Niente lettere e numeri per indicare i posti sugli spalti del Galliera, squadra di terza categoria del campionato di calcio ferrarese. Ciascuno dei trenta posti delle nuove tribune è dedicato a una vittima della mafia. Un’idea scaturita dopo aver visto la “scala della legalità” di Vieste e di altri comuni che l’hanno adottata
Continua con la sua 15esima puntata la rubrica “Politica resiliente” curata da Avviso Pubblico, l’associazione nata nel 1996 per riunire gli amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica.
«Due biglietti per la partita Galliera-Crespo, prego». «Ecco a lei, posti Falcone e Dalla Chiesa».
Niente lettere e numeri per indicare i posti sugli spalti di questa squadra di terza categoria del campionato di calcio ferrarese. Ciascuno dei trenta posti delle nuove tribune è dedicato a una vittima della mafia. Trentuno in verità, perché le sorelline Nadia e Caterina Nencioni, uccise nella strage di via dei Georgofili a Firenze, sono ricordate insieme. Nomi scelti da ciascuna categoria di persone trucidate dalle cosche nello stillicidio di omicidi che costellano la storia recente. Un dialogo come quello immaginato all’inizio di questo pezzo sarà la normalità a partire dai tornei estivi e poi dalla prossima stagione ufficiale del football.
«Tutto sommato, non è un’idea originale», sottolinea Diego Baccilieri, assessore agli Affari generali con delega alla Legalità del comune di Galliera, 5.532 abitanti, appartenente alla città metropolitana di Bologna. L’assessore racconta che l’idea è scaturita dopo aver visto la “scala della legalità” di Vieste e di altri comuni che l’hanno adottata. «A Galliera non c’è una scalinata ma quell’idea di fondo così efficace poteva essere contestualizzata diversamente. Uno dei punti più visibili del nostro comune è un bel centro sportivo, con il campo di calcio, utilizzato da bambini, dai loro genitori, dai nonni. Più di cento bambini, infatti, sono iscritti ai pulcini della squadra. Da qui l’idea di questo sincretismo tra la legalità e lo sport, utilizzando un bene, la tribuna coperta, che comunque aveva bisogno di un intervento».
Ora, assicura questo amministratore, è anche più sicura dal punto di vista architettonico oltre all’impatto visivo del tricolore. «Bello chiama bello. Se una cosa è bella viene vissuta, se è vissuta è partecipata e si diffonde. Quello che abbiamo fatto a Galliera è semplice e replicabile. Altre tribune possono avere la stessa impostazione», dice ancora Bacillieri, che di mestiere è funzionario pubblico, specializzato nei servizi alla persona.
Inaugurata entro il 15 maggio la tribuna è al centro di un progetto che verrà completato il 31 luglio quando saranno pronte le note biografiche – ottenute incrociando i dati di Avviso Pubblico, Libera e Wikimafia, dei trentuno nomi di ogni categoria di vittime di mafia, per dare spunti di riflessione. «La mafia non ha colpito solo magistrati e funzionari dello Stato – riprende Baccilieri – ma anche innocenti che hanno avuto l’unico torto di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Vogliamo che si sappia che le mafie possono colpire ovunque e chiunque. E quindi è un problema di tutti. Dobbiamo onorare i caduti facendo ciascuno la propria parte. Si è servitori dello Stato anche nelle piccole cose, evitando le scorciatoie, chiedendo lo scontrino. Ognuno deve fare il suo pezzo per non aver bisogno di eroi».
Una parte del progetto – che purtroppo ha risentito dei limiti imposti dalle norme anticovid – coinvolgerà le scuole e i centri estivi, sarà uno spazio utile soprattutto per gli studenti delle scuole medie. «Ma certo, negli anni, anche chi ora è più piccolo, vivendo quello spazio ne comprenderà a pieno il significato magari stimolato dagli adulti». Baccillieri, classe 1976, ricorda benissimo dove si trovava quando arrivarono le notizie della strage di Capaci: «l’humus in cui si cresce è importante quindi vogliamo creare le condizioni per aiutare a sensibilizzare i cittadini del futuro».
Ora c’è la stagione dei tornei, e quegli spalti sono già utilizzati, a volte dal campo dei “grandi” si ricavano quattro campetti per le partite dei più piccoli che giocano anche in contemporanea. Il progetto è cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito della Legge regionale 18 del 2016, più nota come “Testo unico della legalità” e diventata un modello a livello nazionale. Prevede un ampio spettro di azione, dal contrasto concreto al racket e all’usura fino alla cultura della legalità e al riuso dei beni confiscati. «Galliera non ne ha, l’inchiesta Aemilia non ha sfiorato questo piccolo territorio ma già a pochi km si utilizza uno stabile confiscato, affidato al Comune per ospitare il comando della polizia municipale e un centro di emergenza, e anche altri comuni intorno sono stati interessati da confische e sequestri – prosegue Baccilieri – noi abbiamo sviluppato un intervento sul livello progettuale della memoria e della cultura della legalità pensando a una riconversione dello spalto caratterizzandolo con il tricolore e con i nomi delle vittime di mafia da ricordare con altri strumenti: un libro, un qr code, progetti mirati per le scuole. In pratica è un’operazione di prevenzione diffusa».
Galliera, dal 2005 membro di Avviso Pubblico, ha da sempre un’attenzione bipartisan alla cultura della legalità, maggioranze e opposizioni hanno sempre collaborato su certi temi condividendo i medesimi valori. La sala consiliare da anni è intitolata a Falcone e Borsellino. Dal 2009 l'amministrazione comunale di Galliera ha dato la cittadinanza onoraria a cinque presidenti di cooperative che gestiscono beni e terreni confiscati alle cosche tra Sicilia, Puglia e Calabria. Un altro modo per rinforzare l'idea che il contrasto alle mafie deve trovare albergo nelle coscienze delle persone, indistintamente dal luogo o dalla storia di appartenenza. «Questa relazione – conclude Baccilieri – viene tenuta in piedi con varie iniziative, cene benefit, raccolte fondi. Una di queste cene assieme al presidente di una cooperativa di Palermo ci ha permesso, per esempio, di sostenere Giovanni Impastato quando un incendio doloso aveva distrutto la sua pizzeria. Noi siamo qui ma non dimentichiamo chi è in prima linea. Saranno con noi il 31 luglio, il loro contributo sarà tra i capitoli del libro assieme a un testo del coordinatore di Avviso Pubblico Pierpaolo Romani, del presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e di altre figure istituzionali».
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