- Il termovalorizzatore per Roma annunciato giovedì da Roberto Gualtieri sembra una possibilità sempre più concreta. La decisione del sindaco sarebbe infatti stata presa con la benedizione del governo.
- La chiave per la realizzazione di un progetto che lo stesso Gualtieri aveva negato in campagna elettorale di voler intraprendere è proprio nella celebrazione dell’anno santo, per cui è commissario straordinario.
- Il rischio che l’incarico già assegnato a Gualtieri non possa essere sufficiente per iniziare il percorso di realizzazione ha creato la necessità di un ulteriore intervento da parte del governo.
Il termovalorizzatore per Roma annunciato giovedì da Roberto Gualtieri sembra una possibilità sempre più concreta. La decisione del sindaco sarebbe infatti stata presa con la benedizione del governo: Gualtieri e il presidente del Consiglio Mario Draghi si sono confrontati già a novembre 2021, arrivando a mettersi d’accordo per la realizzazione dell’impianto nel quadro del Giubileo del 2025.
La chiave per la realizzazione di un progetto che lo stesso Gualtieri aveva negato in campagna elettorale di voler intraprendere è proprio nella celebrazione dell’anno santo. Il sindaco potrebbe infatti almeno accelerare i tempi, se non scavalcare addirittura qualche livello decisionale attraverso i poteri di commissario straordinario al Giubileo, di cui è stato insignito già a inizio febbraio. D’altra parte l’anno santo comincia tra due anni e mezzo, e per costruire un impianto da 600mila tonnellate annue come ha annunciato di voler fare Gualtieri in genere servono almeno 4-5 anni.
Il rischio che l’incarico già assegnato a Gualtieri non possa essere sufficiente per iniziare il percorso di realizzazione ha creato la necessità di un ulteriore intervento da parte del governo. Arriverà infatti in un decreto da promulgare la prossima settimana una norma che amplia ulteriormente i poteri del commissario, mettendolo così nelle condizioni di realizzare l’impianto.
Per finanziare il progetto appare verosimile che si possa fare ricorso ai fondi del Pnrr.
Una soluzione che mette d’accordo tutta la maggioranza, che ha manifestato il suo sostegno all’iniziativa di Gualtieri in un asse inedito, che raggruppa Pd, Azione e Lega. L’inaspettato annuncio del sindaco, che aveva colto di sorpresa gli alleati minori e raccolto immediate critiche dal Movimento 5 stelle, aveva invece ricevuto il plauso del segretario dem Enrico Letta, ma anche del leader del Carroccio Matteo Salvini, che ha commentato «Meglio tardi che mai». Meno inattesa l’approvazione di Carlo Calenda, che aveva sostenuto il bisogno di realizzare un termovalorizzatore già nella sua campagna elettorale.
Il rapporto con la Regione
Anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti aveva reagito in maniera piuttosto positiva all’annuncio di Gualtieri, spiegando che il sindaco aveva avuto «il coraggio e il merito di dire la verità», cioè che Roma è a corto di impianti per lo smaltimento dell’immondizia.
Una risposta inaspettata, considerato che la realizzazione del termovalorizzatore manderebbe a monte il lavoro che la giunta del Lazio ha portato faticosamente a termine dopo nove anni realizzando finalmente il piano regionale di gestione dei rifiuti.
Il documento della regione, sostenuto anche dai grillini, non prevede la possibilità di costruire impianti come quello che ha in mente Gualtieri. Anche perché è stato scritto insieme ai Cinque stelle, in giunta assieme al Pd. Difficile che si possa valutare una variante al piano negli ultimi scampoli di legislatura.
Oggi i Cinque stelle rischiano dunque di essere gli sconfitti del piano, se il disegno Gualtieri-Draghi dovesse andare in porto. A poco servirà lo striscione con cui hanno occupato ieri l’aula Giulio Cesare i consiglieri grillini e della Lista civica Raggi ecologia. I Cinque stelle continueranno a contestare la decisione di Gualtieri, ma non è detto che l’alleanza giallorossa ne uscirà sconfitta.
A guardare già avanti è invece l’assessora alla Transizione ecologica della Regione Lazio Roberta Lombardi, che in un’intervista a Repubblica spiega: «Se si continuerà a lavorare sui temi, dati alla mano, troveremo punti di caduta comuni». D’altra parte, alle elezioni regionali mancano soltanto pochi mesi.
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