- Per capire la matassa di interessi di cui sono portatori gli Occhiuto è necessario partire dal potente ex capo di gabinetto del primo cittadino, fratello dell’Occhiuto candidato alla presidenza della regione. Che spunta anche in alcune informative sull’inchiesta sul rifacimento di piazza Bilotti a Cosenza, un altro capitolo che ha portato al rinvio a giudizio del sindaco Occhiuto insieme ad altre 12 persone.
- I fratelli Occhiuto risultano tuttora azionisti insieme a Potestio.
- I documenti societari rivelano che le società sono ancora attive, ma allo stesso tempo messe in liquidazione da anni.
Il potere degli Occhiuto a Cosenza è fatto di relazioni e amicizie. Si è consolidato con le nomine e con la gestione della cosa pubblica nei dieci anni in cui Mario Occhiuto è stato sindaco della città calabrese. Un potere che ha amministrato anche il fratello, Roberto, deputato berlusconiano e capogruppo di Forza Italia alla Camera, ora candidato favorito a diventare il prossimo presidente della regione, sostenuto dalle forze di centrodestra. La verità è che già alle passate elezioni che hanno visto la vittoria di Jole Santelli, sempre espressione di Forza Italia deceduta dopo pochi mesi dal voto, erano in molti a volere Mario e non Roberto alla guida della regione. Tuttavia il sindaco di Cosenza era ed è ancora considerato un «impresentabile», visti i suoi molti guai con la giustizia, non ultimo il processo in corso a Roma che ha già portato alla condanna in primo grado di Corrado Clini, l’ex ministro dell’Ambiente del governo Monti la cui compagna ha fatto l’assessora nella giunta Occhiuto a Cosenza. Insomma, Roberto vale Mario, riedizione calabrese del motto grillino “uno vale uno”.
Groviglio Occhiuto
Per capire la matassa di interessi di cui sono portatori gli Occhiuto è necessario partire da un nome: Carmine Potestio, il potente ex capo di gabinetto del primo cittadino, fratello dell’Occhiuto candidato alla presidenza della regione. Potestio è stato il super consigliere del primo cittadino per molti anni e ancora oggi è un suo grande sostenitore. Il rapporto tra gli Occhiuto e Potestio è andato ben oltre la semplice collaborazione istituzionale. Potestio infatti è tra i soci di affari degli Occhiuto. Una storia già vista con il manager nominato nelle aziende pubbliche del comune e allo stesso tempo socio del candidato in imprese che hanno beneficiato dei prestiti garantiti dal Medio credito centrale (controllato da Invitalia) destinati al sostegno delle imprese in difficoltà durante la pandemia. Su questo giornale abbiamo raccontanto nei giorni scorsi anche l’esistenza di alcuni bonifici tra il candidato alla regione e il socio-manager considerati sospetti dall’antriciclaggio di Banca d’Italia. «Tutto regolare», aveva replicato Roberto Occhiuto, che dopo aver letto l’articolo ha ribadito la sua correttezza ma confermando sia i prestiti sia il passaggio di denaro tra lui e il socio. Il rapporto con Potestio è antico. «Io socio di Potestio dove?», dice il candidato Occhiuto contattato per una avere una replica, «chiariamo questa cosa perché non ho nessun rapporto societario né con mio fratello né con Potestio». In parte è vero, ma resta l’anomalia di due aziende dove i fratelli Occhiuto risultano tuttora azionisti insieme a Potestio. I documenti societari rivelano che Superten Srl e Sa.Co.P srl sono ancora attive, ma allo stesso tempo messe in liquidazione da anni. Nell’elenco ufficiale della camera di commercio quindi Roberto Occhiuto risulta ancora socio del già capo di gabinetto del fratello. Se sono in liquidazione perché non cancellarle? «Sono vecchie attività, non dipende da me se non sono state ancora cancellate ma dal liquidatore», dice Potestio, che non ha dubbi su chi sosterrà alle regionali: «Certamente Occhiuto, la mia posizione politica è quella lì», conferma al telefono.
Tra bancarotte e sanità
Un’altra sigla unisce i destini di Potestio e degli Occhiuto, una terza società che ha avuto una storia giudiziaria travagliata. Si tratta della Ofin: su questa pesa l’ombra di una bancarotta fraudolenta, che ha causato molti guai al sindaco e a sua sorella, ma non a Potestio (socio al 20 per cento), che non è mai stato indagato. Nel frattempo il braccio destro degli Occhiuto ha investito denaro nella sanità privata, è titolare di un centro diagnostico accreditato con la sanità pubblica calabrese. La struttura di cui è azionista Potestio si chiama Anmi, centro privato e convenzionato con il sistema sanitario regionale. Anmi da quando è in mano a Potestio (2014) è diventato l’hub con maggiore utenza dell’area di Corigliano e Rossano, provincia di Cosenza. Nel 2019 alcune inchieste giornalistiche avevano svelato un’anomalia nella gestione delle prenotazioni all’ospedale di Corigliano-Rossano: era praticamente impossibile trovare un posto per una tac nella struttura pubblica, che riversava le richieste, accolte rapidamente, dalla clinica di Potestio. Il fatto era stato confermato dall’Asp di Cosenza, che all’epoca si giustificava così: l’anomalia «sarà risolta a breve grazie ad un protocollo sulle liste d’attesa siglato con il commissario per il piano di rientro dal debito sanitario». Il braccio destro degli Occhiuto contattato da Domani minimizza: «È il centro unico prenotazioni (Cup) che smista in base ai posti disponibili». Matteo Salvini è leader che sta mettendo la faccia più di altri per le elezioni calabresi. Il 23 settembre è tornato in regione per sostenere i suoi e il candidato Occhiuto. Ha parlato di sanità: «A me interessa che la sanità calabrese torni efficiente e in mano ai calabresi, finendola con il commissariamento imposto dallo Stato che ha portato solo debiti, licenziamenti, chiusure e problemi». Nessun giudizio sui conflitti di interessi dei ras delle cliniche private che si accompagnano al potere politico locale. Anzi, con i quali spesso sono una cosa sola.
Parentele e liste
Il fatto che Roberto Occhiuto diventerà probabilmente il capo della nuova giunta regionale e quindi governerà la sanità può fare solo piacere all’amico e vecchio socio Potestio, che però deve fare i conti con alcuni sospetti su parentele e rapporti personali costruiti negli anni trascorsi al fianco degli Occhiuto. Postestio ha un fratello processato per aver favorito un latitante dell’area cosentina, è stato assolto, ma la Cassazione nel verdetto finale scrive: «Risulta provato che abbia incontrato il boss latitante», questo tuttavia non vuol dire che lo abbia favorito in qualche modo. «Lo conosco da anni come una persona correttissima, brava», dice il candidato alla presidenza, che precisa: «Capita a moltissimi in Calabria di avere parenti che fanno scelte diverse. Sono stato l’unico che ho mandato liste alla commissione antimafia, ho terrorizzato i candidati nel chiedergli di stare attenti, ma non posso andare a vedere se c’è uno che ha sposato la figlia di un mafioso». Questa è la linea di Occhiuto, sono sufficienti le liste pulite per tenere a distanza la criminalità. Silenzio invece sulle frequentazioni e i sospetti che accompagnano le storie di chi raccoglie voti per il centrodestra. Carmine Potestio, dal canto suo, spiega che il fratello è stato assolto e che non conosce i dettagli della sentenza.
Il pentito
Il nome di Carmine, braccio destro degli Occhiuto, però spunta anche in alcune informative sull’inchiesta sul rifacimento di piazza Bilotti a Cosenza, un altro capitolo che ha portato al rinvio a giudizio del sindaco Occhiuto insieme ad altre 12 persone. Gli investigatori della guardia di finanza di Cosenza riportano le accuse, senza conseguenze per Potestio, del collaboratore di giustizia Adolfo Foggetti, capo cosca della provincia. L’allora capo di gabinetto era una «persona che introduce vari imprenditori nei lavori pubblici banditi dal comune di Cosenza», si legge nei rapporti della finanza. Altre ombre e sospetti sul socio e braccio destro dei fratelli Occhiuto. «Sono stato indagato e prosciolto in un filone su appalti pubblici al comune. Non entro nel merito delle dichiarazioni di un pentito che non conosco e che parla per sentito dire».
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