Verranno definite nuove misure nelle prossime ore. Si valuta anche la chiusura dei negozi nel fine settimana. Il direttore sanitario di Milano: «Non riusciamo a tracciare i contagi. State a casa»
- L’incubo Covid-19 torna a investire la Lombardia che si conferma la regione con più nuovi casi. Sindaci e regione hanno chiesto di fissare al più presto il coprifuoco alle 23. Le misure del dpcm appena varato non sono abbastanza.
- A preoccupare è soprattutto la tenuta degli ospedali, visto il costante aumento di ricoveri, tanto che il presidente Attilio Fontana e il sindaco di Milano, Beppe Sala hanno detto al ministro della Salute Roberto Speranza di procedere al più presto.
- Speranza è d’accordo e la regione valuta anche opportuna «la chiusura, nelle giornate di sabato e domenica, della media e grande distribuzione commerciale, tranne che per gli esercizi di generi alimentari e di prima necessità».
L’incubo Covid-19 torna a investire la Lombardia che si conferma la regione con più nuovi casi, e sindaci e regione hanno chiesto il coprifuoco alle 23. A preoccupare è soprattutto la tenuta degli ospedali, visto il costante aumento di ricoveri, tanto che il presidente Attilio Fontana e il sindaco di Milano, Beppe Sala hanno detto al ministro della Salute Roberto Speranza di procedere al più presto. Speranza è d’accordo: «Sono d’accordo sull’ipotesi di misure più restrittive in Lombardia. Ho sentito il presidente Fontana e il sindaco Sala e lavoreremo assieme in tal senso nelle prossime ore».
Regioni e comuni reputano opportuna «la chiusura, nelle giornate di sabato e domenica, della media e grande distribuzione commerciale, tranne che per gli esercizi di generi alimentari e di prima necessità».
Il direttore sanitario di Milano, Vittorio Demicheli per primo ha lanciato l’allarme: «Non riusciamo a tracciare tutti i contagi, a mettere noi attivamente in isolamento le persone. Chi sospetta di aver avuto un contatto a rischio o sintomi stia a casa».
Secondo i dati diffusi dalla Regione sono infatti 1.6887 i nuovi casi di positivi al coronavirus registrati nelle ultime 24 ore, con 14.577 tamponi effettuati e una percentuale positivi/tamponi all'11,5 per cento. Sei inoltre i decessi registrati nelle ultime 24 ore, dato che fa salire il totale dei morti da Covid-19 da inizio pandemia a 17.084.
Per quanto riguarda le strutture sanitarie nelle ultime 24 ore si sono avuti tre nuovi pazienti in intensiva per un totale di 113, mentre sono 71 i nuovi ricoveri in non intensiva (1.136). Non rasserena neanche il dato dei guariti (341), in aumento rispetto al giorno prima, per un totale complessivo di 86.738, di cui 1.718 dimessi e 85.020 guariti.
La situazione è particolarmente delicata a Milano che si conferma la provincia con più casi (814, quasi la metà della regione) e con il capoluogo lombardo che da solo vede 436 nuovi casi, più dell'intera Liguria. Qualche timore inizia a circolare anche in tribunale, con il terzo pm positivo e il quarto piano chiuso per sanificazione, anche se di focolaio non si può parlare così come di chiusura delle Aule.
Per le autorità locali l’ultimo dpcm presentato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte non è sufficiente. Sindaci e Regione hanno infatti chiesto al governo un coprifuoco dalle 23 alle 5, con lo stop «di tutte le attività e degli spostamenti, ad esclusione dei casi 'eccezionali' (motivi di salute, lavoro e comprovata necessità), nell'intera Lombardia», come si legge nella nota diffusa a termine del vertice che ha visto riuniti sindaci di tutti i Comuni capoluogo, il presidente dell'Anci, Mauro Guerra, i capigruppo di maggioranza e di opposizione e il governatore Attilio Fontana.
In regione, con «la rapida evoluzione della curva epidemiologica e dalla previsione della 'Commissione indicatori' istituita dalla DG Welfare», al 31 ottobre, potrebbero esserci circa 600 ricoverati in terapia intensiva e fino a 4mila in terapia non intensiva.
Da qui anche la necessità non solo di chiudere prima bar e ristoranti ma anche i negozi nel fine settimana.
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