L’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, in vigore da lunedì 11 gennaio. La Lombardia sfiora la zona rossa, l’indice Rt nazionale sopra l’1 dopo sei settimane. I tecnici: «Peggioramento generale che sembra preludere a un nuovo rapido aumento dei casi nelle prossime settimane, in assenza di misure più stringenti»
Passato il periodo delle feste natalizie, in Italia torna in vigore la suddivisione delle regioni per colore nel tentativo di arginare la risalita dei contagi da Covid-19. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un’ordinanza che sarà valida da lunedì 11 gennaio: Calabria, Emilia-Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto saranno regioni arancioni a partire da quel giorno, mentre tutte le altre saranno gialle.
Per quanto riguarda Sicilia e Veneto, sono stati i governatori stessi a chiedere che la loro regione venisse inserita in zona arancione, mentre la Lombardia per pochissimo non finisce in zona rossa. Nel frattempo, l'Rt nazionale sale a 1,03: è la prima volta che viene superata la soglia dell’1 nelle ultime sei settimane.
Il monitoraggio settimanale
Stamattina è stato pubblicato il monitoraggio settimanale della Cabina di regia del ministero della Salute e dell'Istituto superiore di sanità sul periodo 28 dicembre-3 gennaio. Il quadro che ne emerge, sottolineano gli esperti, è di «un peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese. L’incidenza a 14 giorni torna a crescere dopo alcune settimane di decrescita, aumenta anche l’impatto della pandemia sui servizi assistenziali e questo si traduce in un aumento generale del rischio».
Per tutti questi motivi, i tecnici hanno chiesto di intervenire con nuove restrizioni perché «l’epidemia si trova in una fase delicata che sembra preludere ad un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti. Questo avverrebbe in un contesto di elevata incidenza con una pressione assistenziale ancora elevata ed in crescita in molte regioni e province».
L’indice Rt
Nella classificazione delle regioni, i tecnici prendono in considerazione l'Rt, l'incidenza e il rischio. L'incidenza (il numero di positivi per 100mila abitanti) è alta ovunque, mentre il rischio è alto o moderato in tutte le regioni tranne in Toscana. È stato dunque l’indice Rt a stabilire se una regione doveva andare in zona arancione. Le soglie, però, sono state rafforzate: se l’indice è compreso tra 1 e 1,25, si diventa zona arancione, mentre sopra l’1,25 si è in zona rossa. Per valutare questo valore, tuttavia, non si tiene conto del dato medio di Rt, ma dell'intervallo inferiore dei due che servono a ricostruire la media. Ecco perché, anche se le Regioni con Rt maggiore di 1 sono più di quelle che l’ordinanza ha posto in zona arancione, solo tre (cinque con Sicilia e Veneto, “volontarie”) hanno cambiato colore.
Questi i dati relativi all’indice Rt di ogni regione italiana. Tra parentesi, l’intervallo inferiore preso in considerazione per il cambio colore: Abruzzo 0,9 (0,83), Basilicata 0,83 (0,67), Calabria 1,14 (1,04), Campania 0,83 (0,76), Emilia-Romagna 1,05 (1,03), Friuli 0,91 (0,86), Lazio 0,98 (0,94), Liguria 1,02 (0,95), Lombardia 1,27 (1,24), Marche 0,93 (0,82), Molise 1,27 (0,96), Piemonte 0,95 (0,92), Provincia Bolzano 0,81 (0,75), Provincia di Trento 0,85 (0,79), Puglia 1 (0,96), Sardegna 1,02 (0,95), Sicilia 1,04 (0,99), Toscana 0,9 (0,87), Umbria 1,01 (0,95), Val d'Aosta 1,07 (0,87), Veneto 0,97 (0,96).
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