Era stato nominato consigliere di Stato quasi un anno fa. Per due volte era stato ministro degli Esteri nel governo Berlusconi. Era stato a un passo dal diventare segretario della Nato al posto di Jens Stoltenberg
Era consigliere di Stato, ma soprattutto è stato ministro degli Esteri sotto il governo Berlusconi, ha avuto una lunga carriera politica e a un certo punto era a un passo per diventare segretario della Nato. Franco Frattini è morto nella sera della vigilia di Natale, aveva solo 65 anni.
Laureato in Giurisprudenza, magistrato, è diventato procuratore dello Stato nel 1981. Parlamentare, esponente di Forza Italia e del Popolo della Libertà, il ruolo di ministro degli Esteri lo ha rivestito fra il 2002 e il 2004 e poi ancora fra il 2008 e il 2011. Ma è stato anche vicepresidente della Commissione Europea e Commissario per la Giustizia, Sicurezza e Libertà negli anni 2004-2008.
Gli ultimi ruoli
L'ultimo incarico, quello da presidente del consiglio di Stato, gli è stato affidato lo scorso 14 gennaio. Negli stessi giorni, il suo nome era entrato nella rosa dei possibili aspiranti al ruolo di presidente della Repubblica, prima della rielezione di Sergio Mattarella.
Nell’estate del 2013 Franco Frattini era anche l’unico candidato per il ruolo di segretario generale della Nato. Oltre all’appoggio italiano, aveva ottenuto quello del Partito popolare europeo. Solo qualche mese più tardi però Angela Merkel – con l’appoggio dell’allora presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e poi del nuovo presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi – orchestrò l’elezione di un norvegese, Jens Stoltenberg.
Il ricordo di Berlusconi
«Franco Frattini è stato un vero servitore dello Stato: in Italia e all’estero dove si è fatto apprezzare da tutti per la competenza con la quale ha svolto il ruolo di Commissario europeo e poi di ministro degli Esteri», ha scritto Berlusconi su Facebook. «Di lui ricorderò sempre la grande capacità di affrontare col sorriso problemi complessi, di trovarsi a suo agio in ogni ruolo e la stima che ha seminato. Mancherà a me come a tutte le persone che hanno avuto la fortuna di poter collaborare con lui. Un abbraccio ai famigliari».
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