Elena Ceriotti ha nominato come perito il professor Antonio De Luca dell'università Federico II di Napoli e ha convocato le parti per il conferimento dell'incarico il prossimo 8 luglio
A distanza di settimane dalla tragedia di Stresa, la giudice del Tribunale di Verbania, Elena Ceriotti, ha accolto la richiesta di incidente probatorio avanzata dal difensore del caposervizio della funivia del Mottarone, Gabriele Tadini, l'unico degli indagati agli arresti domiciliari.
La richiesta era già stata avanzata dall'avocato Marcello Perillo alla giudice precedente, Donatella Banci Buonamici, sostituita in corso d'opera per volontà del presidente del tribunale, Luigi Montefusco, dopo aver fatto scarcerare due dei tre indagati per l'incidente in cui sono morte quattordici persone (decisione attualmente posta all'attenzione del Csm).
Ceriotti ha nominato come perito il professor Antonio De Luca dell'università Federico II di Napoli e ha convocato le parti per il conferimento dell'incarico il prossimo 8 luglio.
La Procura di Verbania si era opposta alla richiesta di incidente probatorio da Perillo, a cui si era associato il difensore di Luigi Nerini, l'avvocato Pasquale Pantano, chiedendo «la reiezione dell'istanza per infondatezza e invocando, laddove ritenuti sussistenti i presupposti per accoglierla, l'estensione a ogni possibile profilo di causazione del disastro, con differimento dell'incidente probatorio, per il periodo di almeno due mesi, al fine di consentire l'espletamento delle attività di indagine». Richiesta che, appunto, Buonamici si stava apprestando ad accogliere, prima che le fosse tolto il caso.
Con un provvedimento depositato oggi, Ceriotti ha stabilito che «la richiesta appare conforme ai requisiti di ammissibilità, dato che l'oggetto della prova si sostanzia in una perizia che si deve ritenere estesa a ogni possibile causa della precipitazione della cabina dell'impianto a fune».
Tuttavia, in direzione contraria a quanto richiesto da Perillo e Pantano, non è possibile «indurre alla reiezione della richiesta», ha fatto sapere la gip, nonostante abbia riconosciuto le «ragioni di opportunità» della richiesta avanzata dai gip «rappresentata dalla mancata individuazione, allo stato, di tutti i soggetti, oltre ai tre odierni indagati, nei confronti dei quali le indagini in corso potranno fare emergere eventuali profili di responsabilità», spiega Ceriotti. Tuttavia, una volta identificati tutti, ha lasciato aperta una porta per i pm, che solo allora, avrebbero titolo per per partecipare all'esecuzione delle operazioni peritali o agli accertamenti tecnici.
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