Le fasi previste dalla campagna vaccinale in Italia sono quattro e prevedono l’impiego di tre vaccini
Dopo i ritardi nella consegna di dosi da parte di Pfizer e Moderna, il vertice del 4 febbraio tra governo, regioni e il commissario straordinario per l'emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri ha rimodulato il piano delle vaccinazioni anti Covid cambiando di conseguenza anche il calendario delle somministrazioni delle varie categorie individuate.
Quali sono le fasi?
Le fasi previste dalla campagna vaccinale in Italia sono quattro. La prima mira a vaccinare gli operatori sanitari e socio-sanitari, gli ospiti dell’rsa e gli over 80. Le persone da 60 anni in su, quelle con fragilità di ogni età, i gruppi sociodemografici a rischio più elevato di malattia grave o morte e il personale scolastico ad alta priorità sono invece i target della seconda fase mentre la terza vede protagonisti il personale scolastico, i lavoratori di servizi essenziali e dei setting a rischio, carceri e luoghi di comunità e, infine, le persone con comorbidità moderata di ogni età. La quarta fase prevede invece la vaccinazione per la popolazione rimanente.
Quali vaccini saranno utilizzati
I vaccini Pfizer e Moderna, che hanno un’efficacia che oscilla tra il 94 e il 95 per cento, saranno utilizzati per i soggetti fragili e più anziani, mentre il vaccino AstraZeneca, con un’efficacia provata prossima all’82 per cento, sarà destinato ai soggetti tra i 18 ed i 55 anni. Per questo motivo già a partire da febbraio, la Fase uno e la Fase tre procederanno insieme attraverso due percorsi paralleli. Riassumendo, dunque, i farmaci di Pfizer e Moderna saranno somministrati agli over 80 e ai più fragili, quello di AstraZeneca, invece, al di sotto dei 55 anni a personale scolastico, forze armate e di polizia, personale carcerario e detenuti.
Affinché questo possa avvenire bisognerà quindi attendere l’8 febbraio quando AstraZeneca inizierà a consegnare le dosi alle autorità italiane ed europee. Proprio sul tema delle consegne continua la discussione tra l’azienda farmaceutica e l’Unione europea dopo che la società ha annunciato la riduzione del 60 per cento delle dosi pattuite inizialmente con gli stati comunitari.
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