I giudici hanno accolto la richiesta dei pm per la società di cui fino a settembre 2023 la ministra del Turismo Daniela Santanchè era socia al 5 per cento. Il passivo della srl è di 8,6 milioni
È stata disposta l’apertura della liquidazione giudiziale, la procedura che ha sostituito il fallimento, dal tribunale fallimentare di Milano di Ki Group srl, la società dei prodotti bio di cui la ministra del Turismo Daniela Santanchè fino a settembre 2023 era socia al 5 per cento, detenuto da Immobiliare Dani. La decisione è arrivata dopo l’udienza del 18 dicembre.
I legali di Ki Group avevano chiesto l’ammissione al concordato semplificato, lo strumento con cui si blocca il fallimento, ma i giudici hanno accolto la richiesta presentata dalla procura a settembre ritenendo «irrituale la proposta di concordato semplificato depositata per via telematica il 12 maggio» dagli avvocati della società e revocato le «misure protettive» che avrebbero impedito per un periodo di tempo l’apertura del fallimento.
Per il tribunale di Milano la srl è in «uno stato di definitiva incapacità» di «far fronte regolarmente alle proprie obbligazioni». Nella sentenza ha inoltre precisato che non ha «più credito di terzi e mezzi finanziari propri», con un «passivo esposto in ambito concordatario di 8.625.912,96 euro».
Ci sono vari elementi, secondo i giudici, che dimostrano lo stato di insolvenza: tra questi, l’«impossibilità con l’attivo e il patrimonio societario di pronto realizzo a far fronte al passivo esposto in ambito concordatario» di oltre 8 milioni di euro, il «mancato deposito del bilancio al 31.12.2022» e «l’emersione già nel bilancio al 31.12.2021 di una perdita di esercizio di 11,8 milioni di euro circa e di un patrimonio netto negativo di 9,6 milioni circa».
I giudici rilevano poi che la richiesta di Bioera spa, la holding che avrebbe dovuto fornire una garanzia alla srl, di accedere alla procedura di composizione negoziata della crisi produce «conseguenze particolarmente rilevanti nel presente giudizio in quanto comportano prioritariamente la necessità per Bioera spa di affrontare la propria crisi a beneficio del proprio ceto creditorio (...) con riflesso inevitabile di attuale e insuperabile incertezza sulla sostenibilità del risanamento di altra società», Ki Group.
Le valutazioni dei pm
I pm Luigi Muzzi e Maria Giuseppina Gravina, titolari di diversi fascicoli relativi alle società di Santanchè come Visibilia, avevano rilevato «la manifesta inattitudine del piano proposto dalla ricorrente e la non fattibilità dello stesso con riguardo alle garanzie offerte per assicurare la liquidazione». Con un esplicito riferimento alla frode, visto che sarebbe stato fatto «in palese danno e in frode ai creditori con conseguente pregiudizio, aggravato, inoltre, dalla mancata comunicazione agli organi della procedura di importanti informazioni» sia «con riguardo alle integrazioni richieste dal Tribunale sia con riguardo alle reali condizioni attinenti lo stato di salute economico-finanziario della società Bioera Spa».
Nella proposta dei legali dell’azienda di concordato semplificato della società si prevedeva che la continuità della Ki Group Srl dovesse essere garantita da Bioera, con un intervento finanziario da oltre 1,5 milioni. Per i pm, «il piano proposto dalla società ricorrente, tramite la promessa di impegno economico presentata da Bioera Spa, società in evidente stato di insolvenza, non permette il raggiungimento dello scopo».
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