Il presidente del Consiglio e la ministra della Giustizia andranno all’istituto di pena casertano dove il 6 aprile 2020 gli agenti di polizia penitenziaria si sono resi responsabili di violenze, pestaggi e torture, ai danni dei detenuti
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi e la ministra della Giustizia Marta Cartabia domani, mercoledì 14 luglio, visiteranno la Casa Circondariale “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere. Come anticipato da Repubblica e confermato da una nota ufficiale di Palazzo Chigi, il premier e la guardasigilli arriveranno nell’istituto di pena – dove il 6 aprile 2020 gli agenti di polizia penitenziaria si sono resi responsabili di una «orribile mattanza» nei confronti dei detenuti – alle ore 16. Al termine della visita, è previsto un punto stampa.
Il presidente del Consiglio, dopo che si è diffusa la notizia dell’indagine a carico di 112 persone per violenze, torture e depistaggi, e che Domani ha pubblicato in esclusiva i video dell’interno del carcere, non ha mai commentato il pestaggio avvenuto nel carcere del casertano lo scorso anno.
La ministra Cartabia, contattata dal nostro quotidiano subito dopo la pubblicazione delle riprese delle violenze, non ha voluto commentare in un primo momento. Nei giorni successivi, oltre a sospendere dal servizio 77 delle 112 persone coinvolte, ha dichiarato che quel pestaggio è stato «Un’offesa e un oltraggio alla dignità della persona dei detenuti e anche a quella divisa che ogni donna e ogni uomo della Polizia Penitenziaria deve portare con onore, per il difficile, fondamentale e delicato compito che è chiamato a svolgere».
Ha parlato anche di «tradimento della Costituzione: l’articolo 27 esplicitamente richiama il “senso di umanità”, che deve connotare ogni momento di vita in ogni istituto penitenziario. Si tratta di un tradimento anche dell’alta funzione assegnata al Corpo di Polizia Penitenziaria, sempre in prima fila nella fondamentale missione – svolta ogni giorno con dedizione da migliaia di agenti - di contribuire alla rieducazione del condannato».
Domani ha lanciato una petizione, che ha raggiunto oltre 20mila firmatari, in cui si chiede alla ministra Cartabia di riferire in Parlamento, cosa che ancora non ha fatto dopo la diffusione dei video delle violenze commesse all’interno del carcere.
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