Sulle due sponde del calcio genovese i cambi di proprietà hanno soddisfatto i tifosi, ansiosi di liberarsi degli ex presidenti-patron Enrico Preziosi (Genoa) e Massimo Ferrero (Sampdoria). Ma i motivi di perplessità non sono stati dissolti e la situazione economica dei club rimane da monitorare
Il derby delle nuove proprietà. A Genova la partita stracittadina mancherà per la seconda stagione consecutiva e, vista la situazione, chissà quando se ne riparlerà. Il Genoa sta facendo bene nel suo campionato del ritorno in Serie A, al contrario della Sampdoria che conosce le durezze della Serie B e si ritrova, alla seconda sosta del campionato, sul penultimo gradino della classifica.
Ma nonostante le traiettorie così distanti, c’è qualcosa che accomuna le due tifoserie genovesi: il sostegno delle tifoserie alle nuove proprietà. Il fondo statunitense 777 Partners nel caso dei rossoblu, la coppia fondata da Andrea Radrizzani e Andrea Manfredi nel caso dei blucerchiati. Un entusiasmo che in parte è dovuto a quanto di buono le due tifoserie imputano ai nuovi proprietari, ma parecchio è dovuto al sollievo per essersi liberati dei due ex presidenti-proprietari: il genoano Enrico Preziosi e il sampdoriano Massimo Ferrero. Due non genovesi, sostituiti da altri non genovesi sui quali qualche interrogativo bisognerebbe porselo. E chissà che prima o poi questi interrogativi non si impongano anche nella bolla genovese, ancora in piena luna di miele coi salvatori delle patrie calcistiche.
La quota in pegno a Banca Sistema
l fondo statunitense 777 Partners si è annesso il Genoa nell’autunno 2021. Il club rossoblù è stato il secondo a entrare in un portafoglio di club calcistici che si è ampliato nel biennio successivo. Il primo è stato il Siviglia, che è anche stato per i signori di 777 Partners un esordio alquanto maldestro.
Pretendevano di scalare la maggioranza del club tramite il veicolo Sevillistas Unidos 2020 SL, ma non avevano fatto i conti con la forte tradizione associativa del calcio spagnolo. Probabile che quella falsa partenza abbia insegnato loro qualcosa, nel successivo percorso che ha condotto il fondo Usa a inglobare altri club in un sistema multiproprietario: oltre al Genoa ne fanno parte i francesi del Red Star Paris, i belgi dello Standard Liegi, i brasiliani del Vasco da Gama, i tedeschi dell’Hertha Berlino, gli australiani del Melbourne Victory e, a breve, gli inglesi dell’Everton. Cosa 777 Partners abbia intenzione di fare con tutti questi club è stato dichiarato dal suo co-fondatore Josh Wander, il più esposto del gruppo sulle questioni calcistiche tanto da essere appena entrato nel consiglio d’amministrazione dell’European Club Association (Eca), nel corso di una recente intervista rilasciata al Financial Times: dal loro punto di vista il calcio va incontro a «un’èra di ipercommercializzazione», da sfruttare in modo intensivo. E giusto per far capire verso quali direzioni ci si potrebbe espandere, Wander ha spiegato che ai tifosi bisognerebbe vendere non soltanto la birra ma anche le assicurazioni.
In attesa di piazzare polizze ai suoi tifosi-clienti la nuova proprietà del Genoa, per finanziare la società attraverso gli accordi di factoring, ha dato in pegno il 25 per cento del veicolo attraverso cui detiene circa il 99,9 per cento della società rossoblù. Si tratta di 777 Genoa CFC Holdings SRL, che con atto datato 13 settembre 2023 è stato dato in pegno a Banca Sistema come garanzia dei crediti da factoring, il cui ammontare viene indicato nell’atto «fino a 20 milioni di euro».
Banca Sistema è uno dei principali soggetti impegnati nel factoring per le società del calcio professionistico italiano. L’istituto anticipa il denaro sui crediti che i club devono incassare (soprattutto per diritti televisivi, ma anche per operazioni di calciomercato), portando a casa una commissione.
Ma è cosa anomala che la proprietà di una società di calcio (nel caso specifico, la 777 Italy Sports Holding Spa, veicolo che controlla 777 Genoa Cfc Holdings Srl e a catena Genoa Cricket and Football Club Spa) dia in pegno una quota della scatola di controllo della società di calcio per garantire i crediti del soggetto che si prende carico dell’operazione di factoring. Inoltre, dalla lettura dell’atto notorio risulta che fra i garanti dell’operazione vi è anche Sevillistas Unidos 2020 SL. Problemi di liquidità? E che forse la cabina di regia degli affari genoani stia in Spagna?
A precise domande il settore comunicazione del Genoa risponde che si tratta di una normale operazione di factoring, con quel 25% di 777 Genoa Cfc Holdings Srl che va inteso come garanzia collaterale. Quanto al ruolo di Sevillistas Unidos 2020 SL, viene specificato che si tratta di una holding creata da 777 Partners nell’ambito della sua presenza in Europa. Dal canto suo il settore comunicazione di Banca Sistema dichiara non esista possibilità di un ingresso della banca nel mondo del calcio e che «nel caso patologico di escussione di garanzie le azioni vengono realizzate attraverso la vendita». Rimaniamo in attesa di vedere cosa succederà.
Generosità per la Samp
Sul versante sampdoriano, a dispetto dei magrissimi risultati agonistici, una notizia positiva è giunta dal Tribunale di Genova che sul finire della scorsa settimana ha accettato il piano di ristrutturazione del debito avanzato dalla società blucerchiata.
L’esito non era scontato, tanto più se si tiene conto delle analisi sui suoi contenuti che abbondantemente sono circolate per i media e il web. Diciamo pure che le condizioni di criticità non mancano, e che più di un aspetto in quel piano desta perplessità. Quali i punti essenziali? In primis c’è che il debito fiscale da 49,1 milioni di euro viene ridotto dall’Agenzia delle Entrate a 17,7 milioni di euro, con lo stato che rinuncia a incassare i residui 31,4 milioni. Ma la generosità statale nei confronti della società blucerchiata non si ferma qui.
La Sampdoria era stata una delle poche società del calcio italiano (assieme al Genoa – arieccolo – e alla santificatissima Udinese della famiglia Pozzo) a chiedere la garanzia Sace per i prestiti bancari garantita dallo stato in conseguenza dell’emergenza Covid. In seguito alle inadempienze della Uc Sampdoria la garanzia (per complessivi 48 milioni di euro) è stata escussa dalle banche prestatrici, sicché il ruolo di creditore del club blucerchiato è passato allo Stato. Con cui la nuova proprietà della Sampdoria ha negoziato condizioni di estremo favore.
Riepilogando: il debito da 48 milioni può essere restituito per intero il 31 dicembre 2043, cioè fra vent’anni; il tasso d’interesse applicato sulla dilazione è del 2,50 per cento annuo, nettamente al di sotto dei tassi di mercato; di quel 2,50 per cento, la Sampdoria è libera di versare soltanto lo 0,25 per cento con possibilità di capitalizzare il restante 2,25 per cento; gli interessi verranno pagati soltanto a partire dal 2026; nel caso che da qui al 31 dicembre 2043 la Uc Sampdoria venisse ceduta a un nuovo investitore (ciò che viene ampiamente auspicato), la proprietà attuale potrà pagare soltanto il 50 per cento dei 48 milioni di euro, mentre il restante 50 per cento andrà versato soltanto nel caso in cui si incassi una cifra congrua; c’è poi la questione del credito di 28 milioni di euro da consolidato fiscale nei confronti di Sport Spettacolo Holding, il veicolo tramite cui Massimo Ferrero controllava la società ma che dopo i passaggi societari che hanno portato al cambio di proprietà non è più a capo della Sampdoria.
In conseguenza di ciò quel credito andrebbe riconsiderato come debito e indurrebbe a rivedere l’assetto dei conti blucerchiati con pesanti ripercussioni sul patrimonio netto. Per il Tribunale di Genova è tutto ok e non rimane che prenderne atto. Con l’augurio che il futuro della Samp sia nettamente migliore del presente e del passato recente.
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