Dopo le scuse di Putin a Bennett, riprende l’evacuazione di Azovstal, sono già fuori 500 civili. Intanto continua il dibatitto europeo sull’opportunità di inviare ulteriori armi e sulla possibilità di un embargo alle materie prime russe, innanzitutto il petrolio
Anche oggi sul nostro live blog troverete tutte le informazioni necessarie per seguire passo passo gli sviluppi del conflitto.
Cosa c’è da sapere:
- Ieri la conferenza dei donatori riunita a Varsavia ha raccolto oltre 6 miliardi di euro per l’Ucraina. Dall’inizio del conflitto Kiev ha già ricevuto 12 miliardi di dollari di aiuti. Il presidente del Consiglio europeo ha giudicato i fondi, a cui l’Italia partecipa con 800 milioni di euro, come l’inizio di un nuovo piano Marshall europeo.
- Nella regione di Luhansk, le forze di difesa ucraine si stanno preparando per un'intensa offensiva da parte dei russi nei prossimi tre o quattro giorni.
- Sembrano essersi risolte le tensioni diplomatiche tra Ucraina e Germania. Dopo un chiarimento telefonico, il presidente Volodymyr Zelensky ha invitato a Kiev il presidente federale Frank-Walter Steinmeier e il cancelliere Olaf Scholz. A stretto giro visiterà la capitale la ministra degli Esteri Annalena Baerbock.
- Nella guerra contro l'Ucraina le forze russe hanno usato 2.014 missili contro diversi obiettivi. E dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina sono stati registrati 2.682 attacchi aerei. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un intervento nelle scorse ore.
- Il presidente russo Vladimir Putin ieri sera ha chiamato il premier israeliano Naftali Bennett per scusarsi personalmente per le parole del ministro degli Esteri Sergeij Lavrov che in un’intervista a Rete4 aveva parlato delle possibili origini ebraiche di Adolf Hitler.
20.05 – Biden firma legge per velocizzare invio di armi a Kiev
Il presidente americano Joe Biden lunedì 9 maggio firmerà una legge per velocizzare la fornitura di armi all’Ucraina. Lo ha annunciato la sua portavoce Jen Psaki. Il provvedimento era stato approvato a fine aprile. La legge si ispira a quella del 1941 che consentì l’invio di armi al Regno Unito contro Hitler.
19.30 – Di Maio: «L’Italia può fare da garante nella guerra»
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a conclusione del The State of Union a Firenze ha affermato: «L’Italia è pronta a diventare uno stato garante nel quadro di un possibile trattato russo-ucraino che prevede la neutralità di Kiev». Il ministro ha anche aggiunto: «L’Italia sostiene un percorso europeo per l’Ucraina, che comporterà le necessarie riforme. In attesa della risposta della Commissione per identificare i prossimi passi, l’Italia è pronta a offrire all’Ucraina l’assistenza tecnica necessaria durante questo processo».
17.28 – Slitta l’accordo sulle sanzioni europee
Diverse fonti stampa riportano la notizia sullo slittamento dell’accordo tra gli stati dell’Unione europea per il prossimo pacchetto di sanzioni. Ciò è dovuta alla mancata intesa sull’embargo petrolifero nei confronti di Mosca dopo che nei giorni scorsi la presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen aveva annunciato che sarebbe stato raggiunto entro sei mesi. Si spera di superare la resistenza di alcuni stati tra cui Ungheria e Bulgaria e arrivare a un accordo entro lunedì.
17.02 – Verso il 9 maggio
Secondo la Reuters il presidente russo Vladimir Putin farà un discorso «da giorno del giudizio» all'Occidente in occasione della parata del 9 maggio, quando a Mosca si celebra l’anniversario del 77esimo anniversario della vittoria sulla Germania nazista.
Il ministero della Difesa russo ha detto che nella parata militare sfileranno anche i caccia supersonici e i bombardieri strategici Tu-160 sopra la Cattedrale di San Basilio. Per la prima volta dal 2010, l'aereo di comando Il-80 "doomsday", che porterebbe i vertici della Russia in caso di guerra nucleare, si unirà al passaggio.
Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato il cancelliere tedesco Olaf Scholz a visitare Kiev per il 9 maggio, sperando di lanciare una provocazione simbolica a Putin.
15.42 – La Russia compensa la perdita di mezzi nella guerra
Secondo diversi analisti l’esercito russo ha perso circa 1500 tank su circa 8mila disponibili prima dell’invasione del 24 febbraio. Per compensare le perdite e fornire nuovi mezzi alle truppe terrestri di combattimenti il Cremlino sta mandano al fronte dei tank ereditati dall’Unione Sovietica fermi da circa trent’anni.
15.13 – La denuncia di Amnesty International
Secondo la nota organizzazione a difesa dei diritti umani ci sono prove confutabili che confermano come l’esercito russo ha commesso «sparatorie sconsiderate e torture» vicino a Kiev. Le forze russe avrebbero commesso esecuzioni extragiudiziali, «fucilazioni sconsiderate e torture» e diversi altri crimini di guerra. «Questi non sono incidenti isolati. Questi sono molto parte di un modello in cui le forze russe erano in controllo di una città o di un villaggio», ha detto Donatella Rovera, consulente senior di Amnesty.
14.30 – Gli esodi dalla Russia
Circa 3.4 milioni di persone hanno lasciato la Russia nel primo trimestre del 2022. È il dato che emerge dalle statistiche ufficiali. Si tratta soprattutto di persone filo occidentali oppure oppositori politici. La maggior parte ha lasciato il paese per raggiungere altri stati come Georgia, Turchia, Kazakistan e Finlandia.
12.41 – La conferenza del G7 con Zelensky
I leader del G7 avranno domenica 8 maggio una videoconferenza con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Lo ha annunciato un portavoce del governo tedesco, in qualità di presidente di turno del G7. «Il cancelliere tedesco Olaf Scholz terrà la terza videoconferenza dall'inizio dell'anno con i suoi partner del G7», ha riferito la vice portavoce Christiane Hoffmann ai giornalisti, sottolineando che l'8 maggio è una «data storica che segna la fine della Seconda guerra mondiale in Europa». Il colloquio, ha spiegato, «riguarderà questioni di attualità, in particolare la situazione in Ucraina. Il presidente ucraino Zelensky parteciperà e riferirà sulla situazione nel paese».
12.16 – In fiamme un’altra nave russa nel mar Nero
Una nave da guerra russa, la Admiral Makarov, è in fiamme nel Mar Nero, vicino all'isola dei serpenti al largo della costa di Odessa. Lo rende noto lo stato maggiore dell'esercito di Kiev spiegando che sono in corso operazioni di soccorso con l'utilizzo di numerosi aerei e imbarcazioni. A essere colpita da un razzo ucraino Neptune, secondo Kiev, è la fregata più moderna della flotta dell'Ammiraglio Grigorovich, la nave da guerra più importante della flotta russa del Mar Nero dopo la Moskva, affondata dalle forze ucraine a metà aprile. Al momento non c’è nessuna conferma ufficiale dal comando operativo ucraino del Sud. Altre informazioni non verificate in rete parlano di «un incendio su una nave da guerra russa».
11.31 – Mosca non intende usare le armi nucleari
Arriva una nuova rassicurazione dal Cremino sul fatto che la Russia non vuole utilizzare armi nucleari. «L'uso di armi nucleari da parte della Russia in Ucraina è impossibile, in quanto non corrisponde ai compiti dell'operazione militare speciale». Lo ha affermato in un briefing il vicedirettore del dipartimento dell'Informazione e della stampa del ministero degli Esteri russo Alexei Zaitsev, secondo quanto riporta la Tass. «La Russia aderisce fermamente al principio che non ci possono essere vincitori in una guerra nucleare, e che non dovrebbe essere scatenata», ha aggiunto Zaitsev. Secondo il Cremlino, intanto, i negoziati di bace sono «in uno stato di stallo».
9.45 – Riprendono gli sforzi europei per sganciarsi dal petrolio russo
«Dobbiamo e vogliamo sganciare le nostre dipendenze dal Cremlino. Metteremo fine alle importazioni di petrolio e dobbiamo portare avanti la nostra politica di zero gas dalla Russia». Lo ha detto la presidente del parlamento europeo, Roberta Metsola, questa mattina a Firenze. La speranza è quella di trovare nel giro di pochi giorni un accordo per un addio progressivo alle risorse energetiche fornite da Mosca.
La strada è però in salita, considerate anche le dichiarazioni del premier ungherese Viktor Orban: «Ci serviranno almeno cinque anni, e anche fondi, per riorganizzare e ricostruire gli stabilimenti. Quindi abbiamo inviato indietro la proposta e alla Commissione europea per una revisione» ha detto. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen «ignora il fatto che i Paesi Ue sono in circostanze totalmente diverse e fa una proposta che ignora le caratteristiche individuali dei paesi. Non possiamo accettarlo, per l' Ungheria è l'equivalente di una bomba atomica».
Più ottimista il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni: «Penso che troveremo un percorso comune per arrivarci nei prossimi mesi gradualmente. Non dobbiamo nasconderci che questa decisione avrà un impatto sulle nostre economie, ma l’impatto sull’economia russa sarà molto maggiore» ha detto. «La proposta Ue è arrivare a un embargo, a seconda dei diversi prodotti petroliferi, entro 9 mesi. Farlo in tempi più brevi potrebbe avere conseguenze sui prezzi internazionali del petrolio paradossalmente contraddittori con i nostri obiettivi».
8.50 – Le ricadute sui civili ucraini e lo scontro sull’invio di nuove armi
L'Onu ha individuato 180 casi di detenzioni arbitrarie e possibili sparizioni forzate di funzionari locali, giornalisti, attivisti, ex membri dell'esercito e altri civili da parte delle truppe russe in zone dell'Ucraina controllate da Mosca. Contemporaneamente, l’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas-Greenfield ha fatto sapere che «abbiamo immagini che confermano la presenza di fosse comuni a Bucha. E questa non è solo un'accusa non verificata sui social. È un fatto orribile. Con cui il mondo ora deve fare i conti».
Continua la battaglia intorno all’accieria Azovstal: il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha detto che sono già in corso i preparativi per la terza operazione di salvataggio dei civili. Sono già stati evacuati 500 civili.
Resta controversa la linea sulle ulteriori armi europee da inviare a Kiev. Mentre in Italia Movimento 5 stelle e Lega annunciano il proprio scetticismo sull’invio di nuovi aiuti militari e anticipano atti parlamentari a questo proposito, anche il premier ungherese Viktor Orban ha fatto sapere che «non è la nostra guerra, non inviamo armi». Da Berlino intanto iniziano ad arrivare alcune delle armi promesse. La Germania fornirà sette obici semoventi PzH 2000, in dotazione alla proprie Forze armate (Bundeswehr), all'Ucraina impegnata a respingere l'invasione russa. È quanto dichiarato dalla ministra della Difesa tedesca, Christine Lambrecht.
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