Da giovedì 22 ottobre consentiti solo spostamenti motivati con autocertificazione. Salta l’ipotesi di chiusura dei negozi. Ieri incontro di Salvini e Fontana
- È stata firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza, e dal presidente della Lombardia, Attilio Fontana, l’ordinanza che fissa da giovedì il “coprifuoco” della Lombardia dalle 23 alle 5 per contrastare il diffondersi del Covid-19.
- In quella fascia oraria saranno consentiti solo spostamenti motivati da necessità lavorative o rientro al proprio domicilio con autocertificazione. Non è stata confermata l’ipotesi di chiusura dei negozi nel fine settimana.
- Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ieri aveva messo in discussione l’ordinanza, parlando con Fontana dell’opportunità delle chiusure anticipate.
Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e il ministro della Salute, Roberto Speranza, hanno firmato mercoledì mattina l'ordinanza contenente “Ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19”. L’ordinanza fissa a partire da giovedì 22 ottobre le limitazioni degli spostamenti dalle 23 alle 5. In quella fascia oraria ci si potrà muovere solo muniti di autocertificazione. A differenza di quanto ipotizzato nei giorni scorsi, invece, non è stata disposta la chiusura dei negozi nel fine settimana.
Nell'articolo 1 'Limitazioni agli spostamenti in orario notturno', si legge: «Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19, su tutto il territorio della Regione Lombardia, dalle ore 23.00 alle ore 5.00 del giorno successivo sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o d'urgenza ovvero per motivi di salute; è in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, dimora o residenza». La sussistenza «delle situazioni che consentono la possibilità di spostamento incombe sull'interessato. Tale onere potrà essere assolto, producendo un'autodichiarazione», si trova ancora scritto.
Le perplessità di Salvini
Prima del testo definitivo la decisione ha visto un altro cambio di posizione di Matteo Salvini. Il leader della Lega, prima di un video incontro con il presidente della regione, Attilio Fontana, ieri sera ha messo in discussione la scelta di procedere: «Ho una riunione adesso con il governatore e gli assessori per capire – ha detto ieri sera -. Prima di chiudere io voglio capire». L’ordinanza era attesa per ieri sera. Dopo che Salvini aveva ridicolizzato la misura delle chiusure anticipate, la Lega aveva fatto sapere a Domani di riconoscere che la Lombardia era costretta a prendere misure più drastiche.
I numeri del contagio sono sempre più significativi. La Lombardia è l'unica regione italiana ad aver superato ieri i duemila nuovi casi di coronavirus. Sono 2.023 i positivi rintracciati su 21.726 tamponi, con una percentuale del 9,3 per cento. Il totale dei contagi sale a 130.749, mentre sono 19 in più in 24 ore i morti (17.103 dall'inizio della pandemia). Altri dieci i posti di terapia intensiva occupati (123 i totali) e 132 i nuovi ricoveri in regime ordinario, 1.268 nel complesso. Gli occhi sono puntati sulla situazione di Milano, la provincia più colpita con 1.054 nuovi casi, di cui 515 in città. In tripla cifra anche Varese (245), Monza e Brianza (123) e Brescia (101).
Nonostante questo anche Fratelli d'Italia ha espresso «diverse perplessità», sulla decisione della Giunta di chiudere ristoranti e bar alle 23. Vinicio Peluffo, segretario regionale del Pd, ha criticato la posizione: «Da cittadino, da lombardo, sono profondamente indignato per la terribile sottovalutazione che, ancora una volta, Regione Lombardia ha fatto della seconda ondata».
Una situazione difficile
Secondo l'assessore al Welfare, Giulio Gallera, quella della Lombardia «è una situazione difficile, analoga o leggermente migliore rispetto a quella di altre Regioni. Campania, Lazio Liguria sono messe molto peggio della Lombardia». Comunque l’assessore ha messo in guardia: «Tra le 400 e le 600 persone potrebbero andare in rianimazione da qua al 31 ottobre se non si mettono in campo misure restrittive e arrivare anche a 4mila persone ricoverate». D'accordo con la scelta del presidente Fontana di chiudere prima anche il sindaco di Milano, Beppe Sala. Senza il coprifuoco - fa i conti - «c'è una seria probabilità che entro fine mese dai 113 ricoveri in intensiva ne avremo 600 e soprattutto avremo 4mila ricoveri», che «ingolferebbero il sistema sanitario e impatterebbero anche sulle altre importanti cure che il sistema sanitario gestisce».
Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, aveva già garantito che l’ordinanza sarebbe arrivare a breve. I numeri, ha detto, «sono confrontabili con la prima parte di marzo, quindi la situazione è preoccupante e secondo me serve coraggio in questo momento».
Il contagio a scuola
Intanto, Fontana ha annunciato che «è iniziata, in alcune scuole di Milano e dei territori di riferimento delle Ats della Brianza e Insubria, la sperimentazione dei tamponi antigenici rapidi il cui esito si ottiene in circa 15 minuti».
L'obiettivo «è quello di individuare e isolare velocemente tutti i potenziali casi positivi in una fase di particolare incremento della diffusione dei contagi». Dal 12 ottobre a domenica scorsa, stando ai dati diffusi dall'Ats Città metropolitana di Milano, sono 249 i casi positivi emersi (229 alunni e 20 operatori scolastici) e 4.380 le persone isolate.
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