Il vaccino AstraZeneca è «sicuro ed efficace» e non causa un generale incremento del rischio associato ai coaguli di sangue. Lo ha annunciato ieri durante un’attesa conferenza stampa l’Agenzia europea del farmaco (Ema) che ha condotto negli ultimi giorni una studio aggiuntivo sui potenziali effetti collaterali del vaccino dopo che numerosi paesi europei ne avevano sospeso la distribuzione.

Avvertenze

Anche se i benefici del vaccino risultano superiori ai potenziali rischi e non è stato rilevato un aumento delle trombosi tra i vaccinati, l’Ema non ha potuto escludere i legami tra il vaccino e una rara forma di trombosi cerebrale, conosciuta con la sigla Cvst.

Questo potenziale rischio andrà attentamente monitorato, ha detto l’agenzia, e dovrà essere inserito nel foglio illustrativo del vaccino. L’agenzia, ha detto ieri la direttrice Emer Cooke, sta studiando anche metodi alternativi per informare pazienti e operatori sanitari di questa possibile connessione.

L’Ema nel frattempo proseguirà le sue indagini. «Se fosse per me mi vaccinerei domani, ma vorrei sapere cosa mi accadrà successivamente e garantire questo è quello che stiamo provando a fare», ha detto Cooke.

Secondo Sabien Straus, presidente della commissione farmacovigilanza di Ema, la modifica degli avvertimenti riguardo al vaccino «è importante che venga comunicata a pubblico e operatori affinché comprendano al meglio queste informazioni, permettendo così di mitigare gli effetti collaterali».

Ripartono le vaccinazioni

Il presidente del Consiglio Mario Draghi è stato il primo leader europeo ad annunciare la ripresa delle somministrazioni di AstraZeneca, che ricomincerà oggi alle 15 dopo l’autorizzazione ufficiale di Aifa, l'equivalente italiano dall’Ema.

Non tutti i paesi però riprenderanno immediatamente. Il primo ministro svedese Stefan Löfven ha detto che le autorità del paese esamineranno attentamente le conclusioni di Ema prima di decidere la ripresa delle vaccinazioni, un processo che richiederà «qualche giorno».

Il generale Paolo Figliuolo, commissario straordinario all’emergenza Covid-19 in Italia, aveva detto questa settimana che lo stop alla somministrazione ha probabilmente determinato un ritardo complessivo nella vaccinazione pari a 200mila dosi.

Questa settimana, la velocità media di somministrazione è stata pari a circa 150mila dosi al giorno.

La sospensione

Lo studio aggiuntivo sul vaccino AstraZeneca da parte di Ema era iniziato questa settimana dopo che 13 paesi europei avevano sospeso le vaccinazioni in seguito alla segnalazione di alcuni casi sospetti di Cvst individuati in persone che avevano da poco ricevuto il vaccino.

La Germania è stato il primo grande paese europeo a fermare la somministrazione del vaccino ed è stata seguita, tra gli altri, da Italia, Francia e Spagna.

Ema non ha mai sospeso l’utilizzo di AstraZeneca e anzi ha continuato a sostenere che la sua efficacia era comunque superiore anche ai potenziali rischi di cui si è parlato questa settimana. La sospensione è stata una decisione presa dai singoli stati membri.

I timori

Dopo la sospensione che gli stati membri hanno deciso tra lunedì e martedì, l’Ema ha iniziato una revisione di emergenza dei dati che avevano spinto alla sospensione: l’incremento apparentemente anomalo dei casi di Cvst, una patologia che colpisce le vene del cervello la cui frequenza nella popolazione è controversa, ma che è normalmente nell’ordine di pochi casi per milione di abitanti.

L’aumento riscontrato in questi è infatti molto ridotto in termini assoluti: poco più di una decina di casi su milioni di persone vaccinate. Ma secondo l’Ema ci si poteva aspettare di individuare tra i vaccinati circa un caso di Cvst ogni milione di persone. Gli stati membri ne hanno invece segnalati 12 per milione.

Ieri, un gruppo di ricercatori norvegesi ha pubblicato un articolo in cui afferma di aver stabilito una connessione tra vaccino e Csvt. L’Ema, invece, ritiene che ancora non ci sia una prova definitiva di questa connessione, ma è una situazione che «merita ulteriori analisi». L’agenzia non ha ancora fatto in tempo a esaminare lo studio norvegese.

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