- L’attuale ministro del Turismo Massimo Garavaglia è stato assolto con formula piena nel processo di appello che si è svolto a Milano e nel quale era accusato di turbata libertà di scelta del contraente per un appalto dell’Azienda sanitaria milanese del 2014.
- L’attuale ministro del governo Draghi, al tempo assessore al bilancio della giunta lombarda guidata da Roberto Formigoni, era stato assolto anche in primo grado.
- Secondo l’accusa, Garavaglia e Mantovani avevano brigato per evitare che l’appalto andasse ad altri concorrenti, facendo in modo che fosse confermata lei.
L’attuale ministro del Turismo Massimo Garavaglia è stato assolto con formula piena nel processo di appello che si è svolto a Milano e nel quale era accusato di turbata libertà di scelta del contraente per un appalto dell’Azienda sanitaria milanese del 2014. Per lui il sostituto procuratore generale Massimo Gaballo aveva chiesto un anno e sei mesi di condanna.
L’attuale ministro del governo Draghi, al tempo assessore al bilancio della giunta lombarda guidata da Roberto Formigoni, era stato assolto anche in primo grado. La procura, insoddisfatta di quella sentenza, aveva fatto ricorso e si vede ora sconfitta anche di fronte alla seconda sezione della corte d’appello del capoluogo lombardo, specializzata in materia economica e reati contro la pubblica amministrazione.
Garavaglia era accusato, in concorso con l’ex assessore alla Sanità della stessa giunta Mario Mantovani, di aver favorito nel 2014 la Croce azzurra Ticinia nella conferma di un appalto della durata di 24 mesi con l’Azienda sanitaria milanese, per il trasporto dei dializzati nei centri dove potevano ricevere il trattamento sanitario.
La Croce Ticinia è un’associazione dell’alto milanese che ha sede a Inveruno, a pochissimi chilometri da dove è nato e da dove ora risiede Garavaglia, e a quel bando non aveva neanche partecipato per una questione di scarsa remunerazione da parte della regione e per la presenza di una serie di clausole eccessivamente onerose. Secondo l’accusa, Garavaglia e Mantovani avevano brigato per evitare che l’appalto andasse ad altri concorrenti, facendo in modo che fosse confermato all’associazione milanese.
Per questo fatto era stato condannato in primo grado l’ex assessore Mantovani ma la corte d’appello presieduta da Maurizio Boselli (anche relatore del procedimento) ha riformato completamente la sentenza assolvendo lui e tutti gli altri nove imputati finiti nel processo, e che in molti casi erano stati condannati per gli altri capi di imputazione.
«Questa sentenza di appello ha rivoluzionato non solo la sentenza del tribunale ma anche gli esiti dell’indagine», ha detto l’avvocato Jacopo Pensa, difensore di Garavaglia.
«Questa è la dimostrazione che quando i fatti e le vicende umane sono valutati con la giusta obiettività e senza pregiudizio si può arrivare a un giusto verdetto. La corte ha assolto tutti, anche quelli che erano stati già prescritti e questo vuol dire che c’era l’evidenza dell’innocenza», ha concluso il legale, che tra pochi giorni dovrà affrontare l’udienza preliminare di un altro processo, quello all’attuale governatore della Lombardia Attilio Fontana, accusato di frode in pubbliche forniture per i camici anti Covid che la società del cognato aveva tentato di vendere alla amministrazione regionale.
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