No matrimonio. Niente sesso, niente figli, niente uomini. Il 4B movement è nato in Corea appoggiandosi a questi quattro pilastri. Un ritorno al femminismo separatista per contrastare la misoginia che è da sempre una piaga nel paese. 

La B è un omofono per la parola coreana “bi”  (비/非),  che significa “no”, e rappresenta i quattro principi del movimento: bihon (no matrimonio), bichulsan (no figli), biyeonae (no appuntamenti) e bisekseu (no sesso).

Il movimento è nato nel 2017, l’evento scatenante era stato l’assassinio di una ragazza di 22 anni avvenuto il 17 maggio 2016 in un bagno pubblico nel quartiere di Ganggnam a Seoul. L’autore dell’omicidio, un uomo di 34 anni di nome Kim Sung-min, in tribunale aveva giustificato così il fatto: «Ho ucciso perché di solito le donne mi ignoravano» una formula spesso usata dagli incel, i celibi involontari.  

In seguito all’omicidio c’era stata una manifestazione spontanea, centinaia di donne si erano radunate in una piazza vicina al luogo in cui era stata uccisa per ricordarla. La tradizione oggi continua, le femministe di Seoul si ritrovano ogni 17 maggio per ricordare la 22enne uccisa. 

In quel periodo lo strumento preferito per raccontarsi e radunarsi però non erano le piazze fisiche, ma quelle online, ad esempio quella di Twitter o di Wadum, un forum dedicato esclusivamente alle donne. È qui che nasce il movimento 4B. 

Secondo la giornalista Hawon Jung, che nel saggio “Flowers of fire” ha raccontato la genesi dei movimenti femministi degli ultimi anni in Corea, per «alcune di queste donne l’astinenza dal matrimonio non è solo uno stile di vita. Bensì un modo per distruggere il patriarcato».

Molte delle donne che prestano giuramento al 4B difendono questa politica come risposta alle discriminazioni che subiscono ogni giorno. Come spiega Jung, per comprendere il movimento bisogna capire la società cui si fa riferimento: la Corea è un paese in cui «gli appuntamenti sono il preludio del matrimonio e il matrimonio il preludio del parto». Le donne sono intese come macchine da parto e il femminismo è stato biasimato dal governo in carica come causa del calo demografico. Non solo, la Corea del sud è lo stato oecd con il più alto divario salariale di genere. Secondo Lee Na-Young, professoressa di sociologia intervistata nel libro da Jung, «le norme patriarcali in Corea del sud, visto lo stato economico ed educativo delle donne, sono così implacabili che la resistenza contro di esse tende ad essere altrettanto intensa. Forme “estreme” come il 4B sono un monito per gli uomini. Fino a che questi non cambieranno le donne boicotteranno le relazioni romantiche».

La femminilità, una trappola 

Il 4B movement non è stato l’unico movimento nato dal basso a diffondersi in Corea del sud nell’ultimo decennio. Nel 2018 su Twitter e Youtube avevano cominciato a diffondersi foto e video sotto lo slogan dell’“Escape the corset” (rifuggi il corsetto), le donne riunite sotto questo motto avevano deciso di abbandonare i canoni estetici imperanti in Corea per mostrarsi al naturale. 

Nel paese il makeup è una cosa molto seria. Per prepararsi la mattina le donne usano in media tra i 10 e i 18 prodotti facciali e nel 2018 il peso dell’industria valeva circa 12.5 miliardi di dollari. Il rigetto per questa cultura è stato ispirato dal movimento delle 4B: nel 2018 il moderno corsetto è rappresentato dalla depilazione, dal makeup, dalle scarpe con il tacco, dalla chirurgia plastica, dalla cura dei capelli, e dai regimi alimentari restrittivi. La Corea del Sud ha una massiccia industria della chirurgia estetica, il cui intervento più popolare per le donne è la “doppia palpebra”, un'operazione che altera le palpebre per farle apparire più “occidentali”.

Perciò youtuber e influencer coreane molto note e seguite, il cui business era proprio il makeup, avevano deciso di levarsi quel simbolico “corsetto” e spogliarsi del trucco. 

Il ritorno del 4B movement 

Il movimento femminista coreano è recentemente tornato in auge dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali. All’indomani della vittoria molte donne hanno iniziato a postare video su Tiktok dicendo di volersi unire al movimento 4B: «Ieri sera ho fatto la mia parte come donna americana lasciando il mio fidanzato repubblicano e unendomi ufficialmente al movimento 4b questa mattina» dice una. Alcune di loro si sono riprese mentre si rasavano a zero, per allontanare ogni forma di sguardo maschile su di loro, e cercando di distanziarsi il più possibile dai tradizionali canoni estetici femminili: «Fanculo la tinta dei capelli. Fanculo al fatto che i miei capelli siano lunghi e folti... Fanculo all’essere tutto ciò che il patriarcato vuole che siamo perché, chiaramente, non gliene frega un cazzo di noi» dice un’altra, Maria Barbieri.

Molti analisti hanno osservato che una parte della vittoria di Trump è dovuta alla sua frequentazione della “manosphere” un angolo di internet in cui vivono valori machisti e antifemministi, dove gli uomini  hanno come principale fonte di informazione il podcast di Joe Rogan e quello di Tucker Carlson. La platea di questi show è composta prevalentemente da giovani che hanno premiato la partecipazione di Trump votandolo, la cosa non sorprende, come aveva raccontato all’inizio dell’anno il Financial Times i giovani maschi si sono spostati verso valori sempre più conservatori, mentre le donne sono in media più liberal. 

Allora la diffusione degli slogan e della filosofia 4B può essere la risposta femminile alla manosphere, una forma di resistenza politica per mantenere alta l’attenzione sui diritti e le libertà delle donne anche negli Stati Uniti. 

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