Corruzione e traffico di influenze. Con queste accuse la Guardia di finanza ha eseguito un’ordinanza che dispone gli arresti domiciliari per quattro persone, tra cui Gabriele Visco, ex manager di Invitalia e figlio dell’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco. 

L’indagine è coordinata dalla procura di Roma. Ai domiciliari, oltre a Visco, anche due imprenditori e un avvocato. Disposto anche il sequestro preventivo di 230mila euro.

Tra le persone sentite dai magistrati romani nelle scorse settimane anche l’amministratore delegato di Invitalia Bernardo Mattarella, nipote del Capo dello Stato: completamente estraneo all’inchiesta, è stato ascoltato come persona informata dei fatti. 

«L'indagine ha consentito di ipotizzare – spiega una nota della procura – un sistema di relazioni illecite diffuso e consolidato nel quale un ex dirigente pubblico (Visco, ndr), con la mediazione di un imprenditore romano, avrebbe favorito, a fronte di denaro e di altre utilità, l'aggiudicazione di un bando di gara di oltre 4 milioni di euro a una società riconducibile a un costruttore e tentato di agevolare l'assunzione presso una partecipata pubblica di una persona vicina a quest'ultimo».

Sempre in questo ambito, inoltre, sarebbe emersa «una vicenda corruttiva nella quale l'ex dirigente avrebbe affidato un incarico di consulenza (per un importo di 230mila euro) presso l'ente in cui era impiegato a un avvocato di sua conoscenza, ottenendo la retrocessione di parte dei compensi fatturati dal legale per prestazioni in realtà mai effettuate».

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