Giuliano Grego Bolli, allora al vertice dell’ateneo, il suo braccio destro Simone Olivieri, la docente Stefania Spina e il legale Maria Cesarina Turco per i pm devono rispondere, a vario titolo, di falso materiale, falso ideologico, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio per il test del calciatore uruguaiano considerato truccato dalla procura
L’ex rettrice dell’Università per stranieri di Perugia, l’ex direttore generale, la professoressa che ha seguito l’esame, e il legale della Juventus: la procura di Perugia ha chiesto per loro il rinvio a giudizio, indagati nell’inchiesta sull’esame di italiano sostenuto dall’attaccante uruguaiano Luis Suarez lo scorso 17 settembre.
Giuliana Grego Bolli, allora al vertice dell’ateneo, il suo braccio destro Simone Olivieri, la docente Stefania Spina e l’avvocata Maria Cesarina Turco per i pm devono rispondere, a vario titolo, di falso materiale, falso ideologico, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio.
I quattro avrebbero truccato l’esame del giocatore, che gli avrebbe permesso di ottenere la certificazione di lingua necessaria per richiedere la cittadinanza italiana, in vista di un possibile passaggio del calciatore dal Barcellona alla Juventus.
Nel corso dell’indagini della procura, condotte dal procuratore capo Raffaele Cantone e dai sostituti Paolo Abbritti e Gianpoalo Mocetti, lo stesso Suarez aveva ammesso di essere stato «aiutato» dall’università perugina, anche ricevendo in anticipo le tracce delle prove a cui sarebbe stato sottoposto nel corso del test.
Per i magistrati che hanno ricostruito la vicenda e per il gip Piercarlo Frabotta si tratta di un «esame farsa». Un ruolo decisivo, secondo gli inquirenti, lo avrebbe giocato proprio l’avvocata Turco, «il legale incaricato dalla società Juventus F.C. Spa» e ritenuto «concorrente morale e istigatrice» del falso ideologico.
A Turco, così come agli altri tre indagati, viene contestato di aver dichiarato che l’istituzione di una sessione straordinaria del test «era motivata da esigenze logistiche (connesse all’occupazione delle aule) e di sicurezza (connesse alla necessità di evitare assembramenti in relazione all’emergenza Covid), quando invece la sessione veniva istituita 'ad personam' solo per consentire a Suarez di ottenere, nei tempi richiesti dalla società sportiva Juventus e all’esito di una fittizia procedura d’esame».
Lo scorso febbraio l’esaminatore di Suarez, Lorenzo Rocca, è uscito dal processo dopo aver patteggiato un anno di reclusione (pena sospesa, ndr). Rocca, davanti al gip, ha ammesso che «la mia colpa è stata di non dire no al copione che mi è stato imposto e di averlo utilizzato, quindi non dire di no due volte, la prima quando Spina mi disse: “Allora ti mando il copione”, io avrei dovuto dire “Ma scherziamo!” e la seconda, più grave forse il giorno dell'esame per averlo poi utilizzato». Parole, queste, oggi presenti tra le prove a sostegno dell’accusa della procura perugina.
Non sono ancora state formalizzate invece le richieste nei confronti di Fabio Paratici, ex direttore dell’area sportiva della Juventus (ora al Tottenham), e dell’avvocato Luigi Chiappero, altro storico legale del club di Torino, indagati per aver reso false informazioni ai pubblici ministeri.
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