola che però è fondamentale perché, con quella licenza, può agire anche sugli altri depositi controllati.
Nell’ottobre 2020 sul colosso si abbattuto un provvedimento dell’Agenzia delle dogane che avrebbe potuto causare gravissime conseguenze. Con una nota l’Agenzia fiscale disponeva «la sospensione con revoca dell’autorizzazione al deposito commerciale in regime di deposito fiscale a far data dal primo dicembre 2020».
Una decisione che avrebbe avuto un effetto a catena anche sul servizio di bunkeraggio nel porto di Civitavecchia con carattere di interesse pubblico. Insomma, uno sconvolgimento degli assetti aziendali.
La firma
Qui si inserisce Minenna che, nel primo giorno da direttore ad interim, si deve occupare dell’annosa questione e firma subito il provvedimento “salva” Ludoil. «Le ragioni esposte dal ricorrente risultano, a una prima lettura prognostica, non solo non evidentemente infondate ma anche articolate in modo tale da poter prevedere (…) un potenziale accoglimento delle stesse», scriveva Minenna.
L’allora direttore ad interim aggiungeva anche che la decisione assunta era volta a evitare «un danno irreparabile che sarebbe cagionato dall’interruzione della operatività della società ricorrente, con evidenti irreversibili ricadute economiche e lesione degli interessi pubblici in termini di disservizi e danni economici diretti ed indiretti (...) in attesa della definizione del presente procedimento giustiziale».
La decisione sospendeva in via cautelare i provvedimenti assunti indicando agli uffici «ogni attività istruttoria e ulteriore provvedimento all’esito della stessa e ai fini della definizione del ricorso».
In pratica tutto veniva rimandato. Del caso si tornava a discutere in una riunione tecnica, nel marzo 2021, alla presenza di Minenna e della responsabile del procedimento, Paola Ercolano. «Verifica dei requisiti per la gestione di depositi commerciali di prodotti energetici in regime di deposito fiscale», era uno dei temi trattati. In particolare, però, si occupavano del ricorso presentato da Ludoil. La riunione si concludeva prevedendo «un approfondimento istruttorio, che potrà essere completato entro un mese, non solo per la definizione della controversia Ludoil ma anche per valutare le singole posizioni dei titolari dei depositi fiscali».
Un mese dopo il direttore Minenna, in merito al ricorso di Ludoil e facendo proprio riferimento alla riunione tecnica, stabiliva, con una determina, una revisione «della decisione amministrativa opposta», in ragione del «corretto perseguimento dell’interesse pubblico». Così gli atti impugnati venivano annullati e veniva assegnato agli uffici il compito di una nuova istruttoria.
Un riferimento alla vicenda si trova successivamente in una determina, firmata dal dirigente Roberto Galdi, che si occupa di una istanza di esonero presentata proprio da Ludoil.
Nelle pieghe del provvedimento si legge che è «tuttora pendente il provvedimento per la verifica della permanenza in capo alla Ludoil (...) del mantenimento dell’efficacia del provvedimento autorizzativo di istituzione del deposito fiscale». E per questo veniva stabilita l’impossibilità di valutare l’ipotesi di estensione dell’ammontare dell’esonero per l’impianto in questione.
Da allora cosa è successo? «Il direttore Carmine Laudiero è in ferie, chiami tra tre giorni», ci rispondono dall’ufficio di Napoli 2. «Non mi occupo più del caso e non ricordo l’esito del ricorso», dice Ercolani. Abbiamo così chiesto all’ufficio stampa dell’Agenzia delle dogane, ma senza ricevere risposta.
«Si precisa che l’istruttoria è ancora in corso e che a oggi sono state poste in essere tutte le attività necessarie al corretto svolgimento dell’iter burocratico, nel pieno rispetto della normativa vigente», dice l’ufficio stampa di Ludoil.
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