Massimo Giletti ha scelto di condurre la puntata di ieri del suo programma Non è l’arena dalla piazza Rossa di Mosca: dopo la decisione di andare in onda più di una volta dall’Ucraina anche in presenza di bombardamenti, anche la puntata di domenica ha sollevato molte polemiche. 

L’ospite centrale della trasmissione era Maria Zakharova, la controversa portavoce del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, sulla lista dei sanzionati dall’Unione europea. Zakharova, in collegamento Skype, ha spiegato le sue ragioni accusando Giletti, che pure ha spiegato esplicitamente di aver «detto più volte che l'occidente ha commesso errori e per questo sono stato criticato» di «essere arrivato sulla Terra la settimana scorsa». L’ha anche rimproverato di «parlare come un bambino».

«Siete voi che non vi voltate indietro e non guardate la vostra storia. Senza riconoscere i propri errori del passato non si può parlare del futuro. Vi chiedo di analizzare tutti i passi intrapresi dall'occidente» ha detto Zakharova, aggiungendo che l’interruzione dei rapporti tra Russia ed Europa «creerà danni a voi». 

Anche sull’impiego delle armi, la portavoce di Lavrov non ha voluto sentire ragioni: «L'Italia membro della Nato è entrata in Iraq distruggendo tutto e uccidendo tanti civili, i vostri paesi forniscono armi al regime di Kiev, gli Usa hanno vietato le trattative a Kiev». 

Dopo l’intervista, il conduttore, in collegamento all’aperto, ha avuto un mancamento che ha fatto interrompere momentaneamente la diretta. Tra i primi a esprimergli solidarietà per l’accaduto il leader della Lega Matteo Salvini, che l’ha chiamato nel suo tweet «uomo libero». 

L’addio di Sallusti

L’atteggiamento considerato da molti critici eccessivamente tollerante di Giletti nei confronti della propaganda russa ha avuto come effetto diretto la decisione del direttore di Libero, Alessandro Sallusti, di lasciare la trasmissione. «Mi alzo e me ne vado» ha detto. «Pensavo fossi andato a Mosca per parlare al popolo russo. Mi trovo davanti ad un asservimento totale di fronte alla peggiore propaganda che ci possa essere. Il Cremlino è un palazzo di merda, lì il comunismo ha fatto i più grossi crimini. Rinuncio al compenso pattuito ma non ci sto a fare la foglia di fico a quei due coglioni che hai lì di fianco, me ne vado» riferendosi agli ospiti russi accanto a Giletti.
 

La seconda parte della trasmissione infatti era dedicata ad altri due ospiti: il conduttore Vladmir Solovyev di Russia 1, che ha cercato a più riprese di minimizzare il massacro di Bucha e un accademico ucraino che lavora da anni a Mosca e spiegava che l’elezione popolare di Putin legittimasse le decisioni prese. 

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