«Non esiste alcuna motivazione tecnica per il ricollocamento della nave Golar Tundra da Piombino a Savona. Verrà spostata per una mera scelta politica di Toti», è l'accusa di Roberto Arboscello, consigliere regionale del Pd di Savona, rivolta al presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che si sta spendendo per il ricollocamento nel ponente ligure del rigassificatore attualmente ormeggiato a Piombino. «Toti svende il territorio ligure e la sua costa per compiacere il Governo, tradendo però il suo mandato verso i cittadini savonesi», conclude Arboscello. 

Sul caso del ricollocamento del rigassificatore era sceso in campo anche il leader di Azione, Carlo Calenda, finito sotto tiro dopo che il suo consigliere regionale ligure Sergio Rossetti votò contro il rigassificatore: «La realtà», dichiarò, «è che la Meloni vuole favorire il suo sindaco (di Piombino) e Toti vuole il terzo mandato. Siamo favorevoli a fare un rigassificatore a Vado se serve. Anzi ho dichiarato che sono pronto ad andare a spiegarlo ai cittadini di Vado come fatto a Piombino. Non siamo però favorevoli a spostarlo da Piombino a Vado per ragioni politiche». I dubbi sono legittimi, visto che il primo cittadino della città toscana oltre a essere di Fratelli d'Italia si era schierato contro il rigassificatore, provocando l'imbarazzo di Meloni. A questo si aggiunge che a Toti non dispiacerebbe ricandidarsi per la terza volta con l'appoggio del centrodestra che governa il paese. 

L'operazione Toti-Meloni

La Golar Tundra, sviluppata nel 2022 da Snam (impresa controllata da Cassa Depositi e Prestiti che si occupa della rete nazionale di infrastrutture energetiche, in particolare quelle del metano) potrebbe quindi arrivare di fronte alle coste della Riviera di Ponente nel 2026, per essere posizionata a poco più di 2 chilometri dalle spiagge liguri, tra Vado e Savona, e restare così operativo per circa 17 anni, contro i 3 per cui era previsto lo stazionamento a Piombino. La nave ha dimensioni notevoli, è lunga circa 292,5 metri, larga 43,4 metri e alta 55, e scarica ben 100 milioni di metri cubi di gas liquefatto (Gnl) a -160 gradi, in una nave rigassificatrice, che la affianca e che trasforma il Gnl in forma gassosa, per poter poi essere immesso nella rete di distribuzione, attraverso una condotta sottomarina (sealine) e una condotta a terra che attraverserà i territori comunali di Vado ligure, Quiliano, Altare, Carcare e Cairo Montenotte. Tuttavia, denuncia il comitato Rete anti fossili, gli anni di permanenza del rigassificatore potrebbero essere molti di più: almeno 27 anni, cioè per tutta la durata dell’accordo da 1,5 miliardi di metri cubi l’anno siglato tra Eni e QatarEnergy. Difficile che di fronte a un contratto di questo tipo a un certo punto si decida di spostare nuovamente la struttura con costi elevatissimi. 

Tutti i gruppi consiliari delle comunità interessate, indipendentemente dai diversi orientamenti politici, si sono immediatamente uniti nel contestare il metodo attuato dalla Presidenza della Regione. Sul merito c'è invece chi si concentra più sull'impatto ambientale e chi su quello dei settori economici, turistici e industriali della zona. «Se non ci sono ostacoli tecnici per mantenere la nave a Piombino, allora perché spostarla nel nostro territorio?», dichiara Marco Russo, Sindaco di Savona, «l'istanza è stata depositata il 26 giugno, noi siamo stati informati un mese dopo in una conferenza stampa. Non c'è mai stato un vero momento di incontro o di confronto, né preventivo nel momento della scelta e neanche successivo di accompagnamento e di gestione», spiega, e aggiunge «è un dato appurato che sia una scelta meramente politica. Il Presidente della Regione ha voluto condurre un'operazione con caratteri politici, spendendo la zona di Savona-Vado senza dirci niente». 

Sulla vicenda si è esposto anche Andrea Pasa, segretario provinciale Cgil: «Siamo contrari per due motivi: per il metodo e per il merito. Toti qualche mese fa ha dato la disponibilità al governo di iniziare il progetto all'interno della provincia di Savona, senza comunicare assolutamente nulla al territorio, né ai sindaci né alle realtà economiche, datoriali, ai sindacati e altri, per poi farlo solo attraverso la stampa locale», e aggiunge «tra un anno si tornerà alle elezioni, non si sa bene se Toti vorrà fare il terzo mandato, a questo punto però avrà un credito molto alto nei confronti della presidente Meloni e quel credito lo andrà certamente a riscuotere. Insomma la scelta politica è ben chiara». Toti contattato da Domani, non ha risposto.

Rischi ambientali

Molte sembrano essere le problematiche e le lacune del progetto, non solo perché il rigassificatore verrebbe posto così vicino alla linea di costa da ostacolare il fitto traffico di navi commerciali e passeggere da e per il porto di Savona, ma anche per il forte rischio ambientale che si comporterebbe e per l'interferenza con le attività economiche e turistiche locali. Tutti i soggetti economici della provincia di Savona infatti, Federalberghi, Coldiretti, Confagricoltura, Confcommercio, la Camera di Commercio e la stessa Confindustria, hanno dichiarato che il progetto, così come è stato proposto, non è accettabile.

«La nostra sfida di questi anni è quella di ricostruire il rapporto tra città e porto e il legame e l'equilibrio tra portualità e turismo, portare avanti quindi una serie di progetti disegnati con delicatezza che si basino su questi principi. Mettere un impianto industriale a 2,9 chilometri significa sfregiare il nostro territorio», conclude il sindaco Russo. 

L'ex sindaca nominata da Toti

Il sito di Vado è stato individuato come idoneo su indicazione dell'ex sindaca Monica Giuliano, eletta nelle liste Pd, successivamente passata con Toti, pur mantenendo comunque la carica e il sostegno della giunta. Un apprezzamento da parte del presidente. Ad agosto 2023 Giuliano si è dimessa dalla carica perché nominata, da Toti, commissario dell'agenzia regionale dei rifiuti (Iren) con uno stipendio annuo di 125 mila euro. 

Oltre al comune di Vado ligure, oggi commissariato, c'è un altro soggetto interessato alle decisioni in merito al ricollocamento del rigassificatore: l'Autorità portuale, l'ex presidente è Paolo Emilio Signorini, fedelissimo di Toti, ora è stato nominato amministratore delegato e Direttore Generale di Iren. Al vertice dell'Autorità portuale è stato nominato il commissario straordinario, Paolo Piacenza.

Espropri

Al progetto si oppone anche il coordinamento “NO Rigassificatore-Savona”, costituito da oltre 40 gruppi civici, comitati, associazioni, partiti, sindacati di base. Inoltre per consentire il passaggio della condotta a terra di collegamento alla rete nazionale gasdotti, inoltre, la Regione Liguria chiederà l'esproprio temporaneo e in molti altri casi definitivo, a 650 proprietari, poiché le abitazioni ei terreni sorgono proprio lungo il tracciato previsto. «C'è una famiglia di Quiliano con un bambino disabile che dovrà lasciare la propria casa perché il tragitto passa proprio da lì. Verrà quindi alienata una parte di terreno che fa parte della loro famiglia da generazioni con ulivi e alberi di albicocche», denuncia il sindacalista Pasa.

Insomma, l'operazione Toti – Meloni ha buchi da tutte le parti. Ha tutta l'aria di uno scambio in vista di un terzo mandato per il presidente della regione e di un premio al sindaco di Fratelli d'Italia che in tempi non sospetti si oppone al rigassificatore nella città toscana.

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