Il concorso dello scandalo si chiude con un colpo di scena, anzi di spugna. Domani ha letto la determinazione che salva gli assunti vicini ai partiti
Abbiamo scherzato. Potrebbe essere questa la sintesi perfetta per descrivere l’epilogo della vicenda che ha riguardato la selezione istruttori amministrativi, presto diventata la fiera della raccomandazione.
Il concorso dello scandalo si chiude con un colpo di scena, anzi di spugna. Allumiere, comune di 3mila abitanti in provincia di Roma è diventato famoso per un concorso indetto dal comune alla ricerca di 5 istruttori amministrativi che ha premiato amici, collaboratori e fedelissimi dei partiti di maggioranza, il Pd, il M5s, ma anche di opposizione, la Lega.
Un concorso sul quale indaga anche la procura di Civitavecchia e che ha portato lo scorso aprile alle dimissioni del presidente del consiglio regionale Mauro Buschini (non indagato) e la promessa della politica di azzerare tutto. Le domande erano state fornite prima ai candidati "favoriti”, ma non è tutto. Alcuni candidati sono stati ripescati grazie ai requisiti cambiati in corsa.
Ora, però, la vicenda almeno da un punto di vista amministrativo viene chiusa con una determinazione che ha il sapore della beffa per gli esclusi. Il provvedimento, infatti, premia solo coloro che hanno già un contratto di lavoro, compresi quelli che hanno trovato collocazione anche in altri enti scorrendo la graduatoria del concorso a partire dalla regione Lazio.
Per gli altri il comune ha deciso «di annullare la graduatoria definitiva del concorso pubblico(…) per quanto concerne la posizione di tutti i coloro i quali non sono stati ancora collocati in una stabile posizione lavorativa». La decisione annulla la precedente sospensione e così “sana” le posizioni dei fortunati vincitori e di chi già sta lavorando.
Una scelta che viene giustificata da ragioni legali, al fine di evitare contenziosi, così salvaguardando l’interesse pubblico. Un concorso capolavoro che alla fine premia gli amici dei partiti e fa fuori tutti gli altri.
Il concorso dello scandalo
«Questa determina esclude i fessi che non hanno conoscenze e premia tutti gli altri, a Napoli mi sembra dicano ‘scurdammec o passato’, potrebbe essere il titolo di questa determina», dice uno dei partecipanti.
La consigliera regionale Chiara Colosimo, di FdI, che presiede la commissione trasparenza che si è occupata della vicenda, ha commentato così: «Apprendo di una determina di Allumiere: annullamento della graduatoria per i non già contrattualizzati. Mi vergogno. Non ho altro da aggiungere».
Tutto inizia nel febbraio 2020, quando viene approvato il bando di concorso nel quale si spiega che alle prove successive a quella preselettiva vengono ammessi venti candidati che abbiano ottenuto almeno 21/30.
Successivamente la commissione giudicatrice cambia i criteri: sono ammessi quelli che ottengono un punteggio minimo di 31/45. Dopo un mese la commissione ammette 107 candidati e amplia la possibilità di svolgere le successive prove anche ai candidati con punteggio inferiore a quello prestabilito e fino alla soglia di 21/45.
A dicembre 2020 il presidente Andrea Mori approva i verbali e la graduatoria finale del concorso. Mori è indagato nell’indagine della procura di Civitavecchia, per lui la pubblica accusa ha chiesto il giudizio immediato.
Alla fine in 44 vengono assunti tra vincitori e idonei in vari enti pubblici, tra questi anche la regione Lazio. Tra gli assunti, ci sono collaboratori di fiducia di consiglieri del Pd, militanti, due collaboratori del presidente del consiglio regionale Mauro Buschini che si dimette dicendo che tutto è avvenuto nel rispetto delle norme.
Il caso diventa di dominio pubblico e così il comune, dopo il clamore mediatico, decide per la sospensione del concorso. I carabinieri di Civitavecchia sequestrano i telefoni e continuano le indagini a carico del presidente della commissione Andrea Mori, ma anche del sindaco democratico Antonio Pasquini.
L’atto finale, almeno amministrativo, arriva con la determinazione firmata dalla dirigente Emanuela Sgamma. Una decisione che viene motivata con l’interesse pubblico per evitare danni alle casse dello stato causati da eventuali contenziosi dei vincitori oggi impiegati presso gli enti.
Nella relazione proposta dalla presidente Colosimo alla commissione trasparenza regionale, in attesa di approvazione, c’è un passaggio che riguarda la responsabile di settore Sgamma.
«Emanuela Sgamma ha firmato la discussa determinazione dirigenziale per l’affidamento alla società Studio Staff per il servizio di supporto nella gestione dei concorsi. Che lei stessa ha poi vinto (parliamo il concorso da funzionario D1). E non solo. La sorella Chiara è risultata idonea ed è stata poi “pescata” nella determina regionale per un posto a tempo indeterminato cat. D in Consiglio regionale. Nell’Ufficio "Trattamento economico consiglieri e organismi consiliari”.
Entrambe sono persone molto legate al sindaco Pasquini. Proprio Sgamma, estranea all’indagine giudiziaria, firma la determinazione che sana i vincitori. Il concorso dei miracoli riserva sempre nuove sorprese.
© Riproduzione riservata