- Stiamo parlando di un’enorme dismissione di terreni ed edifici storici in uno dei parchi più iconici della Capitale, quello dell’Appia Antica, una zona protetta, con vincoli paesaggistici e culturali.
- A vendere a un gruppo di privati è stata la Fondazione ecclesiastica Istituto Marchesi Teresa, Gerino e Lippo Gerini, amministrata dai Salesiani, che conserva e gestisce le enormi ricchezze del Marchese Alessandro Gerini, centinaia di milioni di euro in investimenti, edifici e terreni.
- È anche conosciuto come il “Costruttore di Dio”, un palazzinaro che nel dopoguerra ha fatto i miliardi con la speculazione edilizia a Roma.
Casali centenari costruiti nella Roma papalina, campi sportivi, maneggi, appartamenti, chiese. Migliaia di metri di cubatura a cui aggiungere terreni per circa 40 ettari, con prati e oliveti: per avere un’idea, è un’estensione pari alla metà del parco romano di Villa Borghese, l’equivalente di 60 campi di calcio. Stiamo parlando di un’enorme dismissione di terreni ed edifici storici in uno dei parchi più iconici della Capitale, quello dell’Appia Antica, una zona protetta, con vincoli paesaggistici e culturali.
A vendere a un gruppo di privati è stata la Fondazione ecclesiastica Istituto Marchesi Teresa, Gerino e Lippo Gerini, amministrata dai Salesiani, che conserva e gestisce le enormi ricchezze del Marchese Alessandro Gerini, centinaia di milioni di euro in investimenti, edifici e terreni. Gerini è nobiltà romana, cresciuto a Villa Torlonia, proprietà della madre, prima che venisse affittata alla cifra simbolica di una lira l’anno a Benito Mussolini nel 1925. È anche conosciuto come il “Costruttore di Dio”, un palazzinaro che nel dopoguerra ha fatto i miliardi con la speculazione edilizia a Roma. Il prezzo della dismissione da parte dell’Istituto Gerini è stato di favore: terreni ed edifici sono stati venduti per poco meno di sei milioni di euro, divisi tra un gruppo di privati che hanno approfittato dell’occasione.
Un’occasione che invece non è stata colta dalle istituzioni pubbliche, che in virtù dell’importanza storica e culturale, e dei vincoli paesaggistici, avrebbero potuto esercitare il diritto di prelazione su terreni e fabbricati, facendoli diventare pubblici: nessuno tra l’Ente Parco Regionale dell’Appia Antica, Regione Lazio e Città Metropolitana di Roma, ha mosso un dito. Né l’ex governatore Nicola Zingaretti, né l’attuale Francesco Rocca, o il sindaco Roberto Gualtieri, hanno ritenuto importante sfruttare questa ghiotta occasione. Poteva intervenire anche il Ministero della Cultura, non l’ha fatto se non per alcune marginali eccezioni. La risposta alle note informative sulle vendite - inviate dalla fondazione ecclesiastica a partire dal maggio 2022 - da parte delle istituzioni è stata in alcuni casi un silenzio assenso, in altri addirittura un rapidissimo nulla osta.
Delle 11 trattative condotte dall’Istituto Gerini, solo una è ancora in ballo: quella su tre ettari di terreno in cui è presente un maneggio gestito da Ciampacavallo, associazione che organizza attività equestri per disabili psichici e fisici, che lavora con le Asl di tutta la Capitale. Associazione che ora rischia lo sfratto.
La Onlus a rischio
«Un giorno di inizio primavera, durante una passeggiata a cavallo con i ragazzi dell’associazione, un pastore mi ha informato che i terreni intorno al maneggio erano stati venduti e che non ci saremmo potuti venire più», racconta Cristiana Paone, vicepresidente di Ciampacavallo. «Io non ci credevo, tant’è che ho scritto subito al presidente dell’Istituto Gerini, Giampietro Pettenon, chiedendogli se fosse la verità: aveva sempre saputo che nel caso di vendita, avremmo comprato senza problemi il terreno che ora affittiamo». Pettenon le risponde che era ormai tutto fatto e che il prezzo era di sei milioni di euro: «Mi dice che era una cifra al di fuori della nostra portata».
A Ciampacavallo decidono allora di rivolgersi a un avvocato e di fare un accesso agli atti. Scoprono che il 6 ottobre 2022 l’Istituto Gerini aveva notificato all’Ente Parco Regionale dell’Appia Antica la volontà di vendere 40 ettari di terreni e fabbricati all’interno del territorio del parco, nel caso in cui volesse esercitare il diritto di prelazione. I tre ettari in cui ricade Ciampacavallo erano promessi in vendita a Paolo Cetorelli, proprietario della catena di supermercati Pewex e di una villa nei pressi del terreno. Cetorelli il 15 dicembre 2022 stipula con l’Istituto Gerini un preliminare di compravendita di 27 ettari di terreno, su cui sono presenti alcune strutture, per 863mila euro, 3 euro al metro quadro. «Quando l’ho letto sono rimasta sorpresa: non solo perché per quella cifra avremmo potuto comprare noi quel terreno, con un finanziamento o un crowdfunding, ma anche perché poco prima di Natale ero andata a portare a Pettenon un regalo da parte dei ragazzi dell’associazione e non mi aveva comunicato nulla», afferma amareggiata Paone. «Io non ero tenuto a comunicare nulla a Ciampacavallo» afferma seccato Pettenon.
Mani private
Domani ha avuto accesso agli scambi di comunicazioni tra l’Istituto Gerini e l’Ente Parco e ai contratti di vendita stipulati da Istituto e i compratori. Dai documenti emerge che la dismissione era in programma almeno dal 2021. Il 15 aprile di quell’anno la direttrice del Parco dell’Appia Antica, Alma Rossi, scrive all’Istituto Gerini che se avesse l’intenzione di alienare beni immobili nel perimetro del parco, di comunicarlo per l’eventuale esercizio del diritto di prelazione. Sempre nel 2021, il 22 settembre, Saverio Riotto versa una caparra di 50mila euro per l’acquisto di un centro ippico, comprensivo di stalle, uffici e magazzini, due appartamenti di sette e otto vani, 3 ettari di terreno. Il prezzo finale - indicato nell’atto notarile stipulato però un anno e mezzo dopo, il 2 maggio 2023 - è di 1,5 milioni di euro.
È curioso come la caparra sia stata versata addirittura prima dell’autorizzazione da parte del consiglio d’amministrazione dell’Istituto Gerini alla vendita, del 13 settembre 2022, un anno dopo. Il nulla osta del Vaticano, necessario per le dismissioni delle fondazioni ecclesiastiche, arriva ancora dopo il 4 marzo 2023. Prima del via libera del Cda avvengono anche i pagamenti di un anticipo di 150mila euro (il 3 marzo 2022) e di 51.450 euro (in due parti, il 1 ottobre e il 17 novembre 2021) alla FIME srl, società immobiliare di Verona che si occupa di consulenze agli enti religiosi. «Tutto è stato fatto come andava fatto, alla luce del sole, può vederlo dagli atti», afferma Pettenon.
Ma per quale motivo Riotto, già locatario del centro ippico con la sua società, e l’Istituto Gerini si rivolgono a un intermediario di Verona per la compravendita? «C’erano problemi sul prezzo, FIME ci ha fatto trovare la quadra», continua Pettenon. Lo stesso intermediario intasca anche 70mila euro per l’opera svolta in un altro affare, la vendita dei Casali dei Bagni dell’Acquasanta, edifici vincolati dal Codice dei beni culturali, costruiti sul finire del XVIII secolo da Papa Pio VI, dove pontefici e alti prelati andavano a fare i bagni: edifici e terreni sono stati venduti per 1 milione e 50mila euro il 26 gennaio 2023. Anche in questo caso nessuna prelazione da parte di nessuna amministrazione pubblica.
Così come nel caso dei Casali del Papa, costruiti sempre a fine XVIII secolo, in un’area sotto tutela paesaggistica e archeologica: casali e terreni venduti per 800mila euro. O il centro sportivo con sei campi da calcio, pista di pattinaggio e spogliatoi e magazzini, su un terreno di 31mila metri quadrati, in concessione per 36 mesi e con diritto d’acquisto per un totale di 600mila euro. Tutto è finito nelle mani dei privati.
Un colpevole disinteresse
Tutti i preliminari di vendita sono stati siglati dall’Istituto Gerini tra il 26 maggio 2022 e il 15 maggio. Un periodo in cui si sono svolte sia le elezioni politiche (25 settembre 2022) che le regionali (12-13 febbraio). Un momento in cui le attenzioni dei ministeri e delle amministrazioni erano rivolte ad altro. Può bastare questo a far finire decine di ettari di terreno di uno dei parchi più belli di Roma nelle mani dei privati, senza esercitare prelazioni? «Siamo di fronte a un colpevole disinteresse da parte di tutte le amministrazioni, a cui cercheremo di riparare», commenta a Domani Giancarlo Righini, assessore regionale al bilancio, con delega a parchi e foreste.
«Sorprende che nessuno abbia mosso un dito fino prima di oggi, soprattutto per la zona in cui ricade la Ciampacavallo, una risorsa per il territorio, che faremo di tutto per preservare». Immobile pure il Parco regionale, diretto da Alma Rossi, che ci fa sapere che non ne aveva la disponibilità finanziaria. E così nemmeno per gli altri lotti. Limiti di budget che hanno fatto perdere una ghiottissima occasione.
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