Dopo aver fatto sognare la Sampdoria e la Juventus giocando con diverse bandiere del calcio italiano la carriera nei campi di calcio di Vialli si è conclusa alla guida della nazionale insieme a Roberto Mancini con il quale ha vinto uno storico europeo con gli azzurri
L’ex calciatore Gianluca Vialli è morto all’età di 58 anni. Cinque anni fa aveva scoperto di avere un tumore al pancreas dal quale era riuscito a recuperare. «Il cancro è un compagno di viaggio indesiderato, però non posso farci niente», aveva detto in un’intervista.
Negli ultimi giorni ha annunciato di lasciare Coverciano, dove affiancava il ct della nazionale Roberto Mancini, per un altro ricovero in ospedale. «Al termine di una lunga e difficoltosa “trattativa” con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri», aveva scritto in una nota alla Figc. «L’obiettivo è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi. Un abbraccio».
Negli ultimi giorni il peggioramento e il ricovero in una clinica a Londra, dove vive con la sua famiglia e dove è stato raggiunto anche dalla madre. Infine la morte e il calcio che torna in lutto, a pochi giorni dalla morte di Siniša Mihajlović.
Lo storico scudetto
Vialli è stato uno degli attaccanti italiani più conosciuti degli anni Ottanta e Novanta. Durante la sua carriera è stato autore di quasi 300 reti e 100 assist. Ha giocato in Serie A e in Premier League vincendo anche premi importanti, come lo scudetto del 90-91 con la Sampdoria e quello con la Juventus l’anno seguente.
La sua storia calcistica e personale è raccontata in tre diversi libri editi tutti da Mondadori: The italian job, Goals e La bella stagione. Quest’ultimo è stato scritto a quattro mani con il suo ex compagno di squadra Roberto Mancini con il quale ha vinto lo storico scudetto della Sampdoria a inizi anni Novanta.
L’esordio di Gianluca Vialli nel calcio professionistico è con la maglia a strisce della Cremonese, dove è stato allenato da Guido Settembrini ed Emiliano Mondonico. Dopo 54 anni riesce a ottenere la promozione in Serie A con la squadra della sua città di origine.
Nel 1984 esordisce nella massima lega italiana con la Sampdoria e dopo due anni un po’ discontinui trova la sua consacrazione quando alla panchina della squadra blucerchiata è stato chiamato Vujadin Boškov.
L’intesa con Mancini lo porta a vincere diverse Coppe Italia e nella stagione 1990-91 arriva il tanto cercato scudetto: il primo e unico conquistato nella storia della Sampdoria. Nel 1992 ha disputato anche la finale della Coppa dei campioni contro il Barcellona persa per 1-0 davanti a 70mila spettatori.
La Juventus
Finita l’annata a Genova, Vialli raggiunge Torino e gioca nella Juventus insieme a grandi campioni come Roberto Baggio al quale si aggiunge anche un giovane Alessandro Del Piero. Allenato prima da Trapattoni e poi da Lippi, Vialli conquista una Coppa Uefa, una Supercoppa italiana, uno scudetto e una Champions League e ha ereditato la fascia da capitano da Roberto Baggio. Di Marcello Lippi dira: «È stato il mio messia, il mio modello sotto tutti i punti di vista».
La sua vittoria parentesi alla Juventus si conclude con il suo approdo in Premier League tra le fila del Chelsea, dove gioca insieme a uno degli italiani più amati dai britannici: Gianfranco Zola. Qui concluderà la sua carriera con 58 partite e 21 reti.
Durante i suoi anni da calciatore Vialli ha anche disputato diverse partite con la nazionale italiana. Con l’under 21 ha conquistato una medaglia di bronzo e una di argento agli europei e mentre con la nazionale maggiore conquista un terzo posto al mondiale di Italia 90.
Dall’esordio in panchina all’europeo
Conclusa l’esperienza con il Chelsea, Vialli rimane Londra sedendo alla panchina del club del 1998. Con i blues conquista un terzo posto e una semifinale nella Coppa delle coppe. Sul ruolo dell’allenatore aveva le idee chiare: «Un grande allenatore deve essere lui stesso leader, ma deve creare altri leader che in campo riproducono idee, valori, carattere», disse in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.
Dopo la breve parentesi al Chelsea approda al Watford ma viene esonerato dopo una sola stagione. Conclusa la sua esperienza in Inghilterra, Vialli rientra in Italia ma per quasi 17 anni è fuori dai campi di calcio.
Nel 2019, dopo che gli era stato diagnosticato un tumore al pancreas, entra nel giro della nazionale italiana cope capo delegazione. A Coverciano ritrova il suo ct, amico e compagno di squadra Roberto Mancini. I due conquistano uno storico europeo nel 2021, ma non riescono a qualificare l’Italia per i mondiali in Qatar. Si tratta della seconda esclusione di fila per gli azzurri in un mondiale. Dopo la vittoria dell’Europeo Vialli viene premiato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella come Commendatore ordine al merito della Repubblica italiana.
Le ultime settimane sono state “dure” per il calcio italiano, dopo la morte di Sinisa Mihajlovic e del giornalista sportivo Mario Sconcerti, ci ha lasciato alla sola età di 58 anni un’altra bandiera.
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