Il presidente del Consiglio superiore di sanità a SkyTg24: «I dati si riferiscono a un uso costante, tra la prima e la seconda vaccinazione, dello stesso tipo di vaccino. Esplorare situazioni alternative mi sembra significativamente aleatorio. Non dico che non possa funzionare, però starei su una strada solida e consolidata». E sulle dosi in arrivo in Italia rassicura: «Entro giugno almeno 20 milioni di vaccinati»
«Dobbiamo restare all’evidenza dei dati disponibili. I dati si riferiscono a un uso costante, tra la prima e la seconda vaccinazione, dello stesso tipo di vaccino. Andare ad esplorare situazioni alternative mi sembra significativamente aleatorio. Non dico che non possa funzionare, però starei su una strada solida e consolidata»: con queste parole Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), ha espresso il proprio scetticismo sullo studio per determinare l’efficacia dell’uso in combinazione di due dosi di diversi vaccini contro il Covid-19 annunciato dall’Università di Oxford.
Secondo Locatelli, ospite della trasmissione “Buongiorno” su SkyTg24, è dunque consigliabile mantenere la stessa tipologia di vaccino tra prima e seconda dose, senza usarne due diversi. Il presidente del Consiglio superiore di sanità, inoltre, si è soffermato sul numero di dosi disponibili in Italia, dopo le polemiche delle scorse settimane per i ritardi nelle consegne dei vaccini: «La disponibilità di vaccini anti-Covid – ha detto – entro il mese di giugno è quantificabile nell'ordine più o meno dei 40 milioni di dosi».
«Quindi – ha concluso Locatelli – dovremmo arrivare largamente a una cifra importante di persone che vengono a essere vaccinate. Siamo nell’ordine dei 20 milioni di persone almeno per il mese di giugno».
Leggi anche:
-
Il virus si diffonde in aria e le superfici sono (quasi) sicure
-
«Sui vaccini l’America e gli altri hanno scelto egoismo e incertezza»
-
Il “Covid lungo” e la fatica di tornare a vivere dei sopravvissuti
© Riproduzione riservata