Fabrice Leggeri, che dal 2015 guidava la controversa agenzia per la sicurezza delle frontiere europee, ha annunciato la rinuncia all’incarico dopo che nuove inchieste hanno rivelato la sistematica violazione dei diritti degli immigrati praticata dalla sua agenzia
Il direttore di Frontex Fabrice Leggeri si è dimesso dall’incarico che deteneva dal 2015. Secondo un’inchiesta giornalistica pubblicata ieri su diverse testate internazionali, Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, avrebbe compiuto numerosi respingimenti irregolari di migranti nel Mar Egeo.
Leggeri, 54 anni, cittadino francese, ha annunciato le sue dimissioni con una lettera in cui spiega la sua decisione con il «silenzioso cambiamento» del mandato che gli era stato affidato nel 2015 e poi con il rinnovo del suo incarico nel 2019.
Le sue dimissioni sono collegate all’inchiesta giornalista realizzata nel corso degli ultimi due anni dal team Lighthouse Reports, con la collaborazione di testate come Guardian, Spiegal e il sito Bellingcat.
Le inchieste hanno dimostrato che le centinaia di respingimenti illegali di migranti avvenuti nelle acque del Mar Egeo non erano azioni compiute in solitaria dalla guardia costiera greca, ma operazioni organizzate con la complicità di Frontex.
Fabrice Leggeri è sotto accusa da oltre un anno. Per far luce sulle violazioni è stata condotta anche un’inchiesta interna a Frontex e c’è un’indagine in corso dell’Ufficio antifrode dell’Unione europea. Leggeri non ha mai voluto lasciare il suo posto fino a oggi, nonostante le ripetute richieste di dimissioni da parte di alcuni europarlamentari appartenenti all’area dei verdi e dei socialisti.
La causa della Sea Watch
Alle numerose inchieste giornalistiche si sommano anche le denunce della società civile. Il 28 aprile la ong tedesca Sea Watch, attiva nel soccorso in mare dei migranti, ha fatto causa a Frontex davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea per aver violato i principi di trasparenza del Freedom of Information Regulation.
La Sea-Watch si riferisce a un episodio di respingimento avvenuto questa volta nel Mediterraneo centrale avvenuto il 30 luglio 2021. Quel giorno, una barca con a bordo venti migranti e a rischio naufragio è stata intercettata dalla guardia costiera libica in area Sar maltese e respinta in Libia. La nave Sea-Watch 3 era nelle vicinanze ma non è stata avvertita né dalla guardia costiera maltese né da Frontex che con i suoi droni ha sorvolato ripetutamente la zona.
«Dopo una richiesta ai sensi del Freedom of Information Act sulle attività di Frontex il 30 luglio 2021, l’agenzia di frontiera ha ripetutamente rifiutato di condividere le informazioni richieste», scrive la ong in un comunicato.
Frontex ha fornito solo i numeri dei documenti disponibili di quel giorno ma non il loro contenuto che potrebbe nascondere prove in un coinvolgimento attivo da parte dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Portare la vicenda in tribunale costringerebbe Frontex a diffondere i suoi documenti interni e individuare eventuali violazioni di diritti umani commessi quel giorno.
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