«Un giorno racconteremo tutto a nostra figlia». Nella sala del Crowne Plaza Hotel di Padova, Fabio e Gaetano allestiscono una piccola conferenza stampa per prendere parola dopo due mesi di speculazioni, accuse e paura. «E per evitare anche i giornalisti già sotto casa», suggerisce qualcuno. I due uomini padovani sono rientrati in Veneto da poche ore, dopo essere stati bloccati quaranta giorni fa all'aeroporto di Buenos Aires (Argentina), poco prima di imbarcarsi per Madrid con una neonata avuta tramite gestazione per altri da una donna argentina di 28 anni.

Il fermo nato da un'inchiesta delle autorità argentine su un racket che controllerebbe il traffico internazionale di bambini. «Fabio e Gaetano si sono trovati nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. Però non hanno fatto nulla di male dal loro punto di vista», spiega l'avvocato bellunese Maurizio Paniz che dall’inizio segue la vicenda per lui «prossima all’archiviazione». «Tutto quello che hanno fatto lo hanno fatto in maniera corretta». Nel posto sbagliato e nel momento sbagliato.

I papà della bambina, lui oncologo di 36 anni di Padova e il compagno infermiere di 40, raccontano di un desiderio inseguito a lungo negli ultimi anni. «Nel 2019 abbiamo iniziato a informarci», racconta Fabio alla platea di giornalisti. «Esistono due forme: altruistica e commerciale, dietro un salario. Ci sentivamo più vicino alla forma altruistica nella quale la gestante non viene pagata. Vengono dati i rimborsi spesa come per la fecondazione in vitro che ha un suo costo. All’estero a pagare questi percorsi sono i genitori di intenzione. Abbiamo provato prima in Canada, ma il percorso si è protratto troppo al lungo, poi è arrivato il Covid. Abbiamo deciso di cambiare paese. Ci siamo informati su altri paesi, abbiamo valutato molto opzioni. Alcuni perché non eravamo convinti delle condizioni che venivano assicurate alle donne. Abbiamo scelto l’Argentina perché dal 2017 in Buenos Aires è legale e una particolare sentenza riconosceva i due papà. Non sapevamo che ci sarebbero stati una serie di cambiamenti, tutti nell’ultimo anno».

In Argentina infatti la gestazione per altri non è vietata. La pratica tuttavia è stata messa in discussione da diverse sentenze: la più recente ha stabilito che i bambini nati da una gestazione per altri sono figli della donna che ha dato alla luce il neonato e del padre biologico «indipendentemente da chi ha fornito i gameti». In questo caso, della donna che ha portato in grembo la bambina e del medico padovano. E proprio cosi risulta iscritta allo stato civile. Un bambino, ha anche ricordato la Corte argentina, non può per legge avere più di due genitori.

Il loro rilascio e arrivo in Italia con la neonata segna, dice Paniz, «il primo provvedimento del paese in cui l’autorità argentina ha scelto di riconoscere il superiore interesse del minore, affidando la bambina ai due papà». Un primato tutto italiano dunque. Arrivato dopo una serie di difficoltà: il fermo, le trattative con il pm di Buenos Aires che voleva trasferire il procedimento a Rosario e la posizione dei due italiani. Decisiva anche la testimonianza della gestante: «Ha confermato la correttezza del comportamento sotto tutti i punti di vista e ha precisato che non intendeva tenere la bambina». Smentiscono le ricostruzioni giornalistiche degli ultimi mesi: i 6 milioni di pesos, poco più di 5.500 euro, consegnati alla portatrice in contanti dentro una valigia. L’ipotesi di sfruttamento.

«Le soluzioni erano due – spiega l’avvocato – portarla in un istituto per orfani o lasciarla al genitore biologico e a quello intenzionale. Il giudice dopo aver verificato l’assenza di procedimenti penali a carico dei due ha deciso per l’ultima opzione. Potranno essere chiamati e renderanno testimonianza ma da testimoni; la loro vicenda è archiviata dal punto di vista penale».

La questione penale finisce qui. In Italia, inoltre, il reato universale di gestazione per altri,   recentemente approvato dal governo Meloni non ha valore retroattivo, come ha spiegato Paniz. Non si profilano dunque processi in Italia. La difficoltà per i due neo-papà sarà nella trascrizione della bambina. La piccola è nata grazie alla tecnica della gestazione per altri, spiega Fabio, con l’ovulo di una donna e la gravidanza portata avanti da un'altra. Fortemente voluta dai papà, nata da un pensiero lungo, come raccontano: «Solitamente si prendono informazioni ovunque. Quale sarà la clinica, quale l’agenzia, perché serve un intermediario. Abbiamo fatto questa ricerca in Francia, in Canada. Abbiamo scelto poi l’Argentina». Della donna che ha portato in grembo la bambina, Fabio spiega: «Lei non si ritiene una madre. Ha già una figlia. Noi abbiamo scelto lei e lei no. Prima c’è stato un percorso, non solo medico ma anche psicologico».

Con la portatrice il contatto è stretto: «Ci ha fatto questo dono d’amore. Si è instaurato un bel rapporto di amicizia, volevamo che ci fosse un rapporto di amicizia, questa donna avrà un rapporto con nostra figlia, senza dubbio».

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