Facendo una visita nella zona prestigiosa della Camilluccia, a Roma, sbirciando sui citofoni di eleganti condomini e incrociando i dati pubblici delle visure camerali, Domani ha scoperto come politici di primo piano sono riusciti qualche mese fa ad ottenere case di lusso a prezzo di saldo. Sconti da favola ottenuti da potenti della Lega e da candidati di Fratelli d’Italia, da ex ministri degli Esteri e da sottosegretari del governo Meloni. Che hanno nomi di peso come quello di Claudio Durigon, plenipotenziario nel Lazio di Matteo Salvini e sottosegretario al Lavoro, e di Francesco Rocca, presidente uscente della Croce Rossa voluto fortemente dalla premier come candidato a presidente della Regione Lazio.

Le storie delle compravendite dei due appartamenti a prezzi scontati di centinaia di migliaia di euro rispetto a quelli di mercato evidenziano l’esistenza di uno scandalo che premia i soliti noti e qualche furbetto. Ma anche di rapporti particolari che l’Enpaia, l’ente di previdenza per gli impiegati in Agricoltura guidato da Giorgio Piazza, ha con alcuni inquilini. L’Enpaia è un ente di diritto privato che paga le pensioni agli addetti del settore, e che dunque ha mantenuto - come si legge sul sito del ministero del Lavoro che ne detiene la vigilanza - la sua «natura pubblica, tanto che la legge affida» al dicastero per cui lavora Durigon «un sistema organico di controlli». Anche sulla gestione del patrimonio immobiliare dell’ente, su cui deve periodicamente relazionare anche la Corte dei Conti.

Casa Durigon

L’inchiesta di Domani parte a via Cortina d’Ampezzo, a casa di Durigon. Nel quadrante nord di Roma, anche se in discesa da qualche mese, i prezzi delle case sono in genere proibitivi per i comuni mortali. Circa 4-5mila euro al metro quadro secondo gli esperti specializzati.

Il sottosegretario al Lavoro ha potuto invece comprare a un prezzo scontatissimo un appartamento principesco all’interno di un complesso residenziale di proprietà dell’Enpaia. L’atto d’acquisto è del 23 giugno 2022. Durigon e la moglie Alessia Botta (il primo per un decimo, la seconda per 9 decimi della proprietà) comprano per appena 469 mila euro un appartamento di otto vani, di 170 metri quadri catastali complessivi, con terrazzo angolare e balcone. Compreso nel prezzo anche un box auto: solo quest’ultimo, a prezzi attuali di mercato, vale oltre 50mila euro. La coppia ha pagato Enpaia versando 9 assegni circolari ottenuti con un mutuo da 450 mila euro acceso presso la Banca del Frusinate. «Il prezzo di vendita» si legge nell’atto del notaio Giovanni Floridi «è stato determinato con le riduzioni di sconto previste nelle linee guida rispetto al valore determinato» dalle stime di una società terza, la Arc Re, che ha fatto la valutazione del patrimonio che Enpaia ha messo sul mercato.

Nell’atto di compravendita non viene indicato la percentuale di sconto, ma in alcune delibere Enpaia su altri condomini e nelle note dell’ente si fa riferimento sempre a uno sconto del 30 per cento, destinato però «solo agli inquilini» che hanno sottoscritto contratti di locazione «da oltre 36 mesi».

Ma quando è entrato Durigon nella casa come affittuario? Nel novembre 2017, quando il politico era vicesegretario della sindacato di destra Ugl e stava flirtando con la Lega di Salvini. Il rogito segnala però un dettaglio importante: il conduttore del contratto di affitto con l’ente previdenziale non era Durigon, ma l’Ugl. Il sindacato è rimasto il conduttore ufficiale dell’appartamento anche quando qualche mese dopo, nel marzo del 2018, Durigon prima è entrato in parlamento e poi è nominato sottosegretario al Lavoro del governo giallo-verde del Conte I. «È già capitato che il Sindacato abbia sostenuto l’onere della locazione a uso abitativo per alcuni dirigenti a livello nazionale non residenti a Roma» spiegano dalla confederazione «Nel caso di specie l’onorevole Durigon proveniva da Latina e rivestiva la carica di vicesegretario nazionale del sindacato».

L’Ugl (o meglio l’inquilino Durigon) sono riusciti a entrare nell’appartamento giusto in tempo per comprare con lo sconto qualche anno dopo. Solo un anno e mezzo prima il consiglio di amministrazioni di Enpaia aveva emesso delle delibere (citate nel contratto di compravendita) in cui comunicava di volere dismettere nell’immediato futuro parte del patrimonio immobiliare: in una prima delibera del 2015 (che contiene una lista di palazzi da vendere, dove non è presente quello di via Cortina d’Ampezzo) si chiarisce come diritto di prelazione sarà per gli inquilini, e il prezzo di vendita sarà proposto «con l’abbattimento pari al 30 per cento rispetto al valore di mercato libero». In un altro documento interno si estende il diritto anche ai parenti degli inquilini, mentre una delibera del 2016 stabilisce che «oltre ai soggetti familiari potrà essere indicato anche il coniuge del conduttore».

Nel 2017 Durigon è entrato in casa come vicesegretario della Confederazione, che gli pagava anche l’affitto. Certamente fino a marzo 2018. E poi? Chi ha pagato? «Allorché nel 2018 è stato eletto alla carica parlamentare, l’onere della locazione è correttamente traslato in capo allo stesso Durigon», dice l’Ugl.

Tuttavia nel 2022, almeno a leggere il contratto di vendita, è ancora l’Ugl ad apparire come unico e legittimo conduttore della locazione. Se il sottosegretario Durigon pagava davvero lui l’affitto, come mai non è stata fatta una “voltura” del contratto a suo nome? Possibile che l’Ugl abbia sub-affittato all’ex dirigente diventato deputato leghista? Abbiamo chiesto a Durigon di rispondere a questi dubbi, ma ad ora le domande sono rimaste inevase.

Ma come ha fatto Durigon a comprare la casa, visto che nel 2022 il conduttore era l’Ugl? Nel contratto c’è una risposta semplice: si segnala infatti che «la suddetta associazione aveva indicato il signor Durigon quale soggetto utilizzatore, e quindi titolato all’acquisto». Voilà. Possibile che il regolamento dell’Enpaia lo preveda, ma di delibere di questo sito sul sito non ne abbiamo trovate.

Conflitti di interesse

Di certo, le stranezze nell’affare Durigon sono molte. Come il rischio di conflitti di interessi multipli: non solo il leghista è stato infatti invitato spesso alle relazioni annuale della fondazione presieduta da Piazza, ma nel board dell’ente siede per statuto un rappresentante del ministero del Lavoro. Uffici che Durigon conosce benissimo, visto che ha ricoperto il ruolo di sottosegretario due volte: nel 2018 con il Conte 1 e ora con Meloni premier. Infine, se il ministero si occupa direttamente della vigilanza sulla fondazione, la delega è stata di competenza diretta di Durigon sia nel 2018 sia nel governo attuale.

Celebre per aver proposto di intitolare il parco di Latina dedicato a Falcone e Borsellino al gerarca Arnaldo Mussolini, fratello di Benito, e per avere qualche settimana fa spiegato che un laureato che prende il reddito di cittadinanza deve accettare «anche un posto di cameriere, non si può essere schizzinosi», la vicenda Durigon-Enpaia fa emergere altre circostanze non banali.

L’ente previdenziale è infatti il socio più importante di un fondo di investimento, chiamato 4AIM. Il presidente della spa è stato fino a un anno fa Federico Freni, avvocato avvicinatosi alla Lega laziale proprio grazie a Durigon, tanto da aver preso il posto di quest’ultimo quando si è dimesso per l’affaire del parco di Latina. Freni è stato poi eletto alle ultime elezioni, e oggi è sottosegretario al ministero dell’Economia.

Ebbene Freni è stato chiamato ai vertici della società di investimento tanto cara ai vertici di Enpaia nel novembre 2020, ed è rimasto sulla poltrona fino a ottobre 2021. Lo stesso Freni, infine, è finito nella bufera per aver comprato una casa ai Parioli da un altro ente previdenziale (l’Inpgi, anche lui azionista di 4AIM con il 14 per cento, con cui Freni collaborava come consulente), ottenendo come inquilino uno sconto del 25 per cento rispetto al prezzo di mercato.

Per la cronaca, i condomini del complesso della Camilluccia oltre Durigon hanno spesso incontrato anche Franco Frattini, ex ministro degli esteri e presidente del Consiglio di Stato prematuramente scomparso: anche lui ha affittato dall’Enpaia nel 2017 come Durigon, e anche lui nel 2022 ha comprato con lo sconto un attico da 230 metri quadri (con terrazzo perimetrale), un altro più piccolo da 67 metri quadri nello stesso stabile, più un box auto. Alla cifra complessiva di appena 840 mila euro.

Il vizio

La vicenda di Durigon riporta a un vizio antico: quello di certi politici fortunati che si sono comprati case e attici da sogno a prezzi che la gente normale nemmeno si sogna. Senza dimenticare vecchi casi di affitti ridicoli appannaggio solo di furbi e dei ben introdotti. Scandali su cui chi scrive indaga da anni, e su cui cadono mediaticamente tanti potenti: è scivolata Renata Polverini, ex presidente della Regione Lazio, che ha abitato per anni in una casa popolare dell’Ater con il marito senza averne le credenziali, pagando 300 euro al mese in un dei quartieri più belli di Roma. La passione per il mattone ha travolto Claudio Scajola, pizzicato a fare un affare stellare vista Colosseo «a sua insaputa». Problemi ne ebbe anche Filippo Patroni Griffi, ex capo del Consiglio di Stato come Frattini e oggi giudice costituzionale, che comprò una casa dall’Inps a 177 mila euro rivendendola poi a 800 mila euro.

“Affittopoli” lustri fa inguaiò mezza Dc e il ceto politico del vecchio partito comunista, Massimo d’Alema in primis, mentre la successiva “Svendopoli” descritta da Marco Lillo sull’Espresso una decina di anni fa mise in imbarazzo pezzi da novanta della politica come Luciano Violante, Clemente Mastella e Renato Brunetta, che nel 2005 comprò dall’ente Inpdai una casa di quattro vani a Roma per l’inezia di 113 mila euro.

Anche l’ex sindaco di Virginia Raggi fu travolta dalla vicenda dell’attico del suoi braccio destro Raffaele Marra, acquistato con un abbuono di mezzo milione rispetto ai prezzi di mercato dall’immobiliarista Sergio Scarpellini. Quest’ultimo prestò all’allora vice capo di gabinetto della grillina anche i soldi per comprare una seconda casa, stavolta dall’ente Enasarco: Marra fu condannato per quest’ultima fattispecie a due anni per corruzione, reato recentemente prescritto dalla Cassazione.

Il caso Rocca

La moda delle case scontate è dura a morire. Così, oltre a quella di Durigon, una nuova compravendita immobiliare potrebbe creare qualche impaccio anche a chi si appresta a diventare, sondaggi alla mano, il nuovo presidente della Regione Lazio. Cioè Francesco Rocca, ex Fronte della Gioventù con un passato turbolento (fu condannato giovanissimo a tre anni per spaccio di eroina) candidato dalla Meloni in persona al posto di esponenti del suo partito, su tutti il reietto Fabio Rampelli.

Anche Rocca ha acquistato infatti appena un mese e mezzo fa, il 14 dicembre 2022, un appartamento dell’Enpaia, a 400 metri da quello di Durigon. In un altro complesso immobiliare di proprietà dell’ente, immerso nella quiete e nel verde.

Nel contratto che Rocca firma con la fondazione prima si ricorda come «Enpaia ha riconosciuto un diritto di prelazione sulle unità immobiliari nei conduttori titolari di contratto di locazione», e poi si specifica che lo stesso Rocca ha un affitto «in essere», registrato a maggio del 2019. Anche qui, l’allora presidente della Croce Rossa è entrato appena in tempo per beneficiare della possibilità di acquistare con lo sconto del 30 per cento tre anni dopo. Ma cosa compra Rocca? Un appartamento di quasi 190 metri quadri con vari balconi, più cantina, un box auto e un altro posto scoperto, per poco più di mezzo milione di euro (570mila). Un affare d’oro chiuso grazie a un mutuo con la Banca Cambiano.

Sentito al telefono, il candidato di Meloni spiega di non conoscere nessun dirigente di Enpaia, e di non essere stato raccomandato: «Le proposte di affitto erano online. Il primo sito che controllo in genere è il sito dell’Inpgi. Gli sconti per l’acquisto vengono modulati a secondo dell’anzianità. Io ho avuto il massimo, il 30 per cento, perché ero inquilino da più di 36 mesi. Comunque la delibera di vendita è arrivato molto dopo il mio ingresso come inquilino, lo scriva sennò sembra una strana coincidenza».

Rocca, prima di trasferirsi alla Camilluccia, era in affitto alla Balduina. «Lì però stavo scomodo, non c’era parcheggio, così mi sono messo alla ricerca di un’altra residenza e l’ho trovata sul sito dell’Enpaia. Se conoscevo i vertici della fondazione? Guardi no, li ho conosciuti il giorno in cui ho fatto il rogito, volevano presentarmeli».

«Mi ricorda la pineta»

Rocca qualche giorno fa, durante la campagna elettorale contro Alessio D’Amato (candidato di Pd e Terzo Polo, vive in una casetta di borgata fuori il grande raccordo anulare presa da privati nel 2003) è intervenuto sul tema dell’emergenza abitativa e delle occupazioni abusive, spiegando che «non va confusa l’assistenza e la dignità di ogni essere umano con la pubblica sicurezza. Non si occupano le case, si dà dignità rafforzando l’Ater». Chiediamo al candidato della destra se sull’acquisto dei politici di case con lo sconto ci sia un problema di privilegi o di opportunità, e Rocca risponde che, come un cittadino normale, ha trovato la casa leggendo un annuncio pubblico: «Poi, prima di scrivere che la mia casa è bellissima, deve vederla. Certo mi piace perché si trova nel verde, in un punto bellissimo, ma tutto l’esterno cade a pezzi. Andranno fatti dei lavori. La casa Enpaia di Durigon? Non sapevo che abitasse qui vicino. Che, per caso è mio coinquilino? In effetti avevo visto degli appartamenti in affitto pure a Via Cortina d’Ampezzo, ero proprio indeciso. Ma siccome ero cresciuto ad Ostia, mi mancava la pineta. E ora qui sono rinato».

 

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