Il report elaborato da Openpolis e Con i Bambini, mostra un quadro preoccupante sullo stato dell’istruzione italiana. Sempre più adolescenti decidono di abbandonare gli studi, soprattutto chi viene dalle province e chi si trova in famiglie con uno status sociale economico basso.
Disuguaglianze sociali, divario educativo, abbandono scolastico nelle periferie. È il triste quadro sugli adolescenti italiani dipinto dal report “Scelte compromesse. Gli adolescenti in Italia, tra diritto alla scelta e povertà educativa minorile”, elaborato da Openpolis e Con i Bambini.
In Italia vivono circa 4 milioni di adolescenti tra gli 11 e i 17 anni, ma non tutti hanno le stesse possibilità di poter scegliere consapevolmente il proprio percorso. Per molti di loro la scelta è vincolata al luogo di nascita, al posto in cui vivono e alla condizione economica e sociale della propria famiglia. Non è una novità, ma come afferma Marco Rossi-Doria, vicepresidente di Con i bambini, «con la pandemia le disuguaglianze sociali ed educative crescono e aggravano una situazione caratterizzata da grandi divari strutturali».
Disuguaglianze Nord-Sud
Le differenze di apprendimento tra il meridione e il settentrione sono allarmanti. Infatti, secondo il report, l’87 per cento dei test alfabetici effettuati nei capoluoghi del nord Italia presenta un risultato superiore alla media italiana. Nell'Italia meridionale e centrale la quota di comuni che superano questa soglia scende rispettivamente al 25 per cento e al 36 per cento. Un dato che, secondo l’analisi del report, è «legato alla quota di famiglie in disagio nelle città». Infatti, i capoluoghi che hanno i migliori rendimenti sono anche quelli dove il disagio incide meno.
Un livello di istruzione precario e non adeguato alla fine del percorso scolastico che si manifesta anche nelle periferie delle varie città italiane. Qui, l’offerta educativa viene spesso minata da fattori come l’alta mobilità dei docenti, classi composte da alunni di età diverse e scuole sottodimensionate.
Inoltre, come emerge dal report, «i giovani che non lavorano e non studiano spesso si concentrano nelle zone socialmente ed economicamente più deprivate». Infatti, le differenze tra il centro delle città di Roma, Milano e Napoli e il loro hinterland mostra dati preoccupanti riguardo all’emarginazione scolastica delle periferie.
Eredità dell’abbandono scolastico
Gli studenti che sempre più spesso abbandonano gli studi sono proprio i figli di chi non ha diploma. Ben due terzi dei figli che hanno entrambi i genitori senza diploma non lo conseguono a loro volta, e il dato aumenta nelle province.
Se si guarda agli adolescenti con una cittadinanza diversa da quella italiana, l’abbandono scolastico cresce a dismisura. Circa un adolescente su dodici non è italiano, una platea di 300mila ragazzi tra gli 11 e i 17 anni. Secondo il report, presentano maggiori difficoltà di inserimento nel percorso scolastico e di accesso alle scuole superiori. Una condizione che li spinge ad abbandonare precocemente gli studi. È del +25,2 per cento il divario tra l'abbandono dei giovani con cittadinanza straniera e i loro coetanei. Numeri molto lontani dall’obiettivo europeo di abbandono scolastico fissato al 10 per cento.
Il quadro che esce fuori dal documento è preoccupante e la pandemia non ha fatto altro che acuire questo divario. Non tutti hanno avuto gli stessi strumenti a disposizione per seguire la Dad e ciò ha influito molto nella presenza virtuale degli studenti alle lezioni. In un rapporto elaborato lo scorso mese, Save The Children ha lanciato l’allarme riguardo al rischio di abbandono scolastico che riguarderebbe oltre 34mila studenti.
«In questa fase di grandi difficoltà, i ragazzi dovrebbero rappresentare il fulcro di qualsiasi ripartenza. Dobbiamo loro grandi opportunità», ha affermato Rossi-Doria nel comunicato con cui è stato presentato il rapporto.
Leggi anche:
-
Ecco perché oltre un terzo delle scuole potrebbe restare aperto
-
Abbiamo bisogno di una “Greta” della scuola: si chiama Anita
© Riproduzione riservata