Lunedì la confederazione dei sindacati europei (Etuc) ha chiesto alla Commissione europea di stabilire una temperatura massima alla quale può essere esposto un lavoratore. La richiesta avviene mentre l’Europa vive un ondata di caldo torrido e dopo diverse morti di operai in Spagna, Italia e Francia
Lunedì 25 luglio la confederazione dei sindacati europei (Etuc) ha chiesto alla Commissione europea di stabilire una temperatura massima alla quale può essere esposto un lavoratore. La richiesta avviene mentre l’Europa vive un’ondata di caldo torrido e dopo diverse morti di operai in Spagna, Italia e Francia.
Con queste temperature infatti carpentieri, saldatori, giardinieri, contadini, netturbini, hanno rischi professionali maggiorati e sono sottoposti a notevoli sofferenze. In Europa solo sei paesi (Belgio, Ungheria, Lettonia, Montenegro, Slovenia e Spagna) hanno una legislazione che limita l’orario di lavoro in caso di calore eccessivo: le soglie sono molto variabili e la maggior parte delle legislazioni non prevedono un limite di temperatura oltre il quale interrompere o limitare l’attività lavorativa.
Gli studi
A corroborare la necessità di stabilire delle nuove norme c’è anche una ricerca dell’agenzia elettorale Eurofound che riferisce come il 23 per cento di tutti i lavoratori dell’Unione europea è stato esposto a temperature troppo elevate durante il turno di lavoro nell’ultimo anno. Questa cifra sale al 36 per cento nel comparto agricolo e nell’industria. Nell’edilizia la percentuale è del 38.
Altre ricerche hanno evidenziato la stretta relazione tra l’esser sottoposti a temperature troppo alte con malattie croniche e frequenza negli incidenti sul lavoro. Secondo uno studio dell’Oms quando si lavora a più di 30 gradi, il rischio di incidente sul lavoro aumenta dal 5 al 7 per cento e quando la temperatura raggiunge o supera i 38 gradi dal 10 al 15 per cento.
Diverse vittime
Intanto si contano diverse vittime. Tre operai sono morti durante un turno di lavoro a Madrid nei giorni scorsi. Anche in Italia nell'ultima settimana un uomo di cinquant’anni in un cantiere di La Spezia, un operaio di 61 anni a Rivoli e un altro in un'azienda manifatturiera in Trentino, sono morti per malori legati al caldo.
In Francia, dove attualmente non ci sono limiti di temperatura di lavoro, il sindacato ha affermato che 12 lavoratori sono morti a causa dell’esposizione al calore nel solo 2020. Claes-Mikael Stahl, vice segretario generale della Confederazione europea dei sindacati, commentando la richiesta effettuata alla commissione europea ha dichiarato alla stampa: «I lavoratori sono in prima linea nella crisi climatica ogni giorno e hanno bisogno di protezione per far fronte al pericolo sempre crescente delle temperature estreme».
Le leggi in vigore
Questi sono i limiti attualmente previsti nei paesi che hanno una legislazione sul tema:
- Belgio: limite di 29°C per un carico di lavoro fisico leggero, 26°C per un carico di lavoro fisico moderatamente pesante, 22°C per un carico di lavoro fisico intenso e 18°C per un carico di lavoro fisico molto pesante.
- Ungheria: 31°C per un lavoro fisico sedentario e leggero, 29°C per un lavoro fisico moderato e 27°C per un lavoro fisico pesante.
- Lettonia: temperatura massima per i lavori all’interno di 28°C.
- Montenegro: temperatura massima per lavori all'aperto di 36°C.
- Slovenia: la temperatura dell'aria nelle aree di lavoro non deve superare i 28 °C.
- Spagna: la temperatura massima di lavoro per il lavoro sedentario, come il lavoro d'ufficio, è di 27°C, mentre per il lavoro leggero è di 25°C. Tali limiti, tuttavia, non si applicano a tutti i tipi di lavoro, né a tutti i lavoratori e nemmeno a tutti i locali.
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