In tutta la penisola si diffonde il contagio della protesta contro le chiusure anti Covid-19 che è diventata violenta a Torino, Milano, Napoli, Lecce e Catania. Sui social i neofascisti esultano e rilanciano i video dei manifestanti. Tutti, da nord a sud, scandiscono lo stesso slogan «Libertà-Libertà». 

Tenere il conto delle manifestazioni contro il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri tra domenica e lunedì sera è impossibile: oltre alle grandi città si sono mobilitate anche Pesaro, Cesenatico, Pescara, Ferrara, Vicenza, Terni, Siracusa.

Lunedì sera è partito l’hashtag su twitter #ItaliaSiRibella. Mentre era chiaro che ci sarebbero state manifestazioni, Roberto Fiore già lunedì mattina si felicitava per quanto accaduto a Napoli sabato notte e a Roma  in piazza del Popolo il giorno successivo.

Lunedì sera le manifestazioni nel capoluogo lombardo sono partite da piazzale Loreto dove l’appuntamento è stato fissato alle 20:30. 

Da lì il corteo è giunto in piazza Città di Lombardia dove la protesta è sfociata in scontro con la polizia con lancio di pietre e bottiglie e risposta di lacrimogeni. La polizia di Milano ha denunciato per danneggiamento e violenza a pubblico ufficiale 28 persone che, nella notte scorsa, erano state accompagnate in questura nel corso e dopo la manifestazione. Di queste 28, 13 sono minorenni. I cittadini denunciati, di cui alcuni con piccoli precedenti, sono 18 italiani e 10 stranieri di varie nazionalità. Una ragazza italiana maggiorenne appartiene alla galassia anarchica mentre il resto delle persone denunciate, precisa la polizia, non è riconducibile a gruppi conosciuti.

A Torino sono stati almeno una decina i fermati durante la protesta, cinque provenienti dal monto degli ultras. In piazza Castello, davanti al palazzo della Regione, ci sono stati scontri con la polizia. Gli ultras hanno lanciato fumogeni e bottiglie. Ma i manifestanti si sono sparsi anche per le vie adiacenti. Qui le proteste hanno portato a un assalto ai negozi di lusso della centrale via Roma.

La Stampa, lo storico giornale della città, l’ha definita guerriglia urbana, così come i giornali avevano chiamato le sommosse di Napoli. 

A Napoli, dopo la tensione nelle manifestazioni dei giorni scorsi, in una Piazza del Plebiscito blindata, è andata in scena una nuova mobilitazione contro il decreto del governo Conte e le ordinanze regionali. A protestare le categorie economiche più colpite dalle nuove limitazioni con le chiusure alle 18, come ristoranti e bar. In piazza nel cuore del capoluogo campano striscioni che recitavano «Tu ci chiudi tu ci paghi», per chiedere aiuti contro la crisi acuita dal coprifuoco per motivi sanitari. I manifestanti hanno poi raggiunto la sede della regione. Grande dispiegamento di forze dell'ordine. E slogan al grido di «dimissioni» contro il presidente Vincenzo De Luca. L’aria della protesta ha attirato subito i negazionisti e i gilet arancioni. Il generale Antonio Pappalardo dei gilet arancioni ha voluto andare personalmente. A marzo basavano la protesta sull’inesistenza del Covid-19, oggi sono pronti a cavalcare il disagio economico per le restrizioni.

Anche a Lecce lunedì sera la protesta è diventata violenta. I manifestanti hanno bloccato il traffico in via XXV luglio e hanno tentato di forzare il cordone della polizia insultando le forze dell’ordine. I partecipanti non sono ancora stati collegati a nessun gruppo, ma anche qui nei video viene scandito lo stesso slogan: «libertà, libertà». I tweet li rilancia Radio Savana, uno degli ultimi canali social voce di negazionisti e sovraniti.

A Catania già domenica sera, come a Roma, la sollevazione ha portato agli scontri in via Etnea. La scena è cominciata sempre allo stesso modo.

Due bombe carta sono stata lanciate in via Etnea, davanti alla sede della prefettura di Catania. Le deflagrazioni non hanno causato alcun ferito, ma hanno fatto scattare uno scontro tra le varie anime dei manifestanti. Alla fine la folla si è dispersa senza vittime.

Massima allerta

Il Viminale vigila sulle manifestazioni, con il ministero dell'Interno che ha monitorato la situazione nel timore di disordini. Adesso c’è massima allerta in tutte le piazze per il rischio di infiltrazioni nelle proteste come avvenuto nei giorni precedenti.

Sull'account di Radio Savana si legge: «In Italia si protesta 24/24 senza sosta. A Roma piazza della Rotonda (Pantheon), centinaia di nostri fratelli e sorelle manifestano contro lockdown e governo Conte al grido: "Lavoro e libertà!" Restiamo uniti, scriveremo la storia».

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