Romeo nel cercare di conquistare il voto ultracattolico in vista del Congresso Lombardo presenta una legge per la giornata della famiglia: esclude le famiglie omogenitoriali e appalta una settimana di lezioni a scuola e una campagna «su tutti i principali mezzi di informazione nazionali» al Forum delle Famiglie
E così è più chiaro, adesso: nel risiko dei riposizionamenti della Lega e delle sue guerre interne, è il senatore e capogruppo a Palazzo Madama, Massimiliano Romeo, a rimescolare le carte tirando a sé il consenso degli ultra cattolici in vista del Congresso della Lega Lombarda, di cui lui è il principale candidato.
Momento chiave per la storia del Carroccio: chi guida il partito in Lombardia di fatto ha in mano il motore di tutta la macchina. L’obolo portato dal senatore Romeo al mondo del Family day ha la forma di una legge depositata il 1° ottobre: «Istituzione della Giornata nazionale della famiglia».
Cosa si nasconde
Un ddl all’apparenza innocuo: la giornata è internazionale, si celebra ogni anno il 15 maggio ed è stata istituita nel 1993 dall’Assemblea generale delle Nazioni unite per diffondere una maggiore consapevolezza dei problemi che riguardano le famiglie e per aumentare la conoscenza dei processi sociali, economici e demografici che coinvolgono i nuclei familiari a livello globale.
Bisogna dunque leggere con attenzione la relazione firmata da Romeo che accompagna il disegno di legge: molto snello, soltanto quattro articoli. Il leghista cita oltre l’Onu anche la terza conferenza nazionale della Famiglia. Siamo nel 2017 la conferenza viene organizzata dal dipartimento per le Politiche della famiglia della presidenza del Consiglio dei ministri, con il supporto dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia.
Una conferenza passata alle cronache per aver escluso i nuclei familiari formati da coppie dello stesso sesso e dai loro figli. Così, a un anno e mezzo dall’approvazione della legge sulle unioni civili la conferenza decide di ignorare le “nuove” famiglie.
È passato quasi un decennio, tutto nel mondo è cambiato. Le famiglie arcobaleno in Italia sono diventate una realtà anche giuridica, grazie a varie sentenze, eppure fortemente ostacolate dall’attuale governo che grazie a sodalizio con i gruppi anti-scelta assorbiti dall’esecutivo, come già raccontato da Domani, tenta di bloccare la trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali e i progetti che diffondono l’educazione alle differenze nelle scuole.
Proprio nel nome di una rinnovata alleanza, Romeo pontiere interno tra gli osservanti del verbo salviniano e i nordisti, tenta di strappare il rosario dalle mani di Matteo Salvini promettendo l’ingresso all’interno delle «scuole di ogni ordine e grado» per una settimana intera delle associazioni anti-lgbt dando loro spazi per «lo svolgimento di attività didattiche, eventualmente legate alle peculiari tradizioni delle diverse aree territoriali del paese, volte a sensibilizzare gli alunni».
Ma non solo. L’articolo 3 della legge prevede «una campagna di comunicazione su tutti i principali mezzi di informazione nazionali al fine di diffondere i valori a fondamento della ricorrenza». La campagna sarà affidata «all’associazionismo familiare e in particolare», scrive nero su bianco Romeo, «al Forum delle associazioni familiari, che rappresenta oltre 3 milioni di famiglie italiane». Appaltare la comunicazione e una settimana scolastica ai gruppi del Family Day non è mai sembrato così semplice.
Del Forum delle associazioni familiari ha fatto parte già un ex leghista movimentista delle piazze anti-diritti, Simone Pillon, ex senatore. Le posizioni del Forum sono dichiarate e hanno incrociato spesso le istanze di Romeo: contro la legge 194 e per il diritto di ogni essere umano fin dal concepimento. Non è un caso che quest’anno Romeo abbia presentato un testo per riconoscere l’embrione e poi il feto come componente del nucleo familiare già dal concepimento.
Il Forum fa anche battaglie di peso contro il fine vita, contro la riaffermazione di genere per le persone trans, l’educazione alle differenze nelle scuole descritta come una «battaglia per salvare il matrimonio contro la colonizzazione della teoria del gender». Ma soprattutto contro la legge contro l’omotransfobia e l’adozione dei figli da parte delle coppie omogenitoriali.
Il sodalizio tra destra e pro vita
«La proposta di legge Romeo va nella direzione di saldare il sodalizio tra le destre di governo e i movimenti cattolici e provita», commenta a Domani Alessia Crocini, presidente di Famiglia arcobaleno. «Il Forum delle associazioni familiari è lo stesso che organizza gli Stati generali della natalità dove sfila tutto il governo e che si guarda bene dal coinvolgere tutte le realtà famigliari, anche quelle che esulano dal loro modello: eterosessuale, bianco e cattolico. Come Famiglie Arcobaleno rappresentiamo migliaia di famiglie in Italia, eppure veniamo costantemente cancellati se non perseguitati: dalle impugnazioni dei 40 certificati con due mamme a Padova alla proposta di legge Varchi contro la gestazione per altri».
«Le nostre famiglie – continua Crocini – affrontano gli stessi problemi di qualunque altra famiglia italiana, dal carovita alle difficoltà di conciliare lavoro e figli, con l’aggiunta della persecuzione di Stato. Per la futura Giornata della Famiglia, rigorosamente al singolare, le famiglie dei nostri figli e figlie saranno considerate o quel giorno sarà meglio tenerli a casa?».
La risposta sembra già scritta.
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