In totale sono oltre sette milioni le persone che non hanno ricevuto nessuna dose di vaccino. Diminuiscono invece i contagi del 27,9 per cento, stabili i decessi. Il presidente della fondazione mette in guardia dal pericolo di disinformazione
Il monitoraggio settimanale della fondazione Gimbe sullo stato della pandemia mette in evidenza che nella settimana compresa tra il 2 e l’8 febbraio si registra un ulteriore calo del 41,6 per cento dei nuovi vaccinati tra gli over 50, rispetto alla settimana precedente.
- Nonostante l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale e l’imminente introduzione dell’obbligo di Green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati dell’ultima settimana è sceso a quota 47.951, cioè il 41,6 per cento in meno rispetto alla settimana precedente. Calano anche le somministrazioni tra le fasce 12-19 e 20-49.
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All’8 febbraio, spiega il rapporto, sono ancora 7,1 milioni le persone senza nemmeno una dose di vaccino. Di queste 1,8 milioni sono guarite da meno di 180 giorni, mentre 5,3 milioni sono vaccinabili. Nino Cartabellotta, presidente della fondazione avverte però sul pericolo di disinformazione, notando che «si stanno insinuando nel dibattito scientifico e politico termini che nulla hanno a che vedere con la situazione attuale: dalla circolazione endemica del virus addirittura all’imminente fine della pandemia. Distorsioni della realtà molto pericolose perché eccesso di ottimismo e disinformazione».
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Per quanto riguarda gli altri aspetti, relativi contagi, decessi e ricoveri, nell’ultima settimana si registra una riduzione di nuovi casi del meno 27,9 per cento (649.345 contro 900.027 della settimana precedente). Un dato Un dato in parte conseguente alla minore circolazione del virus, documentata dalla riduzione del tasso di positività dei tamponi, in parte al calo del 15 per cento dei tamponi effettuati. I decessi restano tendenzialmente stabili: 2.587 di questa settimana contro 2.581 di quella precedente. In calo anche i casi attualmente positivi (1.927.800 contro 2.476.514), le persone in isolamento domiciliare (1.908.087 contro 2.455.092), i ricoveri con sintomi (18.337 contro 19.873) e le terapie intensive (1.376 contro 1.549).
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